Che non si parli di tragedia. E’ strage a Steccato di Cutro.

Che non si parli di tragedia. E’ strage. Eravamo in diecimila a Steccato di Cutro, in marcia sino alla spiaggia dove ancora si recuperano corpi di bambini, donne e uomini. Per dire no alle stragi in mare.

Una delegazione di Anpi Brindisi tra i testimoni di umanità


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ora a Steccato di Cutro.

Un mare di gente in marcia.

Un mare diverso da quello che ha accolto i corpi di bambine e bambini, donne e uomini in fuga dall’inferno.

In tante e tanti in marcia per il diritto alla vita, per il diritto dei popoli a muoversi senza barriere, senza muri.

Una croce di legni strappati al mare, legni spezzati come le vite umane che sono arrivate su questo pezzo di costa in cerca di un futuro.

Manifestiamo perché non accada più, perché questo governo e tutti i governo del mondo si assumano la responsabilità di queste morti, e lavorino per garantire che il mare non sia più la tomba di nessuno

 

(testo Marina Samarelli dell’Anpi di Brindisi)


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dichiarazione e appello sulla tragedia di Crotone Il Comitato “Io Accolgo”, la Rete dei Comitati per la Pace di Puglia e il Digiuno di Giustizia in solidarietà con i Migranti sottoscrivono e promuovono l’appello lanciato da MEDITERRANEA SAVING HUMANS sulla tragedia di Crotone.

La situazione è stata gestita come un’operazione di polizia, senza pensare ai soccorsi. Lo ammette lo stesso Procuratore Capo di Crotone: quelle vite si potevano salvare. Riteniamo inaccettabili la criminalizzazione delle vittime e le parole del Ministro dell’Interno Piantedosi, tese a scaricare la responsabilità della strage sui migranti stessi. Il Ministro forse non sa cosa significa vivere in zone di guerra o ammassati in campi profughi senza alcuna prospettiva per sé e per i propri figli, non sa cosa provano le vittime di violenza e di soprusi, non sa cosa significa vivere in paesi dove i diritti umani non sono riconosciuti e dove una donna può essere lapidata per una ciocca di capelli che sfugge dal velo. Nel 2021 nel mondo si sono spesi 2.113 miliardi di dollari per le armi, e le spese per gli armamenti sono in continua crescita, ma non si sono trovate le risorse per consentire una vita degna a tutte le donne, gli uomini ed i bambini del pianeta. Di fronte a questa ennesima tragedia, sosteniamo l’appello di Mediterranea Saving Humans e chiediamo:

  • · che siano aperti, in modo ordinario e adeguato, canali umanitari legali e sicuri per garantire l’ingresso in Europa alle persone in fuga dalle guerre;
  • · che i campi di detenzione in Turchia e in Libia siano evacuati e chiusi;
  • · che l’Italia e l’Europa garantiscano le missioni di soccorso in mare;
  • · che comunque le navi della flotta civile siano messe in condizione di operare senza ostacoli e criminalizzazione.

Inoltre chiediamo l’abolizione dei decreti sicurezza, politiche in grado di assicurare un’accoglienza dignitosa e l’integrazione dei migranti, il riconoscimento del diritto alla migrazione. Quelle bare bianche ci dovrebbero interrogare, perché, come dice il grande filosofo Edgar Morin: “Siamo entrati nella crisi dell’umanità senza accedere all’Umanità”. Per queste ragioni aderiamo alla manifestazione nazionale “Verità e Giustizia per le vittime della strage di Cutro”.

Comitato “Io Accolgo” Puglia Digiuno di Giustizia in solidarietà con i Migranti Rete dei Comitati per la Pace di Puglia



Dopo diversi mesi riprendiamo ad occupare la pagina principale del sito dell’ANPI provinciale di Brindisi (http://www.anpibrindisi.it/) e riprendiamo riportando l’importante iniziativa:

“ Piazza Fontana 12 dicembre 1969-12 dicembre 2022 – La Galassia nera dalla strage di Stato alla mappa del neofascismo oggi”

 

