Ottanta anni fa, il 9 settembre  del 1943 a Brindisi, alle ore 15  presso lo studio  dell’avvocato Palermo, si riuniva per la prima volta il Fronte Nazionale d’Azione poi Comitato di Liberazione Provinciale.

L’ANPI di Brindisi in questa ricorrenza ritiene che la cosa più utile ed opportuna da fare sia di riportare quello che già scrisse nel 1979  Franco Stasi in:  la caduta del fascismo e la ripresa della vita democratica in provincia di Brindisi: nascita formazione e attività del comitato provinciale di liberazione, lavoro contenuto nel libro “La Provincia di Brindisi tra fascismo e Democrazia” Fasano (Br) .

 

 

 

 

Per l’occasione ringraziamo ancora una volta  Franco Stasi per averci consentito di utilizzare il suo importante lavoro:

“Non è un caso che le fonti utilizzate siano il frutto di un lungo lavoro di ricerca personale condotto presso Privati.

Ciononostante ci è parso doveroso- pure con tutti questi condizionamenti – più che tentare di ricostruire minutamente le vicende politiche della provincia brindisina tra il 1943 ed il 1945, limitarci ad offrire elementi utili per una lettura di alcuni atti e documenti relativi alla nascita, formazione e attività del Comitato Provinciale di Liberazione nella provincia di Brindisi.

L’auspicio è che al più presto si apra un dibattito ed una riflessione che veda impegnati altri studiosi e protagonisti, e che contribuisca a far luce su di un periodo della nostra storia recente ancora non attentamente riconsiderato.

Per questo, infine, ci si è orientati verso un commento essenziale ai documenti riprodotti in un’ampia appendice documentaria corredata in alcuni punti da necessarie, brevi note introduttive ed esplicative.

 

All’avv. Vittorio Palermo (all’epoca segretario provinciale del C.P.L. della provincia di Brindisi) và il più vivo ringraziamento per averci consentito la consultazione del suo archivio privato dal quale provengono gran pane dei documenti * […]

[…]le più elementari libertà politiche non erano ancora state ripristinate immediatamente dopo il 25 luglio ed i partiti non erano stati ufficialmente riconosciuti. La vita politica in quei mesi si presentava incerta e confusa: vi contribuivano in maniera decisiva il permanere dello stato di guerra e l’ambiguo atteggiamento assunto dalla Monarchia dopo l’allontanamento del duce. Anche a Brindisi è solo nel mese di agosto di quella calda estate del ’43 che i principali esponenti dell’antifascismo locale  si riuniscono per la prima volta ufficialmente nello studio dell’avv. Vittorio Palermo, per formare «un comitato provinciale di concentrazione antifascista» e per costituire « un primo nucleo del Comitato stesso » da allargare poi « con elementi di sicura fede e di condotta patentemente antifascista che, dalla destra alla sinistra, si attengano alle direttive seguite dal Comitato Centrale del Fronte Nazionale ». Uomo di punta del comitato stesso appare sin dall’inizio l’avv. Vittorio Palermo, militante comunista.”

Chi è Vittorio Palermo

“Nell’aprile del ’41, coinvolto nelle indagini condotte sull’attività del gruppo di Tommaso Fiore in Puglia e già in precedenza ripetutamente diffidato egli era stato prelevato nella sua casa di Latiano dal commissario regionale dell’OVRA. In seguito era stato trasferito e trattenuto alcuni giorni nel carcere di Bari. Qui era venuto in contatto con alcuni dei più importanti tra quelli che sarebbero poi diventati i suoi amici antifascisti, con i quali non avrebbe più interrotto i collegamenti allora allacciati. Tra essi l’avv. Michele Cifarelli, l’avv. Domenico Pastina di Trani, gli avv. Vito Mario Stampacchia e Michele De Pietro di Lecce ed altri, tutti arrestati a seguito del ritrovamento da parte della polizia politica di un elenco del prof. Fiore di tutti gli antifascisti nazionali e regionali che si avvicendavano nella sua casa di via Q. Sella a Bari.”

La prima riunione degli antifascisti brindisini il 9 agosto 1943

“Attorno a Palermo, già da questa prima riunione del 9 agosto 1943 ritroviamo altre figure dell’antifascismo brindisino del periodo della clandestinità; tra esse l’ing. Sala, l’avv. Giovanni Stefanelli, Guglielmo Cafiero, che insieme con i vari De Tommaso, Mauro, Prampolini, Ribezzi, Ostuni e Patrono avevano costituito il cuore forte dell’opposizione al regime e il tramite con ambienti antifascisti che operavano al di fuori della provincia ed ai quali alcuni di loro erano legati da rapporti di parentela, di fraterna amicizia o di lavoro e di studio.”




 

 

 

I primi passi di quello che in seguito si chiamerà Comitato provinciale di liberazione

“Le linee di azione lungo le quali si muovono, immediatamente dopo la caduta di Mussolini, questi primi riorganizzatori del tessuto democratico nella nostra provincia sono comunque già da allora abbastanza chiare ed in linea con le analoghe richieste che il Fronte Nazionale Antifascista e successivamente il Comitato Nazionale di Liberazione portarono avanti sul piano nazionale.

1°) collaborare con il governo Badoglio;

2°) contribuire all’opera di epurazione degli elementi fascisti o compromessi con il fascismo;

3°) lottare contro il nazismo;

4°) fare propaganda in favore di una pace separata.

[…] Già nella quarta seduta, quella del 19 agosto, infatti, si decise « di rivolgere le prime istanze al Governo per la rimozione delle cariche civili, amministrative e sindacali della provincia tenute ancora dalle più note personalità fasciste » mentre nella successiva riunione del 24 agosto i componenti del Comitato « dopo ponderata discussione » compilano « l’elenco dei fascisti e profittatori del fascismo indebitamente arricchiti, onde poterlo segnalare alle autorità competenti».”

L’ostilità della monarchia e del governo Badoglio

È noto tuttavia che trovava scarsa eco nel re e nel governo Badoglio l’insistenza con cui i partiti antifascisti chiedevano […]

Per non ricordare che (vi era da parte del re e di Badoglio) la volontà di mutare il meno possibile gli equilibri politici del Paese (condotta che fu praticata )  fra il 25 luglio e 1’8 settembre 1943 ( dai) prefetti che in precedenza erano stati nominati dal governo fascista nelle diverse province.

