Tribunale speciale per la difesa dello stato

Capitolo: il tribunale speciale fascista

 

 Pag 117: [..] Il 28 luglio dello stesso anno a Oria, in provincia di Brindisi, per diffusione di giornali e manifesti comunisti, ritenuti illegali, vennero condannati Giovanni Pentassuglia, minatore, a quattro anni, sei mesi e quindici giorni di prigione, Pietro Lupo, piccolo proprietario di terra, a quattro anni e due mesi e Pasquale Galiano, contadino, a cinque anni e sette mesi.

Tutti e tre erano comunisti di Francavilla Fontana e si muovevano sovente per i paesi del Salento a svolgere propaganda fra i contadini e gli operai.

Il 16 settembre toccò a Brindisi, dov’era operante una sezione di giovani comunisti.

Furono operati numerosi arresti e vennero pronunciate dure condanne.

Domenico Conchiglia, calzolaio di Monopoli, ebbe 8 anni, Teodoro Ostuni, meccanico di Brindisi, 8 anni, Giuseppe Trastevere di San Vito dei Normanni quattro anni e due mesi.

I residenti a Brindisi Vincenzo Battista, barbiere, ebbe tre anni, il falegname Umberto Chionna tre anni, il muratore Giuseppe Ribezzi sei anni, il meccanico Giacomo Isidoro e il contadino Teodoro Longo vennero assolti per insufficienza di prove, il muratore Pietro Vacca ebbe 5 anni, il bracciante Guglielmo Carella cinque anni, il muratore Gaetano Liuzzi tre anni, il capraio Francesco Longo, il vaccaro Giovanni Maggi e i tre muratori Cosimo Quarta, Luigi Di Sebastiano e Emanuele Zaffiro vennero assolti.

[..]  Il 1928 fu l’anno in cui il fascismo si distinse nell’individuare in ciascuna provincia e regione i nuclei combattivi che si opponevano al nuovo corso per abbatterli eliminando dalla scena i capi.

Gli arrestati cominciarono ad essere centinaia e molto spesso le persecuzioni colpivano i maggiori dirigenti comunisti, socialisti, repubblicani, anarchici.

[..]Il 17 aprile a Trieste, Leonardo Nissi di Fasano, un bracciante di ventotto anni, ebbe cinque anni per essere stato trovato in possesso della tessera della Confederazione Generale del Lavoro.

Dal gennaio 1927 al dicembre 1929 il tribunale condannò a diversi anni di confino Carmine Cannelonga bracciante di San Severo, Pietro Vacca e Giuseppe Chiesa di Brindisi, Renato Leopizzi e Giuseppe Putignano di Lecce.

Il 19 e 29 agosto ed il 7 e 26 settembre del 1937 vennero arrestati, durante due distinte retate, i lavoratori, quasi tutti contadini o artigiani e muratori, di Brindisi, e processati dal tribunale speciale per la difesa dello Stato: Francesco Barletta, Rocco Giuseppe Carbone, Leonardo Chirulli, Luigi Chirico, Rocco Chirico, Gennaro Conte, Cosimo De Maria, Domenico Della Rosa, Giuseppe De Tommaso, Francesco Magno, Cosimo Mauro, Teodoro Ostuni, Giuseppe Ribezzi, Arcangelo Michele Ricci, Francesco Ricci, Antonio Roberto Tetesi, Cosimo Urgesi
e Oronzo Pasquale Vitale.

Il caso di Rocco Spina, capo della lega contadina di Ceglie Messapico, dà l’idea della tenacia con la quale lottavano i lavoratori in piena dittatura fascista.

Egli era un bracciante coraggioso ed ottimo organizzatore sindacale. Ai tempi del decreto Visocchi si era battuto per mobilitate i braccianti nel far valere il proprio diritto al lavoro
nei confronti dei proprietari dei latifondi.

Il 22 maggio del 1920 l’agrario di Ceglie Messapico Luigi Urgesi lo incontrò nella piazza del paese e lo colpì proditoriamente a bastonate.

La ragione? Rocco Spina aveva mandato sul fondo dell’Urgesi, la mattina, una squadra di contadini disoccupati.

Quando, dopo l’aggressione, intervennero i carabinieri non operarono alcun arresto adducendo a giustificazione la lieve entità delle ferite riportate dal capo-lega Spina.

Questo succedeva nella primavera del 1920.

Rocco Spina non attenuò il suo attivismo e continuò a lottare perchè credeva fermamente nelle cose che faceva.