L’importante iniziativa si è svolta il 12 dicembre ed è stata promossa  dal comitato provinciale di ANPI Brindisi e dalla sezione cittadina “Vincenzo Gigante” della città capoluogo,  in occasione del 53° Anniversario della Strage di Piazza Fontana, nella sala Gino Strada di Palazzo Nervegna. La conferenza dibattito  ha trattato  della Galassia nera partendo dalla strage di Stato e dalla strategia della tensione degli anni ’60 e ’70 del ‘900 sino a giungere  alla mappa del neofascismo oggi”. Relatore principale è stato il dottor Giovanni Baldini della redazione di Patria Indipendente (periodico ANPI nazionale), ricercatore che ha prodotto uno studio, durato un anno, su neofascismi e web, con particolare riferimento a Telegram, evidenziando la presenza di decine di gruppi neonazisti e neofascisti in Italia particolarmente aggressivi e pericolosi. All’iniziativa, di importante valenza storica e attuale, hanno aderito Cgil, Arci e Libera e hanno dato il loro patrocinio il Comune di Brindisi, l’Osservatorio regionale sui neofascismi della Regione Puglia, sono intervenuti anche il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, ad Antonella Morga, coordinatrice dell’Osservatorio regionale sui neofascismi.


 

 

 

 

Come ha poi riportato la segretaria e dello SPI CGIL nel congresso provinciale : Un’interessante indagine presentata la scorsa settimana da Giovanni Baldini giornalista di Patria Indipendente in una iniziativa organizzata dall’Anpi Provinciale, dimostra che fino al 2018, esistevano 4700 pagine su FB di gruppi neofascisti vicini a Casa Pound e Forza Nuova, poi chiuse da FB. Gruppi strutturati soprattutto nel centro e nel nord Italia. Meno organizzati certamente, ma non mancano anche qui da noi. In questi anni c’è stato il tentativo di sdoganarsi come partiti politici, ma anche se ufficialmente non ce l’hanno fatta, il loro supporto a personaggi politici c’è e continua ad esserci. Non sottovalutiamo i rischi per la nostra democrazia e dobbiamo essere consapevoli che l’educazione e la vicinanza ai ragazzi deve essere un nostro impegno, perché questi movimenti cercano di occupare gli spazi che noi lasciamo vuoti.

 

Dal sito nazionale di Patria indipendente  (https://www.patriaindipendente.it/persone-e-luoghi/inchieste/la-galassia-nera-su-telegram/ )

La Galassia Nera su Telegram

Gruppo di lavoro Patria su neofascismo e web

Un’inchiesta molto attesa sulla piattaforma che dai confini dell’universo social, rifugio e ultima spiaggia dei gruppi di estrema destra bannati da Facebook e Twitter, ora conta milioni di utenti. Diventando il luogo online dove, forti di un maggior anonimato, formazioni e movimenti lasciano emergere liberamente le più radicali pulsioni violente e razziste, antisemite ed eversive.

Dopo le indagini sull’estrema destra e sul neofascismo basate sulla mappatura della loro presenza su Facebook (dicembre 2016, maggio 2017 e aprile 2018), su Twitter (novembre 2019) e di quella, sempre su Twitter, sulla penetrazione in Italia del fenomeno QAnon (novembre 2020), approdiamo oggi a un’analoga analisi per Telegram.

Telegram è una piattaforma di messaggistica negli intenti simile a WhatsApp ma che si differenzia per molti versi e dà buone garanzie di anonimato. Inizialmente pensata anche come strumento di comunicazione per dissidenti in regimi autoritari è però divenuta rifugio dei gruppi dell’estremismo e dell’eversione che via via venivano espulsi dagli altri social media.

Questo fenomeno ha riguardato varie tipologie di gruppi, inclusi quelli del terrorismo jihadista, verso cui in effetti sono state prese varie misure e ogni giorno vengono espulsi da Telegram centinaia se non migliaia di propagandisti, canali e gruppi di tale matrice.

Eppure, nonostante l’uso internazionalmente ben documentato della piattaforma anche per propaganda fascista e nazista, molto meno impegno è stato profuso per limitarne i pericoli, pure quando si sono concretizzati in atti violenti. Ovvero manca del tutto o quasi un’attività di prevenzione paragonabile a quella che nel tempo hanno attivato altre piattaforme. Telegram ha raggiunto un bacino di utenza considerevole, avendo oramai consistentemente superato il mezzo miliardo di utenti attivi su base mensile. In Italia interessa quasi la metà del pubblico che naviga in internet.