A Brindisi[…]il prefetto Pontiglione, già in carica prima del 25 luglio, fu allontanato dal suo posto solo alcuni mesi dopo la « svolta di Salerno » […] tra l’estate del ’43 e la primavera del ’44 era rimasto al suo posto nonostante le gravi accuse di parzialità e di connivenza con esponenti del passato regime, in vario modo camuffati, rivoltegli unanimemente dalle forze antifasciste.

[…]a Brindisi bisognerà attendere il 19 marzo 1944 perché possa svolgersi la prima manifestazione pubblica autorizzata dei partiti antifascisti. […]

(Infatti ) se […] il 9 settembre (il  Comitato si riunisce) « per discutere sulla opportunità di organizzare una dimostrazione in favore dell’armistizio concluso dall’Italia con le Nazioni Unite; nonché la divulgazione di un manifestino che — espresso il plauso per la realizzazione di uno dei postulati del Fronte Nazionale — inciti la cittadinanza a prendere sempre più netta posizione contro i veri nemici interni ed esterni dell’Italia ».
Le proposte […]approvate […] non potranno trovare pratica realizzazione per il divieto delle autorità militari e politiche italiane, ben presto notificato all’avv. Palermo. Primo atto questo di una lunga serie di boicottaggi e difficoltà che il governo Badoglio frapporrà all’attività e alle iniziative del Comitato provinciale di liberazione […]

(È Nulla ) l’iniziativa presa dall’avv. Felice Assennato, su mandato del C.P.L., per sollecitare la liberazione di elementi antifascisti […]“

 

 

 

 

 

L’organizzazione interna del Comitato di liberazione e il rapporto con i comitati di Lecce e Taranto

“( permanendo il clima di ostilità di Badoglio e della monarchia ) […] l’attività del Comitato di liberazione provinciale rischia(va) di esaurirsi in un lavoro che è prevalentemente di organizzazione interna del fronte antifascista sia nel capoluogo e sia negli altri comuni della provincia, in cui si (andavano)costituendo analoghi comitati, ovvero di mera propaganda per la costituzione di « Legioni Volontarie » per la lotta al nazifascismo, per il sostegno economico da dare ad esse e per il loro armamento. Di questo rischio acquistano rapidamente coscienza gli stessi componenti il Comitato, i quali — nella loro tredicesima seduta del 29 settembre — danno mandato ad una loro apposita rappresentanza di « esprimere al Prefetto una protesta formale circa la parziale accettazione della lista concernente le nomine civili e sindacali ». […]in una seduta, alla quale partecipano anche i rappresentanti dei Comitati di liberazione di Lecce e Taranto, il C.P.L. di Brindisi approva in data 5 ottobre un o.d.g. in cui: «si lamenta la sfiducia seguita fino ad ora da parte delle Autorità nei confronti dei Comit. prov. del Fronte Nazionale; si offre, ancora una volta, la collaborazione sincera ed obbiettiva del Fronte Nazionale nel più alto interesse della Patria; si ripete la richiesta dell’opera di epurazione di tutti gli elementi fascisti; si chiede la revoca delle nomine che non godono la fiducia dei comitati; il riconoscimento “de facto” dei Comit. Prov. di concentrazione; la facoltà di pubblicare periodici; ed, infine, l’autorizzazione di organizzare le Legioni dei Volontari ».”

 

Cresce una struttura organizzativa la più larga possibile

“[…]L’esigenza di darsi una struttura organizzativa la più larga possibile fu ben presto avvertita […] al primo nucleo del Comitato provinciale di concentrazione antifascista.
Come si può, infatti, agevolmente rilevare dai verbali […] già dalle primissime riunioni del Comitato viene salutato con gioia la partecipazione alla sua attività di uomini giù legati all’antifascismo brindisino come Beniamino Andriani, Antonio Scanni, Arturo Sardelli, Felice Assennato, ecc.  Inoltre sin dalla seduta del 15 agosto si accettano « come ascoltatori dì fiducia, il dr. Luigi Rubino da Latiano, il prof. Agostino Palazzo da Francavilla Fontana ed il sig. Gregorio Lioci  da S. Vito dei Normanni, ai quali si dà l’esplicito incarico di prendere contatti coi più noti elementi antifascisti (di cui si fanno alcuni nomi) dei tre centri a cui i su nominati appartengono, onde poter costituire ì primi sottocomitati comunali ». Alla seduta del 9 settembre, poi, così come non manca di annotare il verbale della riunione, «è presente il sig. Sante Semeraro da Mesagne, noto elemento antifascista ed ex fuoriuscito ».Quando elementi dei diversi comuni della provincia non si presentano di loro iniziativa alle riunioni del Comitato, è quest’ultimo che si preoccupa di raggiungere la periferia, come quando dà mandato a Vittorio Palermo ed a Giuseppe De Tommaso, entrambi comunisti, di diffondere in provincia un volantino inneggiante all’armistizio ovvero incarica « Cafiero e Zaccaria di recarsi a Fasano allo scopo di costituire il comitato comunale di quel paese », mentre «il sig. Arturo Sardelli ha incarico eguale per i comuni di Cellino e Torchiarolo ».[…]A Mesagne, ad esempio, la costituzione del locale Comitato del Fronte Nazionale d’Azione è del 5 settembre 1943 e ad esso aderiscono comunisti, socialisti, azionisti, democristiani e liberali. A Ostuni tale costituzione avviene il 19 settembre […]. Nello stesso giorno ed in presenza dell’avv. Palermo nasce il sottocomitato di Ceglie, mentre il 26 settembre è la volta di quello dì S. Pietro Vernotico. Il 3 di ottobre si costituisce il sottocomitato di Cisternino, il giorno dopo quello di Carovigno, che — contestualmente al suo sorgere — chiede « dopo un accurato esame, la sostituzione dell’attuale podestà fascista». Con scarni verbali viene comunicata la costituzione dei sottocomitati di Torre S. Susanna (in data 3 ottobre) e di Latiano (il 24 ottobre), mentre un lungo e interessante documento politico si accompagna alla comunicazione che so è costituito il sottocomitato di Torchiatolo. Al 19 novembre risale la costituzione del sottocomitato di Fasano, dal quale però sono assenti i rappresentanti della Democrazia Cristiana, cosi come era già accaduto a livello provinciale, il 12 ottobre  precedente. Ultimo sottocomitato costituitosi nella provincia di Brindisi è quello di Tuturano (1-6-1944). “


I primi contrasti all’interno dello stesso C.P.L.