Il 7 giugno 1928 fu processato e condannato dal tribunale speciale a cinque anni di carcere, perché agitatore e sovversivo.

Poi venne nuovamente arrestato il 19 agosto 1937 e rinviato a giudizio il 4 febbraio 1938 dal sostituto procuratore generale di Roma Carlo Fallace con l’accusa di aver ricostituito nel 1934 il Comitato direttivo del movimento comunista di Ceglie divenendone fiduciario.

Tutti questi coraggiosi giovani al sorgere del fascismo lavoravano nei campi e nelle officine, avevano assistito agli assalti delle squadracce [..] contro le Leghe, contro le Camere del Lavoro, le Cooperative socialiste, avevano difeso le amministrazioni rosse che furono ultime a cadere nelle mani dei podestà. [..]

 

Pag 124: Nel dicembre successivo (1937) fu la volta [arrestati] di ventidue operai di Brindisi.

 

Capitolo: Atto d’accusa  contro i comunisti di Brindisi

 

 

Pag 153:

Davanti al Tribunale Speciale

Tribunale   Speciale   per   la  Difesa  dello Stato

atto di accusa

Il Pubblico Ministero

Presso il Tribunale Speciale per la difesa dello Stato visti gli atti processuali a carico di:

1) Barletta Francesco di Salvatore e di Lodedo Teresa, nato l’8 giugno 1919 a Ceglie Messapico, ivi domiciliato, impiegato privato, celibe, alfabeta, incensurato, detenuto dal 19 agosto 1937-XV.

2) Carbone Rocco Giuseppe di Giuseppe e di Lezzi Filomena, nato il 5 luglio 1914 a Ceglie Messapico, ivi domiciliato, sarto, celibe, alfabeta, incensurato, detenuto dal 27 agosto 1937-XV.

3) Chirulli Leonardo di Oronzo e di Chirico Caterina, nato il 14 maggio 1905 a Ceglie Messapico, ivi domiciliato, calzolaio, celibe, alfabeta, censurato, detenuto dal 7 settembre 1937-XV.

4) Chirico Luigi di Giuseppe e di Amico Caterina, nato il 16 febbraio 1906 a Ceglie Messapico, ivi domiciliato, bracciante, coniugato, alfabeta, censurato, detenuto dal 7 settembre 1937-XV.

5) Chirico Rocco fu Francesco e di Amico Agata, nato il 13 maggio 1907 a Ceglie Messapico, ivi domiciliato, contadino, celibe, alfabeta, incensurato, detenuto dal 25
settembre 1937-XV.

6) Conte Gennaro fu Giuseppe e di Lacorte Maria Antonia, nato il 5 agosto 1915 in Ceglie Messapico, ivi domiciliato, impiegato privato, coniugato, alfabeta, incensurato, detenuto dal 19 agosto 1937-XV.

7) De Maria Cosimo di Ignazio, nato il 13 luglio 1889 in Ceglie Messapico, ivi domiciliato, contadino, incensurato, alfabeta, soprannominato Salonno, detenuto dal 3 settembre 1937-XV.

8- Della Rosa Domenico fu Natale e di Bellanova Benedetta, nato in Ceglie Messapico il 16 aprile 1908, ivi domiciliato, calzolaio, celibe, alfabeta, incensurato, detenuto per altra causa.

9) De Tommaso Giuseppe Salvatore di Francesco e di Siracusa Rosa Maria, nato il 19 marzo 1906 a Brindisi, ivi residente, meccanico, celibe, alfabeta, incensurato, detenuto il 18 agosto 1937-XV.

10) Magno Francesco Antonio di Barnaba e di Lisi Arcangela, nato il 1° gennaio 1903 in Ceglie Messapico, domiciliato a Milano, parrucchiere, coniugato, alfabeta, incensurato, detenuto dal 27 agosto 1937-XV.

11) Mauro Cosimo fu Raffaele e di Urso Elisa, nato il 27 aprile 1896 a Brindisi, ivi domiciliato, venditore ambulante, coniugato, alfabeta, incensurato, detenuto dal 27 agosto 1937-XV.

12) Ostuni Teodoro e di Afortunato Rosa, nato il 23 agosto 1899 a Brindisi ivi domiciliato, meccanico, celibe, alfabeta, censuravo, detenuto dal 18 agosto 1937-XV.

13) Ribezzi Giuseppe fu Antonio e di Cilino Antonia, nato il 24 settembre 1905 a Brindisi, ed ivi domiciliato, muratore, coniugato, alfabeta, censurato, detenuto dal 19 agosto 1937-XV.