Ci siamo quindi occupati di scoprire quanti e quali siano i canali e i gruppi italiani assimilabili all’estremismo di destra e al neofascismo. Come nelle indagini precedenti abbiamo cercato non solo di avvicinarci per quanto possibile alla completezza delle informazioni, ma soprattutto di determinare quali formazioni più di altre riescano a tessere relazioni efficaci dal punto di vista comunicativo, riescano cioè a essere influenti internamente al frastagliato mondo dell’estrema destra.

La mappa

Abbiamo censito e classificato circa 600 fra canali e gruppi, ritrovando sigle note come CasaPound Italia e Forza Nuova, ma anche incontrando gruppi minori nati recentemente e che hanno realizzato proprio su Telegram l’ecosistema comunicativo per loro più fruttuoso.

https://www.patriaindipendente.it/progetto-telegram/

 



Martedì 12 ottobre si torna in piazza. Brindisi con Mimmo Lucano.

BRINDISI CON MIMMO LUCANO

L’UMANITA’ NON SI ARRESTA

UNA LUNGA MOBILITAZIONE

 

L’abnorme condanna dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano è irricevibile. Associazioni, sindacati, forze politiche democratiche e cittadini, uniti in una grande e doverosa alleanza, sono sconvolti.

Giusta la vicinanza e la solidarietà concreta a Mimmo, un sindaco che, per sensibilità personale e dovere costituzionale, ha fatto dell’accoglienza e dell’inclusione il fulcro dell’attività amministrativa e che ha aiutato gli ultimi senza mai arricchirsi.

Confidiamo nei successivi gradi di giudizio, ma ribadiamo che tale assurda condanna, è nata da leggi che nulla hanno a che fare con la giustizia sociale e con lo spirito di accoglienza del popolo italiano e brindisino in particolare. La solidarietà sui social non basta!

Questa sentenza rappresenta un precedente allarmante e pericoloso per tutti coloro che in modalità istituzionale (ex Sprar oggi Sai) e volontaria, sono impegnati, tra mille ostacoli, a garantire solidarietà concreta ed accoglienza.

Nella difesa di Mimmo Lucano c’è anche la nostra volontà di impedire che si torni ad un passato insostenibile ed inumano.

Per questo motivo siete tutti invitati a partecipare ad un sit-in davanti al tribunale di Brindisi martedì 12 ottobre dalle ore 10 alle ore 11,30, così come si sono mobilitate decine di città in tutta Italia.

Il nostro impegno non si limiterà alla piazza, andrà nella periferia della città con proiezioni di film, documentari e dibattiti per far conoscere l’esemplare esperienza di Riace.

Brindisi è e sarà con Mimmo Lucano sempre, per l’umanità, per l’accoglienza, la solidarietà, l’inclusione .

 

 

 

 

 

Fascismo e Omosessualità

 

In occasione della manifestazione del Pride pugliese nella città di Brindisi si pubblicano alcune significative pagine su uno dei temi oggetto della manifestazione: Fascismo e Omosessualità.

Sull’argomento è interessante ricordare il lavoro pubblicato nel lontano anno 1986  nella rivista Babilonia “mensile di cultura e seduzione Gay” che faceva uscire tra aprile e maggio due articoli dedicati all’argomento. La cosa è stata possibile grazie alla documentazione nel fondo Mario Merico-ATTIKA contenuto nell’Archivio storico Benedetto Petrone custodito presso la sede ANPI di Brindisi.

Una premessa per affrontare il tema è necessaria: il regime fascista perseguitò gli omosessuali anche se il codice Rocco non conteneva alcuna norma contro l’omosessualità. Di conseguenza la repressione dell’omosessualità veniva affidata all’intervento della polizia che ne sottoponeva i casi alle  apposite e diverse Commissioni provinciali ciascuna  costituita dal prefetto, il questore, il comandante dei carabinieri, il capo della milizia fascista e il procuratore del re. La Commissione provinciale esaminava e comminava i provvedimenti repressivi relativi che andavano dalla diffida all’ammonizione sino al confino di polizia.  Furono circa 20.000 le misure di ammonizione nei riguardi di omosessuali. A molti omosessuali fu imposta la pena del confino quasi sempre in isole italiane ed in particolare presso le Tremiti.