(Sulle)”…funzioni e dei poteri del CLN. […] (la) questione […] si ritrova […] nel dibattito politico anche in provincia di Brindisi, insieme con l’altra, importantissima, riguardante l’assetto istituzionale del Paese: […] sulla possibilità di collaborare con una dinastia che si era compromessa gravemente col regime fascista terrà impegnati a lungo i rappresentanti dell’antifascismo brindisino […] ed emergerà con ancora maggiore evidenza nel dibattito che prepara e segue il primo convegno nazionale dei CLN tenutosi a Bari alla fine del gennaio ’44. […]si deve rilevare che i rappresentanti dei vari partiti nel Comitati comunali di liberazione, soprattutto i liberali, i demolaburisti, e, dove erano presenti, i democristiani, erano in larghissima maggioranza esponenti della piccola, media […] borghesia locale (professionisti, impiegati, piccoli possidenti, ecc.) che avevano preso in precedenza le distanze dal regime fascista. La loro presenza nei comitati di liberazione se da un lato testimonia(va) quanto ampio fosse diventato, soprattutto durante la guerra, il ventaglio di forze e di figure sociali che si opponevano al fascismo, dall’altro denunziava anche l’esiguità dei collegamenti tra i Comitati ed il mondo contadino e per alcune forze politiche non escludeva neppure il malcelato tentativo di ricomporre equilibri politici e sociali di stampo conservatore.

[..]I dissensi tra le forze politiche emersi con preoccupante evidenza durane i lavori del Congresso di Bari in realtà erano maturati nei mesi precedenti. In provincia di Brindisi, per es., la posizione ufficiale della D.C., di cui era segretario provinciale l’avv. Vincenzo Taormina, sulla questione istituzionale e sul problema dei rapporti col governo Badoglio era ben più sfumata ed orientata in senso filomonarchico di quanto non lo fosse quella della DC barese guidata da N. Loiacono. Ciò accentuava le ragioni di dissenso con gli altri partiti della concentrazione antifascista nella nostra provincia e portava i democristiani a non aderire ai locali comitati di liberazione.”

 

La preparazione del congresso dei CLN di Bari

Sorse […] nei partiti antifascisti l’idea di non attendere oltre a convocare un congresso dei C.L.N dei territori liberati, per stabilire autorevolmente una linea di condotta comune nei confronti del governo, degli Alleati e dei problemi assillanti del momento: più in particolare il conflitto sul tema della abdicazione di Vittorio Emanuele, dei rapporti col governo si protrasse per diversi mesi, assorbendo gran parte dell’attività politica nelle province meridionali.

Documenti inediti ed autografi a firma dello stesso Cifarelli ci permettono di seguire quasi tutte le fasi della preparazione preliminare del congresso ed il dibattito politico che coinvolge su questo specifico argomento i membri del C.P.L. di Brindisi e le posizioni assunte dalle varie forze politiche.

In particolare dal carteggio tra Cifarelli e Palermo emerge chiaramente l’ansia di «chiarezza, fermezza e rapidità » che anima le componenti dei Comitati di Liberazione che in Puglia fanno capo al PCI, al PSI ed al Partito d’Azione, e invece i ritardi e gli ostacoli che si cerca di frapporre loro sia dalle autorità governative ed alleate, quanto da alcune forze interne allo stesso Comitato provinciale. Tant’è che nelle sedute del 16 e del 23 novembre forti saranno da parte di comunisti e socialisti le critiche « di discontinuità di azione, per cui ogni partito agisce per proprio conto, mentre si impone una obbediente disciplina a quanto si viene stabilendo ».”

 

 

 

 

 

 

Dopo il congresso dei CLN di Bari

“Il rinnovato clima politico e le decisioni prese al Congresso di Bari, intanto, diedero nuovo slancio all’iniziativa politica del C.P.L. di Brindisi che, anche sotto lo stimolo delle indicazioni date per tutta l’Italia liberata dalla Giunta Esecutiva eletta al Congresso di Bari e con l’impegno diretto dei partiti di sinistra e delle organizzazioni sindacali in via di ricostruzione, organizzò la prima, importante manifestazione pubblica del C.P.L. a Brindisi il 19 marzo, preparata in maniera conseguente e decisa attraverso un serrato giro di riunioni e di circolari che mobilitarono a fondo i componenti del Comitato non solo a livello di capoluogo, ma anche in altri comuni della provincia.” 

 


la prima manifestazione pubblica del C.P.L. a Brindisi

“Vale senza dubbio la pena di ricordare tale avvenimento con gli occhi e le parole del suo principale promotore, l’avv. Palermo, che, in una corrispondenza da lui preparata per il settimanale comunista pugliese « Civiltà Proletaria » scriveva; « Per la prima volta, dopo l’imbonimento del monotono e bolso stile ventennale, la cittadinanza brindisina è accorsa numerosa nell’ex Teatro Arena di Piazza Cairoli ad esprimere in maniera solenne e dignitosa, la sua condanna al fascismo vecchio e nuovo ed a congiungere la sua alle altre voci dell’Italia liberata nel conclamare il diritto del popolo italiano a crearsi un governo democratico di concentrazione antifascista e popolare, l’unico che sia capace di poter rompere in questa tragica situazione, l’atonia e la diffidenza che circondano l’attuale governo del re fascista e che possa realizzare da un canto la partecipazione in massa alla guerra antinazifascista, dall’altro porre inizio alla gravosa opera di ricostruzione nazionalein tutti i settori ». “

 

 

 

 

 

 

 

 

Documenti allegati dello scritto di Franco Stasi  la caduta del fascismo e la ripresa della vita democratica in provincia di Brindisi: nascita formazione e attività del comitato provinciale di liberazione.

NOTA INTRODUTTIVA

Per rendere più agevole al lettore la consultazione dei documenti pubblicati in questa appendice si è seguito il criterio del raggruppamento degli atti in tre gruppi omogenei.

Pertanto, il primo gruppo dei documenti, contrassegnati progressivamente con i numeri dall’1 al 36, comprende i verbali del C.P.L., con gli atti ad essi allegati o strettamente correlati; il secondo gruppo dal 37 al 50 contiene i verbali attinenti alla costituzione dei singoli comitati comunali di liberazione sorti in quel periodo nella provincia di Brindisi; il terzo, dal n. 51 al 67, che comprende documenti di varia natura, considerati di particolare interesse, tratta dei rapporti tra le forze politiche, corrispondenza privata, articoli a stampa, ecc.

