A BRINDISI
A TUTURANO
A OSTUNI
Alla cerimonia solenne, presieduta da Sua Eccellenza il Prefetto di Brindisi, Annunziato Vardè, parteciperanno, oltre all’ANPI, le Autorità Civili Militari e Religiose della Città e della Provincia di Brindisi, le rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma di Brindisi e Provincia e le Rappresentanze degli Istituti scolastici della Città.
Subito dopo il prefetto si è spostato in piazza Sottile De Falco, davanti a Palazzo Nervegna, un luogo simbolo della coscienza civile della città dove sono affisse le lapidi che ricordano i due finanzieri, vittime innocenti di mafia, e il comandante partigiano brindisino Vincenzo Gigante medaglia d’oro al Valor militare, ucciso nella Risiera di San Sabba, per rendere onore ai partigiani e i combattenti per la libertà brindisini alla presenza di tutte le Autorità.
Quest’anno in occasione del 25 aprile, sono state consegnate dal Prefetto dieci medaglie del 70° anniversario della Liberazione ad altrettanti Partigiani e Internati Militari ancora in vita e ai familiari di coloro che ci hanno lasciato. Questo l’elenco di coloro che hanno ricevuto le medaglie:
Buzzerio Alfredo. Nato a Brindisi nel 1923. Partigiano della Formazione “Magni Magnino” in Toscana. Entrato nella 23° Brigata Garibaldi “Guido Boscaglia”, proveniente dalla formazione Magni Magnino, nome di battaglia “Brindisi”. Dopo l’11 settembre 1943, da aviere stazionato a Vigna di Valle( Roma) in aeroporto militare, fugge nell’Appennino Toscano con le armi. È stato nella Brigata da fine settembre ’43 a marzo ’44.
Colombo Ambrogio nato a Milano il 25 agosto 1920. Nel 1939 arruolato a Novara, nel Reggimento 17° artiglieria ippotrainata per essere poi trasferito in Sardegna dove rimase fino al 1942. L’8 settembre 1943 come tanti altri fu bloccato da un reparto militare e fatto prigioniero per non aver aderito alla Repubblica di Salò. Internato a Peschiera fu preso in carico dalle truppe SS e il 22 settembre arriva al campo di Dachau. Il viaggio avveniva con carri ferroviari – bestiame, senza mangiare e senza avere a disposizione un locale per i bisogni corporali. Successivamente fu trasferito nel campo di Kottern ai lavori forzati. Rimasto 21 mesi in campo di concentramento, con l’avanzata degli Americani fu costretto con gli altri prigionieri a mettersi in marcia per tentare di andare verso l’interno della Germania. Finalmente dopo due mesi e alterne vicende , fu condotto dalla Croce Rossa Internazionale al centro di raccolta di Bolzano dove trovò assistenza, abiti puliti e scarpe, diverse dagli zoccoli in legno che eravamo costretti ad indossare. Fu trasferito a Milano dal Centro di Liberazione dell’Alto Adige con un regolare foglio di viaggio.
Durante Cosimo marinaio del 1920 di Brindisi. Marinaio in servizio presso la Capitaneria di Porto dell’isola di Cefalonia, viene catturato dai tedeschi all’indomani dell’8 settembre 1943 a seguito del rifiuto di consegna delle armi. Condotto insieme ad altri prigionieri alla Caserma Mussolini di Argostoli ed imbarcato su una nave che poco dopo affondava a causa di una esplosione, viene recuperato insieme a pochi altri commilitoni mentre quasi mille prigionieri perdono la vita. Trasferito nei campi di prigionia prima di Patrasso poi di Atene, è deportato in Germania in una fabbrica di munizioni, poi in un campo di lavoro a Genthin . Il 25 aprile riesce a fuggire rientrando a Brindisi nel settembre del 1945.