Di seguito si pubblica stralci significativi dei due numeri 35 e 36 della rivista Babilonia scritti da Giovanni Dall’Orto, il primo articolo con il titolo era “Per il bene della razza al confino il pederasta” e l’altro apparso nel numero seguente titolava: “credere, obbedire, non «battere»”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’incipit per i due articoli di Babilonia era: Per la prima volta riportati alla luce i documenti sulla persecuzione degli omosessuali durante il fascismo. Per iniziativa dell’Arci-gay importanti testimonianze umane e storiche, finora inedite, vengono messe a disposizione di tutti.

L’autore in precedenza aveva lamentato la mancanza di qualsiasi studio sulla repressione degli omosessuali durante il Ventennio. Infine avendo in passato l’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Antifascisti (ANPPIA) svolto un’impressionante opera di ricerca e catalogazione di confinati, aveva messo lo schedario  a disposizione del Dall’Orto e gli aveva consentito di individuare 82 fascicoli di omosessuali.


Di seguito si pubblicano stralci dei due articoli:

“Va innanzi tutto detto che gli 82 fascicoli che gli studiosi possono consultare rappresentano solo una minima parte del materiale conservato presso l’Archivio. (…) dispersa fra le oltre 20.000 pratiche di «ammonizione» (comminata agli omosessuali con maggiore frequenza del confino), su cui nessuno ha ancora fatto un lavoro di ricerca(…).

“tutti i processi esaminati risalgono agli anni 1938-1939, quando gli omosessuali furono classificati come «detenuti politici», per effetto delle nuove leggi sulla «difesa della razza» che il fascismo aveva promulgato scimmiottando quelle tedesche. Viceversa, i fascicoli precedenti al 1936 sono classificati fra quelli per reati comuni, e non sono consultabili prima di 70 anni dalla sentenza.”

“Ciò rende sufficientemente completo il quadro dell’Italia «diversa» del periodo fascista. C’è veramente di tutto: il contadino e il sacerdote, l’analfabeta e il funzionario, il pedofilo e il prostituto, il meridionale e il settentrionale, il travestito e la «velata». Complessivamente, credo che il campione a mia disposizione fosse veramente molto ricco ed articolato, tale da fornire un’immagine che posso definire «completa».”

 

“Quello che il confino puniva (…) non erano (…) azioni delittuose (come potrebbero essere le attività mafiose, per cui era comminato il confino «comune») ma la semplice presunzione della «diversità». Lo si nota ad esempio nel caso di Barbaro M., che viene condannato l’8 maggio 1939 a ben 5 anni di confino perché in paese (in provincia di Catania) «si dice» che sia omosessuale, in quanto «veste in modo effeminato» e frequenta cattive compagnie. Nessun atto preciso può essergli contestato: prove della sua «colpevolezza» sono solo la vox populi, e un discutibile esame (…) compiuto da un medico che sentenzia «dedito alla pederastia passiva»!?).”

 

“La vita al confino era difficile. Il regolamento delle Tremiti imponeva di “darsi a stabile lavoro”, ma che lavoro si trovava nelle boscose isole che contavano “ben” 400 abitanti in tutto? Nel 1940 lo stato passava 4 lire al giorno ad ogni confinato, ma un chilo di fagioli costava 5 lire, ed un chilo di pane ne costava 2,40. Il sogno di tutti i confinati era perciò quello di essere trasferiti in un comune di terraferma, dove esistesse qualche opportunità di lavoro.
Quasi nessuno ci riuscì.”