Nella trascrizione di alcuni documenti o di alcune lettere di norma gli atti sono stati riportati integralmente, tranne pochissimi casi in cui sono stati riprodotti solo i brani rilevanti ai fini del discorso svolto nell’introduzione.

In calce ad alcuni verbali di riunione del C.P.L. sono in qualche caso pubblicati documenti richiamati o citati nei verbali stessi. Alla loro lettura si è rinviato con asterischi. Nel testo a stampa sono state riportate in corsivo le sottolineature presenti negli originali. In calce ad alcuni documenti appare la dizione il f. segretario, che sta per il funzionante segretario.

indice del documento originale

FRANCO STASI

 

CADUTA DEL FASCISMO E RIPRESA DELLA VITA DEMOCRATICA IN PROVINCIA DI BRINDISI:
NASCITA, FORMAZIONE E ATTIVITÀ DEL COMITATO PROVINCIALE DI LIBERAZIONE  Pagina  75

Nota introduttiva ai documenti ……………………………………………………………………                                         96

Documenti   …………………………………………………………………………………………………                                       .97

 

Verbale della prima seduta doc. 1

FRONTE NAZIONALE D’AZIONE

Comitato Provinciale di Brindisi

L’anno 1943, il giorno 9 agosto, alle ore 15 pomeridiane, nello studio dell’avv. Vittorio Palermo, in Brindisi, si sono riuniti: il sig. Guglielmo Cafiero,il sig. Donato Ruggiero, l’ing. Pietro Sala, l’avv. Giovanni Stefanelli e l’avv.

Vittorio Palermo, (alcuni dei quali erano diggià in intenso e quotidiano contatto da un paio d’anni fra loro ed altri elementi antifascisti pugliesi ed italiani) e, — ritenuta la opportunità di realizzare la formazione dì un Comitato provinciale di concentrazione antifascista —, stabiliscono di costituire nella stessa data un primo nucleo del Comitato stesso e di allargarlo con elementi di sicura fede e di condotta patentemente antifascista che, dalla destra alla sinistra, si
attengano alle direttive seguite dal Comitato Centrale del Fronte Nazionale; e particolarmente:

 

1°) collaborazione con il Governo di S. E. Badoglio;

2°) contributo all’opera di epurazione degli elementi fascisti o compromessi con il fascismo;

3°) lotta contro il nazismo;

4°) propaganda in favore di una pace separata.

 

I singoli componenti di questo primo nucleo prendono specifici incarichi di avvicinare altri elementi di sicuro passato antifascista per invitare costoro a far parte del Comitato provinciale del Fronte Nazionale.

Funge da segretario ufficioso l’avv. Vittorio Palermo che fa una relazione sintetica sulla situazione politica italiana raccolta nei suoi ultimi viaggi a Bari, Roma, Milano nel giugno-luglio 1943 a seguito dei contatti presi con alcuni
esponenti (di cui fa i nomi specifici) del movimento antifascista di quelle città.

La seduta si chiude con il formale impegno di riunirsi il giorno 11 agosto.

 

Brindisi, 9 agosto 1943

Il f. segretario
avv. Vittorio Palermo

 

Verbale della seconda seduta doc 2

L’anno 1943, il giorno 11 agosto, alle ore 15 pomeridiane, nello studio dell’avv. Vittorio Palermo, in Brindisi, si sono riuniti i Sigg. Cafiero, Ruggero, Stefanelli, Palermo, Andriani Beniamino, come meglio specificati nel precedente verbale – (assente giustificato ring. Sala) i quali, — dopo di aver espresso il loro compiacimento per la presenza fra loro del Sig. Beniamino Andriani che, ad unanimità, è invitato a far parte del Comitato —, riaffermano i postulati stabiliti nella 1° seduta — ed esaminata la situazione particolare del capoluogo — ripetono la necessità di arricchire il Comitato con altri elementi notoriamente antifascisti al fine di dare una più completa attività al Comitato stesso.

Funge da segretario ufficioso l’avv. Vittorio Palermo.

Brindisi, 11 agosto 1943

Il f. segretario
avv. Vittorio Palermo

 

Verbale della terza seduta doc 3

L’anno 1943, il giorno 15 agosto, alle ore 15,30 pomeridiane, nello studio dell’avv. Vittorio Palermo, in Brindisi, si sono riuniti i Sigg. Stefanelli, Cafiero, Ruggero, Andriani, Sala, Palermo (De Tommaso Giuseppe e Scanni Antonio), i quali — dopo di aver espresso il compiacimento per la presenza fra loro dei Sigg. Giuseppe De Tommaso e Antonio Scanni — ad unanimità decidono di immettere, questi ultimi nel Comitato che, risulta, così, dei seguenti nomi:

Sig. Guglielmo Cafiero

Ing. Pietro Sala

Sig. Donato Ruggero

Avv. Giovanni Stefanelli

Sig. Beniamino Andriani

Avv. Vittorio Palermo

Sig. Giuseppe De Tommaso

Sig. Antonio Scanni
Sono presenti alla seduta, come ascoltatori di fiducia il Dr. Luigi Rubino da Latiano, il Prof. Agostino Palazzo da Francavilla Fontana e il Sig. Gregorio Lioci da S. Vito dei Normanni, ai quali si dà esplicito incarico di prendere contatti coi più noti elementi antifascisti (di cui si fanno alcuni nomi) dei tre centri a cui i su nominati appartengono, onde poter costituire i primi sottocomitati comunali.

Si procede, inoltre, ad alcuni versamenti per la costituzione di una cassa necessaria alle spese di propaganda (vedasi elenco dei versamenti segnati nel Registro cassa, pag. 1 e segg.).

