Congresso di Bari dei CLN del 28 e 29 gennaio 1944.
Sala Consiliare del Comune di Bari
Sabato 25 gennaio 2014
Organizzato da: l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, il Comune di Bari, l’ Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea “Tommaso Fiore”, e Istituto Campano per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea “Vera Lombardi”
con la collaborazione dell’Istituto Nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia, e la CGIL Camera del Lavoro di Bari
Ore 9,00
Saluti Istituzionali
Antonio Nunziante, Prefetto di Bari
Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia
Onofrio Introna, Presidente del Consiglio Regionale
Francesco Schittulli, Presidente Amministrazione Provinciale
Ore 9,30
Apertura dei lavori
Michele Emiliano, Sindaco di Bari
Marta Herling, Istituto italiano studi storici
Gerardo Marotta, Istituto italiano studi filosofici
Giovanni Battafarano, ANPI nazionale
Pino Gesmundo, CGIL Camera del Lavoro di Bari
Francesco Giustino, Fondazione cultura e cooperazione europea
Ore 10,15
Relazioni
Guido D’Agostino, Università di Napoli Federico II e Presidente ICSR
Luigi Masella, Direttore Dipartimento Fless Università di Bari Aldo Moro
Vito Antonio Leuzzi, IPSAIC
Letture a cura degli studenti dei Licei Classici “Socrate” e “Orazio Flacco” di Bari
Ore 12,00
Canti che hanno fatto l’Italia “… a conquistare la rossa primavera…” Coro Antiphonia diretto da Francesco Lucatuorto
Con l’adesionedell’Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea, Dipartimento Fless Università di Bari Aldo Moro, Istituto italiano per gli studi storici di Napoli, Istituto Italiano per gli studi filosofici di Napoli, Fondazione di cultura e cooperazione europea, Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari, Biblioteca Consiglio regionale della Puglia, Fondazione “Giuseppe Di Vagno”, Fondazione “Gramsci di Bari”, “Associazione Casa Di Vittorio”, Associazione mazziniana italiana di Bari, Liceo Classico “Socrate”, Liceo Classico “Orazio Flacco” Istituto studi filosofici e scientifici “G. Tarantino” Gravina.
“Vite spezzate – Costantino Gargaro – Storia di un’ingiustizia di Stato”, è l’ultimo volume di Alessandro Rodia, pubblicato con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Comunale di Francavilla Fontana, riporta alla luce la storia di un fatto di cronaca accaduto novant’anni fa e le mistificazioni messe in atto dal regime fascista per creare il mito del martire caduto sotto il piombo sovversivo per la causa nazionale.
Il 16 agosto 1925, mentre una diecina di giovani avanguardisti percorre le vie di Francavilla Fontana cantando inni fascisti, viene ferito mortalmente, da colpi di pistola, il diciassettenne Elio Galiano. Il dolore per la sua morte porta la fidanzata Laura Del Mare al suicidio, suscitando nella popolazione una palpitante ed enorme commozione.
Di questo assassinio viene incolpato e arrestato un contadino-operaio Costantino Gargaro, fervente socialista.
Il fascismo provinciale e nazionale organizza pubbliche manifestazioni per celebrare e far crescere il mito dell’eroe avanguardista assassinato dalla mano comunista. In onore del martire Elio Galiano vengono innalzati monumenti e intitolate strade e scuole. A Brindisi, il 29 novembre 1931, alla presenza di Renato Ricci, presidente centrale dell’Opera Nazionale Balilla, si inaugura la nuova palestra intitolata a “Elio Galiano”.
Costantino Gargaro subisce anni di durissimo carcere e lotta instancabilmente e disperatamente per affermare la propria innocenza ma la scientifica e mostruosa costruzione di un labirinto processuale, con l’utilizzo di testimonianze false, lo condanna a 18 anni di carcere.
La sua tenacia indomabile proiettata totalmente a dimostrare la propria innocenza e far emergere tutte le manovre poste in essere, soprattutto gli intrighi attuati per “pagare” i testimoni falsi, per incolparlo è, per il regime fascista, un pericolo che bisogna eliminare.
Nel giugno 1932 viene disposta la sua detenzione in un luogo irraggiungibile per la moglie e per i parenti: l’isola dell’Asinara, uno stabilimento penale durissimo fuori dal mondo, un inferno galleggiante e senza speranza di ritorno. La traduzione all’Asinara è la condanna all’emarginazione definitiva di Costantino Gargaro. Quel trasferimento è la sua condanna a morte.
Costantino Gargaro lotta per non soccombere, cerca di aggrapparsi ad ogni speranza per uscirne vivo ma non tornerà mai più. I resti mortali non ritorneranno a casa né durante la dittatura fascista né dopo con la democrazia.
Il 19 ottobre 1960, la Commissione, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, per il riconoscimento delle provvidenze a favore dei perseguitati politici antifascisti riconosce alla moglie Maria Fontana Principale l’Assegno vitalizio di Benemerenza, dopo aver accertato che Costantino Gargaro “ noto quale attivo antifascista venne arrestato e processato del reato per il quale fu condannato per motivi politici. Gli accertamenti dei Carabinieri di Bari hanno esplicitamente confermato l’indole politica dei fatti che provocarono l’imputazione del marito dell’instante noto antifascista”.
Una pista d’indagine, mai voluta prendere in considerazione dalla polizia politica fascista, è l’ipotesi inserita nella relazione della Stazione dei Carabinieri di Francavilla Fontana, in data 18 maggio 1959, inviata al Ministero del Tesoro – Ufficio Perseguitati Politici “Dato il lungo periodo di tempo trascorso dalla data in cui ebbe a verificarsi l’omicidio del giovane Elio Galiano, delitto attribuito a Gargaro Costantino, ed anche perché non esiste più il carteggio dell’epoca agli atti di quest’arma, non si è in grado di fornire sufficienti e precisi elementi chiarificatori in merito al fatto di cui innanzi. Tuttavia, secondo quanto è stato possibile appurare mediante accertamenti esperiti fra persone del luogo, degne di fiducia, si è venuto a sapere (…). Siccome il giovane Elio Galiano precedentemente aveva sedotta una certa Del Mare, ragazza che aveva minacciato di abbandonare, la quale dopo la morte del fidanzato si suicidò, si stabilirono due correnti di persone, una delle quali attribuiva l’omicidio del Galiano ad un giovane fratello della Del Mare, il quale giovane avrebbe ucciso per vendicare l’onore della congiunta (…)”.
La vicenda umana di Costantino Gargaro ha stimolato Alessandro Rodia a scavare nella storia di una città del Sud per riportare alla luce e far conoscere fatti politici e sociali accaduti negli anni in cui le squadre fasciste imponevano le dimissioni dei Sindaci eletti democraticamente dal popolo. Molti contadini ed operai meridionali, schedati come “sovversivi”, hanno pagato, con anni di carcere, di confino e con la vita, per difendere ed affermare l’idea di libertà. Libertà di cui, oggi, tutti noi ne godiamo i frutti.