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Emblematica è la relazione del Questore di Catania autore sin dal 1939 una rabbiosa campagna contro i «pederasti» e che spedì al confino in un sol colpo 20 omosessuali di Catania, e 9 di Paternò, giungendo a dichiarare persone «pericolosissime per l’ordine sociale» persino ragazzi di 18-19 anni. Di seguito si riporta la relazione del Questore di Catania:

«La piaga della pederastia in questo capoluogo tende ad aggravarsi e generalizzarsi perché giovani finora insospettati ora risultano presi da tale forma di degenerazione sia passiva che attiva, che molto spesso provoca anche mali venerei. In passato molto raramente si notava che un pederasta frequentasse caffè e sale da ballo o andasse in giro per le vie più affollate; più raro ancora che lo accompagnassero pubblicamente giovani amanti od avventori. Il pederasta ed il suo ammiratore preferivano allora le vie solitarie per sottrarsi ai frizzi ed ai commenti salaci; erano in ogni caso generalmente disprezzati, non solo dai più timidi, ma anche da quelli che passavano per audaci o senza scrupoli, ma che in fondo erano di sana moralità. Oggi si nota che anche molte spontanee e naturali repugnanze sono superate e si
deve constatare che vari caffè, sale da ballo, ritrovi (balneari e di montagna, secondo le epoche) accolgono molti di tali ammalati, e che giovani di tutte le classi sociali ricercano pubblicamente la loro compagnia e preferiscono i loro amori snervandosi ed abbrutendosi.

Questo dilagare di degenerazione in questa città ha richiamato l’attenzione della locale Questura che è intervenuta per stroncare o, per lo meno, arginare tale grave aberrazione sessuale che offende la morale e che è esiziale alla sanità ed al miglioramento della razza, ma purtroppo i mezzi adoperati si sono dimostrati insufficienti.
I fermi per misure, le visite sanitarie, la maggiore sorveglianza esercitata negli esercizi pubblici e nelle pubbliche vie, non rispondono più alla bisogna. Perché infatti i pederasti fatti più cauti per eludere la vigilanza della Pubblica Sicurezza ricorrono ad una infinità di ripieghi.

I più abbienti mettono su quartini mobiliati con gusto civettuolo ed invitante, i più poveri per spirito di emulazione e per non essere da meno, ricorrono ai più disparati espedienti, non escluso il furto, per procurarsi i mezzi e mettere anch’essi su una casa ospitale. Tutti poi, per vanità, per piccole gelosie, menano vanto delle conquiste fatte, che tendono a mantenere a prezzo di qualsiasi sacrificio.

I giovani per altro – quando non espressamente invitati – sono sospinti in quelle case, alcuni dalla curiosità, altri dall’insidioso desiderio di fumarvi gratuitamente una sigaretta, e tutti, dopo avere visto, hanno voluto poi provare, sicché vi sono sempre ritornati.
E tale presa di contatto, anche quando non sfugge alla polizia, non può in ogni caso essere impedita, pur prevedendosene gli sviluppi e le ultime conseguenze.
Ritengo, pertanto, indispensabile nell’interesse del buon costume e della sanità della razza, intervenire – con provvedimenti più energici – perché il male venga aggredito e cauterizzato nei suoi focolai. A ciò soccorre, nel silenzio della legge, il provvedimento del Confino di Polizia, da adottarsi nei confronti dei più ostinati, fra cui segnalo….»




 




 

 

 

 

In altri casi si riscontrano tratti comici sen addirittura boccacceschi come nel caso  del gestore di una trattoria in Eritrea che intratteneva relazioni con un indigeno, di seguito il verbale di uno dei carabinieri:

 

“Una sera del dicembre 1937, mentre rivestivo il grado di zaptié, fui comandato verso le 21, assieme al carabiniere C
Ignazio, di appiattamelo all’abitazione di un nazionale di nome Otello, per verificare se col connazionale medesimo andava a passare la notte un ragazzo indigeno, certo Abraha G. La stanza da letto del nazionale aveva due porte. A guardia di una si mise il carabiniere, e a guardia dell’altra mi misi io. (…).Verso le quattro o quattro e mezzo il comandante la stazione si diresse alla porta alla quale vigilava il carabiniere e bussò ripetutamente. L’Otello domandò spaventato che cosa c’era e quando gli fu risposto “Carabiniere” disse di attendere un momento che avrebbe acceso la candela. Egli invece, al buio, venne ad aprire la porta chiusa a chiave, alla quale ero io di sorveglianza, per fare uscire l’Abraha, che io fermai puntandogli la pistola. L’Abraha aveva indosso solo una maglietta corta e mi disse che voleva uscire per orinare (…). Sapevo da tempo che tra l’Otello e l’Abraha correvano rapporti di pederastia e ciò era notorio sia ai nazionali che agli eritrei. L’Abraha vestiva bene e non faceva niente. Quando si allontanava da Adi Quala, l’Otello andava a cercarlo, e mi risulta che una volta andò fino ad Adi Caiek per farlo ritornare in sua compagnia. A quei tempi, poi, la popolazione eritrea cantava canzoni di scherno all’indirizzo dei due immorali. Uno diceva così: Chilè sciucòr uodì  fitaurari mehacor, che in italiano vuol dire: “un chilo di zucchero, figlio di fitaurari vende il culo”.