Viene nominato, infine, il cassiere nella persona del Sig. Donato Ruggero e confermato quale segretario ufficioso, l’avv. V. Palermo.
Brindisi, 15 agosto 1943

Il f. segretario
avv. Vittorio Palermo

 

Verbale della quarta seduta doc 4

L’anno 1943, il giorno 19 agosto, alle ore 14, nello studio dell’avv. Vittorio Palermo, in Brindisi, si sono riuniti i Sigg. Cafiero, Ruggero, Stefanelli, De Tommaso, Scanni, Palermo (assenti giustificati i Sigg. Sala e Andriani), i quali, dopo l’approvazione dell’ordine del giorno presentato dal f. segretario Palermo, concernente gli indirizzi da dare all’attività locale e periferica, stabiliscono di intensificare i contatti con i Comitati provinciali di Bari e di Lecce al fine di armonizzare gli sforzi tendenti al raggiungimento degli scopi comuni; nonché di rivolgere le prime istanze al Governo per la rimozione delle cariche civili, amministrative e sindacali della provincia tenute ancora dalle più note personalità fasciste.

Dopo di che il Prof. Agostino Palazzo, il Dr. Luigi Rubino ed il Sig. Gregorio Lioci, presenti alla seduta, riferiscono sul lavoro svolto singolarmente nei loro rispettivi paesi pro-costituzione sottocomitati comunali.

Brindisi, 19 agosto 1943

Il f. segretario
avv. Vittorio Palermo

 

Verbale della quinta seduta doc 5

L’anno 1943, il giorno 24 agosto, nello studio del l’avv. Giovanni Stefanelli si sono riuniti i componenti del Comitato prov. del Fronte Nazionale (assente giustificato l’avv. Palermo), i quali dopo ponderata discussione hanno vergato l’elenco dei fascisti o profittatori del fascismo indebitamente arricchiti, onde poterlo segnalare alle Autorità competenti.

II f. segretario
Guglielmo Cafiero

 

Verbale della sesta seduta doc 6

L’anno 1943, il 9 settembre, nello studio dell’avv. Vittorio Palermo, alle ore 9, si sono riuniti i componenti del Comitato prov. di Brindisi (assente giustificato l’ing. Sala) per discutere sulla opportunità di organizzare una dimostrazione in favore dell’armistizio concluso dall’Italia con le Nazioni Unite; nonché la divulgazione di un manifestino che, — espresso il plauso per la realizzazione di uno dei postulati del Fronte Nazionale — inciti la cittadinanza prendere sempre più netta posizione contro i veri nemici interni ed esterni dell’Italia.

L’ordine del giorno viene unanimemente approvato; e la manifestazione stava per essere alacremente preparata quando si ha notizia del divieto delle Autorità militari e politiche italiane.

È presente alla seduta il Sig. Santo Semeraro, da Mesagne, noto elemento antifascista ed ex fuoriuscito.

Il f. segretario
avv. Vittorio Palermo

 

Verbale della settima seduta doc 7

L’anno 1943, il 10 settembre, alle ore 15, nello studio dell’avv. Giovanni Stefanelli si sono riuniti i componenti il Comitato di Brindisi che — dopo di aver presa in considerazione la rappresentanza dei singoli membri per i cinque
partiti costituenti il Fronte Nazionale ed il ritiro dal Comitato del Sig. Scanni Antonio, nonché la sostituzione dell’ing. Pietro Sala con il Sig. Guido Zaccaria (e tutto ciò in perfetta armonia tra gli uscenti e gli entranti), approvano ad unanimità i primi contatti ufficiali presi con le Autorità Militari e politiche e stabiliscono la linea di condotta a cui ispirarsi per i futuri contatti da realizzarsi con tali Autorità.

Il f. segretario
avv. Vittorio Palermo

 

Verbale della ottava seduta doc 8

Addì 14 settembre 1943 i componenti il Comitato prov. si sono riuniti nello studio dell’avv. Giovanni Stefanelli ed hanno approvato l’ordine del giorno con cui si stabilisce di fornire alle Autorità militari italiane — che lo hanno richiesto — l’elenco dei membri costituenti il Comitato prov. di Brindisi  ed un pro-memoria composto di sei punti nel quale sono elencati i desiderata del Comitato stesso riguardante i termini di collaborazione con il Governo Badoglio per la epurazione da farsi in seno alla provincia ed alle FF.AA. degli elementi fascisti, l’appello di fornitura di armi a tutti gli aderenti al Comitato prov. onde poter combattere, se del caso, il comune nemico, nonché la richiesta di un locale per le riunioni del Comitato stesso. In fine si approva di lanciare un Manifesto  incitante i Salentini a costituire delle « Legioni Garibaldine » di volontari onde insorgere contro l’eterno nemico dell’Italia.

Si designano l’avv. Palermo e De Tommaso, a diffondere in provincia il Manifesto.

il f. segretario
avv. V. Palermo

PROMEMORIA

1°) Arresto di tutti gli squadristi residenti nel capoluogo e nella provincia.

2°) Eliminazione dai ranghi di tutti gli squadristi che prestano servizio e che fanno opera deleteria nelle Forze Armate (in particolar modo nella M.V.S.N.).

3°) Permesso di circolazione per tutto il territorio della Provincia di Brindisi al fine di effettuare propaganda pro Legione Salentina. Per tale scopo può essere, previa requisizione, utilizzata la macchina dell’ing. Dall’Olio.

4°) Permesso e fornitura armi ai componenti il Comitato e sottocomitati della Provincia ed a tutti coloro che, sotto la responsabilità dei Comitati, si dichiareranno e saranno ritenuti idonei e pronti a collaborare con le FFAA. per respingere ogni offesa nemica.

5°) Concessione al Comitato Provinciale ed ai sottocomitati della Provincia di locali (possibilmente ex fascisti) ad uso ufficio reclutamento volontari.

6°) Autorizzazione a raggiungere Taranto con auto per incontrare i componenti
il Comitato locale e prendere accordi per l’organizzazione del volontariato.

Brindisi 15 settembre 1943

 

Allegato all’ottava riunione :

A  S.E. Il Comandante
Il IX Corpo D’Armata

P. M. 67

In armonia a quanto ci è stato richiesto ieri portiamo a conoscenza di Codesto Comando i nominativi costituenti il Comitato Provinciale del Fronte Unico Nazionale:

Andriani Beniamino, Cafiero Guglielmo, De Tommaso Giuseppe, Palermo Vittorio, Ruggiero Donato, Stefanelli Giovanni, Zaccaria Guido.

Con osservanza

Brindisi, 15 settembre 1943

Il Comitato Provinciale

 

SALENTINI,

 

I tedeschi, che dai valichi alpini non la volontà del Popolo, ma l’arbitrio d’un despota fece discendere nelle nostre terre per mantenere la Nazione serva alla propria e all’altrui brama di dominio, oggi che l’Italia si è riscattata dalla ventennale servitù e ritratta dalla guerra non sua, non sentita e non voluta, i tedeschi oggi accampano nemici palesi sul sacro suolo della Patria.

