Una giornata particolare:

A Brindisi, il 25 gennaio inaugurazione della nuova sede dell’ANPI alla presenza della presidente Carla Nespolo, dopo essersi confrontata, in mattinata con gli studenti dell’IISS “Epifanio Ferdinando”  a Mesagne, impegnati nel progetto “Giovani e memoria” ; a Milano, lo stesso giorno la posa della pietra d’inciampo dedicata a Umberto Chionna operaio brindisino, antifascista e partigiano morto a Mauthausen.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A BRINDISI

C’è voglia di democrazia e di antifascismo. C’è voglia, tra giovani e meno giovani, di reagire all’odio, all’intolleranza, alla perdita progressiva dei diritti conquistati faticosamente, all’evanescenza della giustizia sociale. E l’Associazione nazionale partigiani d’Italia viene vista ovunque come un’ancora di salvezza da parte della società civile. Accade anche a Brindisi, dove venerdì 25 gennaio è stata inaugurata la nuova sede dell’Anpi provinciale, nella Corte degli artigiani, ex convento Scuole Pie, alla presenza della presidente nazionale dell’associazione, Carla Nespolo. Sede gremita tanto da lasciare fuori decine di persone. A introdurre gli interventi del sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, del partigiano Pietro Parisi, del segretario provinciale della Cgil, Antonio Macchia, di Drissa Kone, responsabile dell’associazione africana, e della stessa Carla Nespolo, è stato il presidente provinciale Anpi, Donato Peccerillo. Interventi tutti dedicati al ruolo dell’Anpi nella sua battaglia contro ogni tipo di fascismo passato e presente, contro il razzismo e la cosiddetta “legge sicurezza”. Studentesse e studenti del Liceo classico Calamo di Ostuni hanno recitato il monologo di Gigi Proietti “Mio padre e morto a 18 anni, partigiano” e cantato la canzone di lotta di Italo Calvino “Oltre il ponte”. Un coro di “Bella ciao” ha concluso la serata. Con l’inaugurazione della nuova sede, l’Anpi Brindisi apre ancora ai giovani allestendo per loro ma anche ad appassionati e studiosi, un’attrezzata sala studio. La sede ospiterà, infatti, anche l’associazione Memobri che ha come finalità la salvaguardia della memoria storica del territorio, le sue vicende sociali, culturali, economiche. Tra gli impegni, vi è quello della costituzione di fondi archivistici e bibliotecari da mettere a disposizione dei ricercatori, studenti, docenti e cittadini tutti.

Un ringraziamento particolare alle due Noemi, ad Annapaola, a Stefania, a Simona a Irene e a Greta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A MESAGNE

Per il progetto “Giovani e Memoria” in mattinata nell’Aula Magna dell’IISS “Epifanio Ferdinando” di Mesagne. La Presidente nazionale Anpi, Carla Nespolo si era confrontata  con gli studenti sulle leggi fasciste e razziste , la deportazione e lo sterminio.


 

 

 

 

 

A MILANO

Nel mese di gennaio a Milano sono state collocate 30 pietre d’inciampo in ricordo di altrettanti deportati (15 per motivi politici e 15 per motivi razziali) uccisi nei campi di sterminio nazisti. E una pietra di inciampo a Milano sarà collocata anche in onore del comunista e partigiano brindisino Umberto Chionna, ucciso in un campo di concentramento. Il 25 gennaio è stata collocata la pietra d’inciampo in via Farini alla presenza della figlia, Dorina, dell’Amministrazione comunale di Milano e, per Brindisi, di Elena Lenzi, archivista e ricercatrice, che ha contribuito alla realizzazione a Brindisi della mostra e del catalogo “I Sovversivi”. Elena Lenzi ha portato a Milano i saluti dell’Anpi di Brindisi. Umberto Chionna nacque a Brindisi il 28 gennaio del 1911. Falegname, lavorava nell’azienda di famiglia in via De’ Florenzia a Brindisi. Era adolescente quando organizzò, con altri, la sezione giovanile comunista segreta. Ma nella notte tra il 29 e il 30 ottobre del 1926 venne arrestato con i suoi compagni. Aveva solo 15 anni. Scontò tre anni di carcere. Quindi tornò a Brindisi e continuò la sua attività politica contro il regime fascista. Fu di nuovo arrestato nel 1931, perché, sfidando il regime, depositando un mazzo di fiori rossi sulla bara, trasformò in manifestazione antifascista i funerali di un operaio morto sul lavoro, Ferruccio Mauro. Accusato di propaganda sovversiva, fu inviato al confino a Lipari per 3 anni. Fu liberato nel 1932 in occasione dei festeggiamenti per il decennale fascista, ma rimase sotto osservazione da parte del regime vigilato fino al 1942. Trasferitosi al nord con la giovane moglie, fu assunto nel 1939 alla Pirelli Bicocca. Risiedeva in via Farini 35, a Milano, appunto. Partecipò attivamente agli scioperi nella sua azienda. Il 17 marzo 1944 viene arrestato di notte e condotto a San Vittore. Dal carcere fu condotto alla Caserma Umberto I di Bergamo. Deportato il 5 aprile dai tedeschi a Mauthausen, numero di matricola 61606 come Schutzhaftling, di seguito trasferito a Gusen e poi nuovamente a Mauthausen dove morì il 23 aprile 1945.

 

 

 

 

 

 

 

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