 

Giovanni Dall’Orto di seguito sostiene che dalla sua indagine emergevano due Italie sul doppio binario:

“L’immagine che viene emergendo dai documenti è quella di una Italia “diversa” che procede su un doppio binario. Se da un lato troviamo, nelle grandi città, una sottocultura strutturata con i “suoi” luoghi canonici di incontro (bar, sale da ballo, gabinetti pubblici, parchi) dall’altro emerge la grande massa degli omosessuali che vive in piccoli centri (non dimentichiamo che l’urbanizzazione di massa in Italia risale al dopoguerra) e che si arrangia seguendo altri schemi culturali e di comportamento.”

L’autore negli articoli distingue L’omosessualità rurale e l’omosessualità mediterranea, che definisce e racconta in modo articolato.

Infine a dimostrazione che anche sull’omosessualità passava una linea di distinzione che il regime adottava tra ricchi e meno abbienti, viene  raccontato il caso de Il professore Ottone Rosai, pittore protetto dal regime:

 

 

 


“Sulla base delle dichiarazioni dell’U. è risultato che il nominato M. Alberto ed il pittore Rosai Ottone sono anch’essi pederasti. Alle contestazioni che sono state loro mosse si sono mantenuti reticenti, ma i particolari emersi non possono lasciare dubbi di sorta:l\’U, ha precisato al riguardo che il M. ha avuto più volte rapporti contro natura con lui e con il nominato S.  nella stessa sua abitazione nonché altrove, e che il pittore Rosai dopo averlo visto appena una volta alle Cascine, aveva voluto assumerlo come modello, e da allora durante 5 06 mesi fino a poco tempo fa, si era mantenuto con lui in continua intimità abnorme”.

“Rosai ebbe una punizione decisamente mite: la diffida, che era il passo precedente l’ammonizione, e non comportava alcuna restrizione della libertà personale.”


Si allegano i PDF della rivista Babilonia n. 35 e 36 del 1986.

 




Sportello migranti bilancio di un anno di esperienza che continuerà nel nome dell’umanità e della giustizia sociale contro ogni disuguaglianza

 

 

 

 

 

In occasione del 20 giugno 2021 la Giornata Mondiale del Rifugiato è coincisa con la conclusione del primo anno di attività dello Sportello Informativo Migranti della Comunità africana di Brindisi e provincia nella sede del comitato provinciale dell’ANPI di Brindisi. (La Comunità Africana raduna molte delle associazioni dei Paesi del continente presenti nel territorio, dalla Nigeria, al Mali, dal Ghana alla Guinea, sino al Marocco e all’Egitto).

 

 

Un  anno fa, in piena emergenza sanitaria e sociale, lo Sportello Informativo sui  Migranti è stato aperto.  Per un anno intero, due volte alla settimana i preziosi volontari della stessa comunità africana e di altre associazioni (Voci della terra, Arci, Community Hub, spesso affiancati da Compagni di strada, Forum per cambiare l’ordine delle cose e Migrantes) con il sostegno attivo della stessa ANPI di Brindisi, hanno messo a disposizione dei molti migranti diversi volontari (a titolo totalmente gratuito)  come  avvocati, interpreti, psicologi, mediatori culturali, tutte persone, giovani e non, di buona volontà e pronte a riempiere un vuoto istituzionale a sostegno di chi è arrivato in Italia ed è rimasto in balia di ostacoli burocratici insostenibili e di leggi ancora imperfette se non decisamente ingiuste e discriminanti.