E il banditismo nostrano, che per dominare e arricchire ha strangolato l’Italia, e non è ancora tutto assicurato alla giustizia, sventola dal suolo straniero e contro il Tricolore che guidò le generazioni degli Eroi, il vessillo che fu il segnacolo della rovina d’Italia.

 

SALENTINI,

In questa regione voi avete dimostrata la volontà di resistere alle tracotanti minacce; e molti dei nostri giovani si sono offerti a costituire una legione volontaria a servizio della Patria.

In questa tragica ora, in quest’ora tremenda, la più tremenda che sia mai scoccata per la Patria, un solo nome sia sulle labbra di tutti, e comprenda il dovere di tutti:
« ITALIA ».

Salviamo, salviamo la Madre nostra dolorante e sanguinante.

Esercito e Popolo — non possono esserci nel salvare la Patria distinzioni di partiti — restiamo — Esercito e Popolo — concordi e stretti contro le minacce tedesche, contro le insidie del residuato fascismo.

Il martirio della nostra Patria non è ancora finito; ma dal martino essa risorgerà.
Risorgerà purificata dalle estranee sozzure che la contaminarono, degna del suo nobile passato, meglio fiduciosa nell’avvenire, più veramente Italiana.

Viva il Governo del Maresciallo Badoglio. Viva il Re.

Dalle tre Provincie della Regione del Salento, 12 settembre 1943

Il Fronte Nazionale

 

Verbale della nona seduta doc 9

Addì 17 settembre, ore 9 antimeridiane, nello studio del Sig. Guido Zaccaria si sono riuniti i componenti il Comitato provinciale di Brindisi (assente giustificato l’avv. Vittorio Palermo) unitamente ad alcuni membri del Comitato prov. di Lecce guidati — questi ultimi — dall’avv. Vito Mario Stampacchia, ed hanno approvato il seguente ordine del giorno: «sostituzione conseguente, in seno al Comitato prov. di Brindisi, del Sig. Beniamino Andriani con l’avv. Felice Assennato ed il Sig. Arturo Sardelli. Presentazione di una mozione a S.E. Badoglio per una collaborazione effettiva basata sui punti contenuti nel precedente verbale ».

Vengono designati gli avv. Assennato e Stampacchia che, — non appena tornati dalla missione — riferiscono il colloquio avuto col Capo del Governo il quale si mostra (!) disposto ad accettare la collaborazione e designa, all’uopo, un suo Ufficiale che abbia frequenti contatti con il Comitato prov. di Brindisi.

Il f. segretario
Guglielmo Cafiero

 

Verbale della decima seduta doc 10

II 19 settembre 1943, nello studio dell’avv. Felice Assennato si sono riuniti i componenti Cafiero, Ruggero, Zaccaria, De Tommaso, Assennato, Sardelli (assenti giustificati Palermo e Stefanelli) per formulare l’elenco delle Autorità civili, amministrative e sindacali del capoluogo di provincia e dei comuni da segnalare a S.E. il Prefetto di Brindisi in sostituzione dei vecchi elementi fascisti.

Si stabilisce, inoltre, che l’avv. Assennato prenda contatto con le Autorità politiche e giudiziarie per sollecitare la liberazione di elementi antifascisti italiani e stranieri ancora trattenuti nelle carceri di Brindisi.

Si incarica, infine, una rappresentanza del Comitato anche insista presso le Autorità militari italiane per ottenere il permesso di aprire un locale.

Il f. segretario
Guglielmo Cafiero

 

Verbale della undicesima seduta doc 11

II 21 settembre 1943, ore 10, nello studio dell’Ing. Sala si sono riuniti i Sigg. Cafiero, Ruggero, Assennato, Zaccaria, De Tommaso, Sardelli (assenti giustificati Palermo e Stefanelli) per prendere atto della promessa formale da parte delle Autorità militari italiane della concessione di una sede per il Comitato provinciale.

Si riferisce, inoltre, sul colloquio avuto con il Vice-Prefetto per la presentazione della lista delle cariche e si decide sulla opportunità di iniziare una sottoscrizione da parte di elementi antifascisti a pro delle erigende Legioni Volontarie.

Il f. segretario
Guglielmo Cafiero

 

Verbale della dodicesima seduta doc 12

Il 24 settembre, ore 15, nella sede del Comitato prov. sita in piazza Cairoli, ai nn. 34-35, si sono riuniti tutti i componenti del Comitato prov. (assente giustificato l’avv. Stefanelli) i quali approvano i due Manifesti da fare affiggere e da dispensare alla cittadinanza: il 1° rivolto a tutto il Salento, il 2° rivolto alla città di Brindisi; entrambi concernenti l’appello indirizzato a tutte le forze del Paese per combattere, con ogni mezzo, il nazifascismo e per spronare i salentini ad accorrere fra le schiere dei futuri volontari.

Si incarica una Commissione per sollecitare dalle Autorità Militari italiane il permesso di poter diffondere i due precisati Manifesti.

Il f. segretario
avv. Vittorio Palermo

 

Verbale della tredicesima seduta doc 13

Il 29 settembre, alle ore 15, nella sede del Comitato prov. si sono riuniti tutti i componenti (assente giustificato Stefanelli) per decidere sul seguente ordine del giorno: « Immissione di elementi dei comitati comunali nel Comitato prov. Nella considerazione di raggiungere una collaborazione più efficace per l’opera comune da perseguire; e, principalmente, per portare a conoscenza del Comitato prov. stesso i desiderata e le proposte dei singoli comitati comunali ».

«All’uopo si designano per la nomina: il Sig. Santo Semeraro da Mesagne, il Prof. Cesare Teofilato da Francavilla Fontana, il Dr. Spedicati Carlo da S. Pietro Vernotico, il Dr. Barnaba Benedetto da Ostuni ed il Rev. Vincenzo De Meo, da S. Vito dei Normanni, che di volta in volta, devono prendere contatto diretto coi componenti il Comitato prov. del capoluogo ».

L’ordine del giorno viene approvato ad unanimità.