14) Ricci Arcangelo Michele fu Angelo e di Sisto Vincenza, nato il 3 marzo 1903 a Ceglie Messapico ed ivi domiciliato, coniugato, falegname, alfabeta, incensurato, detenuto il 1° agosto 1937-XV.

15) Ricci Francesco fu Angelo e di Sisto Vincenza, nato a Ceglie Messapico il 3 febbraio 1895, rappresentante di commercio, latitante.

16) Spina Rocco Fedele fu Antonio e fu Menga Bonaventura, nato il 5 ottobre 1890 a Ceglie Messapico e ivi domiciliato, contadino, alfabeta, censurato, detenuto dal 19 agosto 1937-XV.

17) Tetesi Antonio Roberto fu Quirico e fu Scodari Paola, nato il 22 gennaio 1887 a Ceglie Messapico ed ivi domiciliato, contadino, coniugato, alfabeta, incensurato, detenuto dal 15 settembre 1937-XV.

18) Urgesi Cosimo fu Antonio e fu Cavallo Anna, nato il 13 gennaio 1889 in Ceglie Messapico e domiciliato a Taranto, venditore ambulante, coniugato, alfabeta, incensurato, detenuto dal 21 agosto 1937-XV.

19) Vitale Oronzo Pasquale inteso Cicale di Giovan-
ni Battista e di Branco Maria Cosima, nato il 28 gennaio
1913 a Ceglie Messapico ed ivi domiciliato, contadino,
celibe, alfabeta, incensurato, detenuto dal 20 settembre

1937-XV.

imputati

Tutti:

a) del delitto di cui all’art. 270 capoverso 2° C. P. per avere partecipato ad una associazione sovversiva (comunista) diretta a stabilire violentemente una classe sociale sulle altre;

b) del delitto di cui agli artt. 110-81-372 p. p. C. P. per avere concorso tra loro e con altri in epoche diverse ma in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, alla propaganda comunista verbalmente e a mezzo di diffusione di stampa e di altre manifestazioni varie.

Spina Rocco, Ricci Francesco, Barletta Francesco, Chirulli Leonardo, Della Rosa Domenico, Urgesi Cosimo, Tetesi Antonio, Magno Francesco, Carbone Rocco, Ostuni Teodoro e Mauro Cosimo.

c) del delitto di cui agli artt. 110 e 370 p. p. C. P. per avere concorso tra loro e con altri all’organizzazione e direzione delle succennate associazioni;

il Ricci Francesco infine:

d) del delitto di cui all’art. 489 C. P. in relazione agli artt. 477 e 482 stesso codice, per avere fatto uso di passaporto e carte d’identità false.

Reati commessi in Brindisi, Ceglie Messapico, Milano ed altre località precedentemente e fino alla data dei rispettivi arresti.

Con l’aggravante della recidiva generica per il Ricci Francesco e l’Urgesi Cosimo e specifica per lo Spina, il Chirulli, l’Ostuni ed il Ribezzi (art. 99 C. P.).

Osserva

Con verbale in data 3 dicembre 1937-XV la competente autorità di P. S., nel denunziare a questo Tribunale, i prevenuti quali esponenti di gruppi comunisti formatisi in territorio di Brindisi e di Milano, riferiva quanto appresso:

Da qualche anno, alcuni degli imputati, per il loro sospetto atteggiamento, erano stati sottoposti a cauta vigilanza da parte dell’autorità rapportante.

Tale sorveglianza, intensificata, specialmente, quando si seppe che qualcuno di essi aveva in animo di espatriare clandestinamente a scopo politico, permise di constatare vere e proprie riunioni di partito e diffusione di stampa comunista che portarono al fermo delle persone sottoposte a sorveglianza.

Ampie, circostanziate e concordi dichiarazioni di quasi tutti i fermati — attuali giudicabili — fornirono la prova sicura della esattezza delle osservazioni dell’Autorità rapportante, rendendo così provato quanto segue:

Nel novembre 1932 il rubricante Chirulli Leonardo, calzolaio, appena tornato nel suo paese — Ceglie Messapico — (dopo avere espiato una pena inflittagli da questo Tribunale per attività comunista, e successivamente un anno di confino) costituì per iniziativa del rubricato Urgesi Cosimo (venditore ambulante, comunista di vecchia data) con quest’ultimo e con il rubricato Tetesi Antonio, contadino, un comitato per riattivare in Ceglie il movimento comunista.