Tutti i volontari hanno messo in pratica una politica antirazzista, per il diritto alla mobilità e a una vita dignitosa. Una iniziativa  politica attiva e in “rete”, un pezzo importante di alleanza – la più ampia possibile – sui diritti,  che ha portato lo Sportello a essere riconosciuto come interlocutore credibile e rispettato dalle istituzioni locali, dal Comune e dalla questura attraverso l’apertura di tavoli di confronto per risolvere problemi. Un servizio gratuito riconosciuto dalla Prefettura di Brindisi che ha accettato di aprire tavoli di mediazione con le altre istituzioni per superare criticità che sembravano insormontabili. Lo Sportello è stato persino accettato dal Tribunale l’inserimento tra i suoi volontari di una persona sottoposta alla misura della “messa alla prova”, e anche questo è un riconoscimento chiaro il ruolo dello Sportello Informativo sui  Migranti. Tutti i canali di comunicazione con le istituzioni sono stati aperti. Non è accaduto ovunque in Italia che varie associazioni di migranti africani si riunissero in un’unica comunità per imporre l’autodeterminazione senza che altri tentino, anche in nome di una discutibile solidarietà, di “colonizzare”, di minare una sacrosanta autonomia.

Questo è il bilancio  dello Sportello dell’anno passato:

Questa è politica antirazzista, per il diritto alla mobilità e a una vita dignitosa. Una politica attiva di rete, un pezzo importante di alleanza – la più ampia possibile – sui diritti,  che ha portato lo sportello a essere riconosciuto come interlocutore credibile e rispettato dalle istituzioni locali, dal Comune e dalla questura attraverso l’apertura di tavoli di confronto per risolvere problemi. Un servizio gratuito riconosciuto dalla prefettura di Brindisi che ha accettato di aprire tavoli di mediazione con le altre istituzioni per superare criticità che sembravano insormontabili. Lo sportello presso ANPI ha persino accettato dal numero complessivo di persone assistite dai vari operatori volontari, all’interno e all’esterno dello sportello, 420.

Tipologia di Prestazioni rese:

  • pratiche in sanatoria 2020;
  • compilazione kit per rinnovo permessi di soggiorno;
  • pratiche per ricongiungimento familiare;
  • compilazione curriculum vitae;
  • collocamento di nuclei familiari e singole persone senza fissa dimora presso “casa Betania”, “casa della carita’ di Lecce”, istituti religiosi di Bari, centro di accoglienza notturna di San Pietro Vernotico e nel sistema SPRAR;
  • accompagnamento presso la Questura e il comune di Brindisi per disbrigo pratiche;
  • assistenza pratiche di rilascio codice fiscale o tessera sanitaria;
  • attività’ di ricerca di abitazioni e di attività’ lavorativa;
  • inserimento di persona sottoposta alla misura della “messa alla prova”;
  • accompagnamento e assistenza presso ospedali pubblici e ambulatori privati;
  • sostegno psicologico all’interno dello sportello a persone con disagio mentale;
  • assistenza e sostegno per il rispetto dei diritti negati nei centri di accoglienza;
  • richiesta di trasferimento pratiche da questue fuori sede a questura di brindisi;
  • richiesta di rifissazione udienza di ascolto presso la commissione territoriale di Lecce;
  • istanze reiterate;
  • disbrigo pratiche e raccolta fondi per il rimpatrio di n. 2 salme di cittadini stranieri di diversa nazionalità’;
  • organizzazione manifestazioni pubbliche per il riconoscimento dei diritti negati o per il miglioramento delle condizioni di vita dei migranti.

Di seguito  il testo del comunicato in tre lingue che un anno fa informava l’apertura dello Sportello:

SPORTELLO INFORMATIVO MIGRANTI

IMIGRANTS INFORMATION DESK

BUREAU D’INFORMATION DES MIGRANTS

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Con la presente nota si informa che, a seguito dell’appello del Presidente della Comunità Africana di Brindisi Drissa Kone, una risposta positiva è arrivata dal Presidente dell’A.N.P.I. di Brindisi, Donato Peccerillo, che ha messo a disposizione la sede dell’Associazione Partigiani, in vico San Pietro degli Schiavoni n. 7. Quindi sarà aperto uno sportello informativo a sostegno dei migranti, che non sanno a chi e dove rivolgersi per tutte le informazioni riguardo le nuove disposizioni normative in materia di rinnovo, conversione del permesso di soggiorno e compilazione kit per rilascio permesso di soggiorno a tempo indeterminato; in particolare in materia di sanatoria per la regolarizzazione dei lavoratori irregolari, e per ogni altra informazione sull’immigrazione in generale.