Si designa una rappresentanza per segnalare l’allargamento del Comitato prov. a S.E. il Prefetto e per esprimere allo stesso una protesta formale circa la parziale accettazione della lista concernente le nomine civili e sindacali.

Si stabilisce, inoltre, che una terna di nomi — nelle persone dei Sigg. Cafiero, Palermo e Assennato — prenda contatto con le Autorità inglesi di stanza a Brindisi.

Il f. segretario
avv. Vittorio Palermo

 

Verbale della quattordicesima seduta doc 14

II 2 ottobre 1943, alle ore 15, nella sede di piazza Cairoli, si sono riuniti i membri del Comitato provinciale, (assente giustificato l’avv. Stefanelli).

I sigg. Ruggero, Cafiero e Assennato riferiscono sul colloquio avuto con S.E. il Prefetto di Brindisi e si discute sulla opportunità o meno di fare accettare ai nominati dalle Autorità le poche cariche realizzate.

Essendo i pareri discordi si rinvia la decisione alla prossima seduta onde poter conoscere la decisione presa in proposito dagli altri Comitati Provinciali.

Il f. segretario
avv. Vittorio Palermo

 

Verbale della quindicesima seduta doc 15

Il 5 ottobre 1943, alle ore 10, nella sede di piazza Cairoli si sono riuniti i membri dei Comitati prov, di Brindisi (assente giustificato l’avv. Stefanelli) e di Lecce, assistiti da alcuni rappresentanti del Comitato prov. di Taranto, per formulare un Messaggio* diretto al Governo Badoglio, in cui:

1°) si lamenta, la sfiducia seguita fino ad ora da parte delle Autorità nei
confronti dei Comitati prov. di Fronte Nazionale;

2°) si offre, ancora una volta, la collaborazione sincera ed obbiettiva del
Fronte Nazionale, nel più alto interesse della Patria;

3°) si ripete la richiesta dell’opera di epurazione di tutti gli elementi fascisti;

4°) si chiede la revoca delle nomine che non godono la fiducia dei Comitati;

5°) il riconoscimento de facto dei Comitati prov. di concentrazione;

6°) la facoltà di pubblicare periodici; ed infine,

7°) l’autorizzazione di organizzare le legioni dei Volontari.

Si delega una commissione che rechi il Messaggio al Governo; commissione che, al ritorno, riferisce sull’espletamento del mandato.

Presiede la seduta il più anziano, l’avv. V. M. Stampacchia.

Il f, segretario
avv. Vittorio Palermo

 

Verbale della sedicesima seduta doc 16

Il 6 ottobre 1943, alle ore 15, nella sede di piazza Cairoli, si son riuniti  i membri del Comitato provinciale — (assente giustificato l’avv. Stefanelli) — per formulare — in accordo a quanto era scaturito dalla missione di cui al verbale precedente — una seconda lista delle sostituzioni di cariche civili, amministrative e sindacali del capoluogo della provincia.

Si designano i Sigg. Cafiero, Assennato e Palermo per la presentazione a S.E. il Prefetto.

Il f. segretario
avv. Vittorio Palermo

 

Verbale della diciassettesima seduta doc 17

L’8 ottobre 1943, alle ore 15, nella sede di piazza Cairoli, si sono riuniti i membri del Comitato prov. (assente giust. Stefanelli).

Apre la discussione l’avv. Vittorio Palermo che — dopo di aver letta la raccomandata spedita il 4 ottobre u.s. alla R. Prefettura di Brindisi, e con la quale declinava la nomina prefettizia a membro effettivo della G.P.A* —, sostiene la tesi tendente ad affermare la opportunità, almeno per ora, di dover il Comitato provinciale astenersi dal continuare a richiedere alle Autorità politiche una collaborazione che da queste viene concessa solo di nome.

Partecipano alla discussione altri membri; ma, essendo discordi i pareri ed avendo già presentata alle Autorità la seconda lista di segnalazioni, si stabilisce di soprassedere ad ogni decisione in merito e di continuare, comunque, alacremente l’opera di propaganda, a prò del Fronte Nazionale di concentrazione antifascista — espressione sempre viva della volontà popolare — in attesa che eventi nuovi determinassero una situazione più favorevole per una partecipazione più attiva al Governo della cosa pubblica.

Il f. segretario
avv. Vittorio Palermo

 

Verbale della diciottesima seduta doc 18

Il 12 ottobre 1943, alle ore 15, nella sede di piazza Cairoli, si sono riuniti i membri del Comitato prov. (assente giustificato Stefanelli) per discutere il seguente ordine del giorno:

1) messa a punto dei singoli componenti i rispettivi cinque partiti nell’ambito del paradigma tracciato, a suo tempo, dal Comitato Centrale;

2) revisione eventuale delle cariche di presidente, segretario, vice segretario e cassiere;

3) necessità di stabilire un turno dei membri che tengano aperta quotidianamente la sede in quasi tutte le ore del giorno; e di nominare, se del caso, un impiegato;

4) necessità di aggiornare il registro dei verbali e quello della Cassa;

5) fissazione delle riunioni del Comitato prov. e della convocazione dei fiduciari dei comitati comunali.

Per il 1° punto — una volta confermata la singola posizione di ciascuno, in seno al proprio partito risultano i seguenti ambi: (sic) Zaccaria-Cafiero, Ruggero-Stefanelli, Assennato-Sardelli, Palermo-De Tommaso. Si nota l’assenza dei democratici cristiani.

Per il 2° punto si stabilisce che fungerà di volta in volta da presidente il più anziano presente alle sedute. Si nomina, su proposta del relatore Palermo, il segretario nella persona di G. Cafiero, il vice segretario nella persona di V. Palermo ed il cassiere nella persona di D. Ruggero.

Per il 3° punto si stabilisce il turno nominativo dei singoli membri che si interesseranno a tenere aperta la sede: (ore 9-10 Zaccaria – ore 10-11 Cafiero – ore 11-12 Ruggero – ore 15-18; presenza a volontà di tutti i membri).

Per il 4° punto si invita il Palermo ad aggiornare il registro delle sedute e le cartelle dei documenti vari; ed il Ruggero quello della cassa.

Per il 5° punto si fissa il giovedì mattino, ore 11, di ogni settimana per la convocazione dei rappresentanti i singoli comitati comunali, ed il pomeriggio dello stesso giorno, ore 15,30, per le riunioni del Comitato prov.

Presiede la seduta l’avv. Felice Assennato.