Parisi Pietro. Nato il 6 luglio 1924 a Cisternino (BR). Contadino e Partigiano, con il nome di battaglia “Brindisi”, milita nella 176a Brg. Garibaldi dal 1° novembre 1943 al 7 giugno 1945 in Val d’Aosta. Attualmente vive a Cisternino. Ricordando la sua esperienza ha così ha dichiarato: A 19 anni fui chiamato alle armi per combattere una guerra di cui non capivo ne il senso ne lo scopo. L’8 settembre 1943, in tutte le caserme, fra tutti i militari la confusione fu enorme. Soldati sbandati spesso prendevano decisioni personali, ma altrettanto spesso finivano per cadere nelle mani dei tedeschi che li deportavano in Germania. Sarebbe stata anche la mia sorte se non mi fossi deciso a nascondermi e a vivere di espedienti aiutando i contadini nei loro lavori. Ma non dovevo soltanto guardarmi dai tedeschi perche anche i fascisti ci braccavano e talora ci prendevano con l’inganno per consegnarci ai tedeschi. Dall’Astigiano, dove in un primo momento mi nascosi, passai nella Valle D’Aosta, dove cominciò la mia vera e propria azione partigiana. Svolgevo col nome di battaglia “Brindisi” il ruolo di staffetta; presto rivelai delle qualità insospettate e insospettabili tanto che mi proposero di fare il comandarne delta 176ma brigata Garibaldi, incarico che io decisamente rifiutai. Il nostro compito era quello di tenere a bada fascisti e tedeschi aspettando le truppe regolari con le quali operare la definitiva liberazione dell’Italia.
Pronat Oscar. E’ stato internato nei lager nazisti, patriota col compagno Gigante in quel di Trieste nel 1944. Nacque a Brindisi il 25 novembre 1923. A 18 anni si arruolò in Marina come motorista navale. L’8 settembre 1943 apprese che la guerra contro americani, inglesi e francesi era terminata e che si sarebbe continuato a combattere contro i tedeschi. Oscar si imbarcò sulla nave “Eridania” che, dirigendosi verso Taranto, fu attaccata dagli aerei “Stuka” che imposero un cambio di rotta. Sbarcato a Fiume fu arrestato dai soldati del Generale Gambara, un italiano schieratosi con i tedeschi e a questi fu consegnato il 14 Settembre 1943. Fu portato a Venezia dove i tedeschi gli chiesero di combattere a fianco al loro esercito e, al suo rifiuto, fu caricato insieme ad altri su treni della deportazione. Dopo due giorni giunse a Furstenberg-Oder in Germania. A piedi, camminando nella neve, raggiunse il “lager 3b”coperto da sputi ed insulti. Fu spogliato e marchiato con il numero 310584. Dopo gli strazi fisici e psicologici, nell’aprile 1945 approfittando del caos provocato dai bombardamenti, scappò rifugiandosi in uno scantinato sepolto dalle macerie di un palazzo. I soldati russi lo trovarono e gli fornirono un salvacondotto. A 21 anni tornò nella sua città
Cafaro Vincenzo. Nato a Muro Leccese il 30 maggio 1922. Arruolato volontario nel CEMM in qualità di allievo cannoniere dal 1 10 1941, poi sottocapo cannonieri dal 1 ottobre 1942. Destinazioni Maridepo Taranto, dal 4 novembre ’40 al 6 11 ’40; Mariscuola/ Mariottica Pola dal 7 11 ’40 al 13 6 1941: Imbarcato su nave Maestrale dal 14 giugno ’41 al 8 settembre ’43. Internato in Germania dal 9 settembre ’43 all’ 11 settembre ’45. Insignito con il distintivo d’onore “patrioti volontari della libertà” il 5 12 1979: FOM.n.97 del 5.12/1979 .Art.5 – Il Tenente di Vascello (CEMM) s.p. Vincenzo CAFARO, essendo stato deportato nei lager ed avendo rifiutato la liberazione per non servire l’invasore tedesco e la repubblica sociale durante la resistenza, è stato autorizzato a fregiarsi, ai sensi della legge 1 dicembre 1977 n.907, del distintivo d’onore per il Patrioti Volontari della Libertà, istituito con decreto luogotenenziale 3.5.1945 n.350.