All’uopo, con la cooperazione dei rubricati Chirico Rocco (contadino residente a Ceglie) e Chirico Luigi (cegliese, contadino, temporaneamente residente a Villa Castelli) fu iniziata — in dette località — intensa propaganda comunista — specialmente tra i contadini — che fruttò la costituzione di cellule comuniste.

Ma nella seconda metà del 1933, essendo stato posto in libertà il rubricato Spina Rocco — contadino, nato e residente a Ceglie — già condannato da questo Tribunale
per attività comunista — venne a costui affidato dall’anzidetto comitato — l’incarico di fiduciario del movimento comunista di Ceglie, incarico che egli mantenne fino all’epoca del recente suo arresto.

Lo Spina costituì un comitato direttivo con i nominati Urgesi, Chirulli e Tetesi ai quali affidò intenso lavoro di propaganda a fine di proselitismo, lavoro che dette risultati abbastanza soddisfacenti. Però, verso i primi del 1934. lo Spina credette opportuno ricostituire il comitato direttivo, sostituendo l’Urgesi e il Tetesi (che restarono nell’organizzazione come semplici agrari) con i rubricati Barletta Francesco (impiegato privato) e Della Rosa Domenico (calzolaio).

Al primo e al rubricato Ricci Francesco, suo attivo collaboratore, venne affidato il compito, regolarmente svolto, della riproduzione di esemplari di stampa comunista che il Ricci, rappresentante di commercio, aveva modo di procurarsi durante i suoi viaggi a Milano.

Quivi si era costituito un gruppetto comunista di cegliesi, residenti in quella città per motivi di lavoro, di cui facevano parte i rubricati Magno Francesco (parrucchiere) e Carbone Rocco (sarto) che aveva modo di accostare emissari comunisti provenienti dall’estero. Da tale gruppetto, specialmente dal Magno, il Ricci aveva gli esemplari
di stampa accennati.

Al Chirulli e al Della Rosa, poi, venne affidato il compito anche regolarmente svolto, della diffusione del materiale di propaganda riprodotto dal Barletta e dal Ricci.

Frattanto vennero indette riunioni in località campetre tra componenti del comitato direttivo e tra questi ed esponenti di organizzazioni comuniste di paesi limitrofi.
In Ceglie, fra i reclutati che iniziarono, a loro volta, attività si distinsero, specialmente, i rubricati De Maria Cosimo (contadino), Vitale Oronzo (contadino) e Conte Gennaro (impiegato presso l’Esattoria di Ceglie, iscritto al Partito Fascista).

Così stavano le cose quando nel dicembre 1936, il nominato Ricci Francesco, espatriato con tessera turistica, prese a Parigi contatti con gli organi direttivi del partito comunista italiano allo scopo di potenziare il movimento comunista di Ceglie.

Così per tramite specialmente del rubricato fratello Arcangelo (falegname), aderente all’organizzazione di Ceglie egli cominciò ad inviare al Barletta e, per lui, all’organizzazione di Ceglie, con scritti in simpatico e con busta a doppio fondo, istruzioni e stampa comunista e dispose una raccolta di denaro pro Spagna rossa pomposamente indicata in un giornale stampato a Parigi, sequestrato e riportato.

Verso il 1° maggio 1937, esso Ricci Francesco, varcata la nostra frontiera mediante falso passaporto e false carte d’identità, rientrò nel Regno e, giunto a Milano in veste di emissario del partito, prese subito contatto con il nominato Magno a cui affidò importante compito di natura eminentemente organizzativa e di propaganda da svolgere a Ceglie.

Il Magno, dopo di avere provveduto — con la cooperazione del compagno Carbone — all’alloggio dell’organizzatore Ricci, si portò a Ceglie e svolse la sua missione prendendo contatto con gli esponenti del locale movimento comunista Spina e Barletta ai quali affidò tra l’altro cifrario e indirizzo del centro del partito.

Frattanto il Ricci inviava da Milano, all’indirizzo della propria sorella Maria, in un pacco di lana, stampa comunista diretta al Barletta e destinata alla diffusione. Il pacco poté essere aperto dal Barletta con la complicità di Ricci Arcangelo.

Verso i primi del giugno 1937, il Ricci Francesco tornò a Parigi. L’organizzazione di Ceglie continuò, però, ad avere da lui stampa e direttive a mezzo del Barletta. In virtù di tali direttive il comitato comunista di Ceglie indisse l’8 agosto 1937, un convegno di esponenti comunisti di varie località limitrofe allo scopo di dare maggiore incremento ai rispettivi movimenti. A tale convegno intervenne, tra gli altri, il rubricato De Tommaso Giuseppe (meccanico nato e domiciliato a Brindisi, noto comunista, schedato) che ebbe ed accettò l’incarico di mettersi a capo del movimento comunista di Brindisi di cui era noto propagandista.