Il servizio dello sportello sarà avviato, nel rispetto della normativa COVID-19, con guanti, mascherine e distanza, a garanzia della sicurezza degli operatori volontari e di tutti gli utenti, a partire dal 19 giugno e sino al 15 luglio 2020, per due giorni a settimana, venerdì e sabato, dalle ore 15,00 alle ore 18,30. La prosecuzione dell’attività dipenderà dalla disponibilità della sede e dalle necessità degli utenti.

I volontari, anche della Comunità Sant’Egidio di Brindisi, che opereranno presso lo sportello, saranno: avvocati immigrazionisti, consulenti esperti in materia di immigrazione e mediatori culturali e linguistici della stessa Comunità Africana.

Il Presidente della Comunità Africana ringrazia sentitamente il Presidente dell’A.N.P.I., e tutti i attivisti che lottano quotidianamente per la giustizia e la pace, e allo stesso modo ringrazia tutti coloro che hanno dato la disponibilità come volontari.

***

With this information note that, following the appeal of the President of the African Community of Brindisi Drissa Kone, a positive response came from the President of the A.N.P.I. of Brindisi, Donato Peccerillo, who made available the headquarters of the Partisan Association, in vico San Pietro degli Schiavoni n. 7. An information desk will therefore be opened to support migrants, which is not known to whom and where to contact for all information regarding the new regulatory provisions regarding renewal, conversion of the residence permit and compilation kit for the residence permit issued by indefinite time; in particular with regard to amnesty for the regularization of irregular workers, and for any other information on immigration in general. The counter service will be managed, in compliance with the COVID-19 regulation, with gloves, masks and distance, a guarantee of the safety of voluntary operators and all users, starting from June 19 and until July 15 2020, for two days per week, Friday and Saturday, from 15.00 to 18.30. The continuation of the activity will depend on the availability of the site and the needs of the users. The volunteers, also from the Sant’Egidio Community of Brindisi, who will work at the branch, will be: immigrant lawyers, immigration consultants and cultural and linguistic mediators of the African Community itself. The President of the African Community warmly thanks the President of the A.N.P.I., and all the activists who struggle daily for justice and rhythm, and in the same way thanks all those who have given their availability as volunteers.

***

Avec cette note, nous vous informons que, suite à l’appel du président de la Communauté africaine de Brindisi Drissa Kone, une réponse positive est venue du président de l’A.N.P.I. de Brindisi, Donato Peccerillo, qui a mis à disposition le siège de la Partisan Association, in vico San Pietro degli Schiavoni n. 7. Un bureau d’information sera donc ouvert pour aider les migrants, qui ne savent pas qui et où contacter pour toutes informations concernant les nouvelles dispositions réglementaires concernant le renouvellement, la conversion du permis de séjour et la compilation de kits pour la délivrance d’un permis de séjour temporaire. indéterminé; en particulier en ce qui concerne l’amnistie pour la régularisation des travailleurs irréguliers et pour toute autre information sur l’immigration en général.

Le service de guichet sera démarré, conformément à la réglementation COVID-19, avec gants, masques et distance, pour garantir la sécurité des opérateurs bénévoles et de tous les utilisateurs, à partir du 19 juin et jusqu’au 15 juillet 2020, deux jours dans la semaine, vendredi et samedi, de 15h00 à 18h30. La poursuite de l’activité dépendra de la disponibilité du bureau et des besoins des étrangers.

Les volontaires, également de la communauté Sant’Egidio de Brindisi, qui travailleront au guichet, seront: des avocats spécialisés en immigration, des consultants en immigration et des médiateurs culturels et linguistiques de la Communauté africaine elle-même.

Le Président de la Communauté Africaine remercie chaleureusement le Président de l’A.N.P.I., Ainsi que tous les militants qui se battent quotidiennement pour la justice et la paix, et je remercie de la même manière tous ceux qui ont donné leur disponibilité en tant que volontaires. Contactez moi si vous ne savez pas ou se trouve l’endroit Merci .

 

 

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