D’Ancona Carmelo – Fante – Classe 1920. Chiamato allo armi noi 225° Reggimento Fanteria AREZZO il 9 gennaio 1941 ; imbarcatosi a Bari o partito per l’Albania il 17 agosto 1941 ; sbarcato a Durazzo il 20 agosto 1941 ; operante in territorio dichiarato in stato di guerra, partecipa allo opera/ioni svoltesi alla Frontiera Greco-Albanese fino alla data dell’8 settembre 1943: fatto prigioniero dei Tedeschi il 9 settembre 1943; internato in un Campo vicino Sarajevo dove lavora in miniera; successivamente viene trasferito in un Arbeìtskommando nei pressi di Belgrado impegnato allo sgombero di macerie; liberato dai Russi e trattenuto in territorio slavo, viene rimpatriato il 10 novembre 1945.
Gravili Donato – Aviere – Classe 1922. Designato per il ruolo servizi al Centro di Accoglienza di Brindisi e aggregato al 226° Deposito Fanteria di Molfetta il 12 giugno 1942; destinato alla Base Militare di Mestre il 19 agosto 1942; mobilitato in zona di operazioni al Comando Aeronautica Grecia – Atene , il 30 agosto 1942; inviato a Rodi e assegnato al Reparto Presidiario Aeronautico Egeo – Rodi l’11dicembre 1942; partecipa alle operazioni di guerra svoltesi nel
Mediterraneo – Egeo fino alla data dell’8 settembre 1943; catturato dalle Forze Tedesche il 9 settembre 1943; è internato insieme con Bungaro Pompilio, Baldassarre Domenico e Pennetta Antonio prima a Rodi e in seguito a Scàrpanto, Creta e Atene: inviato in Germania il 12 marzo 1944, giunge a Lipsia, via Bucarest – Budapest – Belgrado – Lubiana – Vienna, il 13 aprile 1944, giorno della Domenica delle Palme; successivamente viene trasferito in un Campo nei pressi di Brema, dove viene separato dai suoi compagni, destinati ad altri Campi; viene portato a Kiel e poi ad Amburgo, svolgendo il lavoro di addetto alla preparazione della colla per la costruzione di alianti; liberato dagli Inglesi il 3 maggio 1945; rimpatriato il 30 agosto, giunge al Brennero il 5 settembre 1945.
Elia Carmine – Artigliere – Classe 1922 Chiamato alle armi il 31 gennaio 1942 nel Deposito 2° Reggimento Artiglieria Antiaerea di stanza a Napoli; designato quale complemento alla 14″ Batteria Reggimento Artiglieria Contraerea da 75/27 A. V. O.P. – Anti Velivolo Obice da Posizione/86 del 1942 e avviato al Comando Base di Mestre per l’ulteriore destinazione in Egeo il 21 agosto 1942; giunto nel Deposito Smistamento Truppe per l’Egeo in Barletta il 21 agosto 1942; partito da Mestre con tradotta destinazione Atene il 23 agosto 1942; imbarcatosi al Pireo, giunto a Rodi e aggregato al 35° Raggruppamento il 5 settembre 1942; partecipa alle operazioni di guerra svoltesi nel Mediterraneo – Egeo fino alla data dell’8 settembre 1943; catturato dai Tedeschi l’8 settembre 1943 a Rodi; trasferito in uno Stalag nei pressi di Belgrado, ha lavorato come contadino e in una fabbrica di armi; liberato dai Russi nell’ottobre 1944. non potendo tornare in Italia, ha combattuto al fianco dei Partigiani di Tito; rimpatriato con i propri mezzi il 9 giugno 1946.
Patisso Amleto – Fante – Classe 1922. Chiamalo alle armi nel 35° Reggimento Fanteria PISTOIA di stanza a Bologna quale predesignato per il 2° Battaglione Chimica – Lanciafiamme, il 4 febbraio 1942; partito per il Montenero, imbarcatosi a Bari il 12 agosto 1942: sbarcato a Cattaro il 14 agosto 1942; partecipa alle operazioni di guerra svoltesi in Balcania -Territori ex Jugoslavia fino alla data dell’8 settembre 1943; catturato dai Tedeschi il 9 settembre 1943; internato in Serbia dove lavora come manovale nella costruzione di un campo di aviazione in cui sono impegnati 4.000 deportati dei quali, per decessi o per trasferimenti, ne restarono solo 600; liberato l’ 8 maggio 1945 dagli Americani; rimpatriato il 22 settembre 1945.