Quindi il partito comunista era stato già riorganizzato fin dal 1932, dal rubricato meccanico brindisino Ostuni Teodoro (appena dimesso dal carcere per effetto dell’amnistia del decennale, dopo una condanna avuta da questo Tribunale) che ebbe la fedele cooperazione del rubricato Mauro Cosimo (venditore ambulante, spavaldo e noto comunista schedato).

Però quel movimento comunista era minato da una serrata lotta di preminenza fra il nominato Ostuni e il rubricato Ribezzi Giuseppe (muratore nato e domiciliato a Brindisi) che nel 1933, anche egli appena dimesso dal carcere dopo una condanna di questo Tribunale ed a seguito dell’amnistia del decennale, riprese attiva, continua attività propagandistica a fine di creare proseliti.

Procedutosi con rito sommario ad ordine di cattura, contro i prevenuti, per delitti di cui in rubrica, la istruttoria ha offerto prove sufficienti atte a dimostrare l’esistenza dei fatti denunciati.

Basterà all’uopo rilevare:

I nominati imputati Barletta, Chirulli, Chirico Luigi, Chirico Rocco, Conte, De Maria, Vitale e Ribezzi hanno pienamente e dettagliatamente confermate le precedenti esplicite loro confessioni e rilevazioni fatte dall’autorità di P. S., rendendo così vane le reticenze e le negazioni dei rimanenti imputati.

Gli imputati, poi, Spina, Urgesi, Tetesi, Ostuni, Mauro, De Tommaso, Magno e Carbone (già — quasi tutti— pienamente confessi innanzi ai funzionari di P. S.) pur essendo ricorsi a qualche ritrattazione o reticenza, al solo evidente scopo di eliminare od attenuare personali responsabilità, hanno ammesso fatti e circostanze che. poste in relazione con le ampie dichiarazioni degli altri nominati confessi imputati, li rendono sostanzialmente confessi.

Completamente e costantemente negativi sono apparsi gli imputati Della Rosa Domenico e Ricci Arcangelo, ma nei loro confronti è sufficiente rilevare:

a) che le responsabilità del primo sono state pienamente lumeggiate dai coimputati Chirulli, Barletta, Spina, Urgesi e Conte;

b) che le responsabilità del secondo sono emerse dalle prime dichiarazioni dei coimputati Conte e Barletta nonché da reportate lettere ricevute dal fratello Francesco e dalle interessanti dichiarazioni dei testi apportanti.

Ciò posto, poiché nei suddescritti fatti addebitati agli imputati si ravvisano evidenti gli estremi dei delitti di cui in rubrica.

 

Poiché a giudicare di tali reati è competente questo Tribunale Speciale in virtù degli artt. 1 e 3 legge 4 giugno 1931 n. 674 e i R. D. 15 dicembre 1936 n. 2136.

Visti gli artt. succitati e 561 e 507 e seguenti C. P.

Esercito

Formula il seguente Atto di Accusa

Contro i rubricati per i reati di cui nel soprascritto capo di imputazione e lo deposita insieme al fascicolo processuale, nella cancelleria del Tribunale Speciale, chiedendo a S. E. il Presidente di voler fissare il giorno del dibattimento ed ordina le citazioni degli imputati e dei
testi di cui in lista, ordinando altresì, al latitante Ricci Francesco di costituirsi nel termine di giorni cinque con diffida che non comparendo sarà giudicato in contumacia.

Roma li 4 febbraio 1938 — Anno XVI

II S. Procuratore Generale
(Carlo Fallace)

 

Lista dei testi del Pubblico Ministero:

1) Console Giuseppe fu Gregorio – Ispettore P. S. al Ministero Interno.

2) Polimeni Michele fu Giovanni – Commissario P. S. al Ministero Interno.

3) Piccinno Giuseppe fu Gregorio – Commissario P. S. al Ministero Interno.

Roma li 4 febbraio 1938 — Anno XVI

Il .S. Procuratore Generale

(Carlo Fallace)

 

Per copia conforme al suo originale.

Roma, li 4 febbraio 1938 — Anno XVI

II Cancelliere Capo Dirigente
(Augusto Ferrazzoli)

 

da: [Mario Dilio, Bari 1977]

Fonti:
  • Mario Dilio: “Puglia antifascista”, Bari, editore Adda, anno 1977.
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