Si stabilisce, inoltre, che i Sigg. Cafiero e Zaccaria, dovranno recarsi a Fasano allo scopo di cercare di costituire il comitato comunale di quel paese e riferire sull’espletamento del mandato nella prossima seduta di giovedì 21 corrente.

Il Sig. Arturo Sardelli ha incarico uguale per i comuni di Cellino e di Torchiatolo.

il v. segretario

Vittorio Palermo

 

FRONTE NAZIONALE    doc 19
Seduta del 16 Novembre 1943

Presenti N. 1°Assennato Felice Brindisi,2° Cafiero Guglielmo Br. 3° Semeraro Sante Mesagne delega, 4° Orlando Giuseppe Francavilla F., 5° Barnaba Benedetto Oria, 6° Manfredi Teodoro S.PietroV. delega, 7° Gatti Giuseppe Ceglie M. , 8° Ricci Francesco Ceglie M., 9° De Tommaso Giuseppe  Ceglie M.( erroneamente indicato ma in realtà di Brindisi), 10° Palermo Vittorio Br, 11° Iaccarini Vincenzo S. Vito delega.

Ordine del giorno:

Funzionamento del Fronte e coordinamento tra Com. Prov. e Sottocomitati comunali.

Barnaba – 1° – Nota una discontinuità di azione per cui ogni partito agisce per proprio conto, mentre si impone una obbediente disciplina a quanto si stabilisce.

2° – Tutela dei combattenti stranieri ed italiani nelle retrovie per procedere all’epurazione di tutta la permanente struttura fascista.

Semeraro – I comitati debbono sviluppare una azione collaboratrice col governo nella lotta contro i tedeschi. Nella pratica ciò è impedito dall’azione governativa, che si appoggia al fascismo non eliminato.

Epperò modo di agire e cioè manifestare un’azione decisa contro il Governo?

Unica soluzione – attenersi alla deliberazione presa dal Comitato di Napoli, e cioè troncare i rapporti col Governo.

2° soluzione – Creare attraverso riunioni dei comitati locali un certo movimento per poi concentrarlo a Brindisi capoluogo o recarsi in dimostrazione serena e non chiassosa al rappresentante del governo manifestando le querele del Fronte Unico.

Manfredi – Si associa a Semeraro.

Ricci  (Idem).

Barnaba pure aderendo propone preventivamente che una rappresentanza di
tutti i Comitati provinciali si rechi dalle Autorità preavvisando la dimostrazione
popolare.

Palermo comunica la sua diffida a non indire comizi, conferenze, dimostrazioni. Ciò constatato che a Brindisi vige lo stato d’assedio. Diffida fatta non solo alla persona, ma benanche al Fronte Unico.

Cafiero dissente dato lo stato d’assedio a Brindisi dalla dimostrazione. Chiede se non sia il caso di interpellare anche gli inglesi ed americani. Palermo insiste.

Gatti si associa a Palermo.

Cafiero non approva – domanda se il Governo si può preoccupare della dimostrazione.

Barnaba avverte che la protesta avvenga dai rappresentanti dei Comitati, e non da manifestazione popolare – e ciò per mantenere in essere i comitati. Non si può provvedere anche per l’assenza di membri del Comitato appartenenti ad altri partiti.

Palermo propone di soprassedere fissando la convocazione dei C. (Comitati) locali per decidere.

Si fissa la data di Martedì 23 dei fiduciari dei singoli comitati locali i quali porteranno l’espressione collettiva delle decisioni.

Invito in questi termini ai Comitati locali, perché discutano e decidano:

1 – in merito alla protesta per la diffida di un membro del C.P.

2 – decidano sulla necessità di provvedimenti governativi per l’epurazione da tutte le amministrazioni degli elementi fascisti.

FRONTE NAZIONALE   doc 20
Seduta del 23 Novembre 43

Presenti – Assennato – Brindisi

Cafiero -      » »

Zaccaria -      » »

Sardelli -      » »

Ricci – Ceglie

Argentieri -      » »

Esposito – S. Pietro

Iaccarini – S. Vito

Amato – Francavilla Fontana

Cavallo – Oria

[parola illeggibile nel testo]   – Cisternino

Cretì – Carovigno

Nobile – Fasano

Barnaba – Ostimi

Gravili – Torchiarolo

Sarli – Latiano

Semeraro – Mesagne

Ordine del giorno quello del 16 Novembre 43 relativo alla diffida intimata a Palermo*.

Si approva l’ordine del giorno proposto dal compagno Assennato che segue**.
Si comunica l’invito del Comitato di Bari, sul quale hanno chiesto la parola Semeraro – Palermo rimettendosi alla deliberazione presa con la quale si determina la non collaborazione col Governo attuale ed invitano quelli nominati i cariche di dimettersi.

Amato vuole che le masse siano informate del lavoro del Comitato che ignorano. Manca il contatto tra quelle e l’opera dei Comitati. Bisogna dare la sensazione che si opera energicamente contro il governo.

Barnaba è d’accordo di avere contatto con la massa, però non con dimostrazioni di piazza inefficaci, ma con fattiva attività. Ad Ostuni si procede in tal senso con la nomina di persone a controllare le attività comunali e sindacali.

Amato insiste per le agitazioni popolari.

 

Il Comitato Provinciale

Designa

i componenti: Avv. Palermo – Avv. Assennato – Cafiero – Amato – Semeraro a rappresentarli a Bari domani 24 novembre rimenandosi alla deliberazione 16 novembre 43.

 

* L’anno 1943, addì sei del mese di novembre, nella R. Questura di Brindisi.

Innanzi a noi sottoscritto, Commissario di PS., c presente l’avvocato PALERMO Vittorio fu Giuseppe e di Leuzzi Angela, nato a Ceglie Messapico il 17 luglio 1906, qui residente in Via Mazzini N. 50, il quale viene diffidato ai sensi dell’art. 164 della Legge di P.S. a non promuovere manifestazioni del Comitato del Fronte Nazionale di Azione, e a non tenere riunioni in pubblico né adunanze, manifestazioni, conferenze e simili, anche in luoghi chiusi, avvertendolo che in caso contrario saranno adottati nei di lui confronti più severi provvedimenti di polizia, indipendentemente della denunzia all’Autorità Giudiziaria.

Il Palermo, reso edotto di quanto sopra, dichiara di ottemperarvi.

Letto, confermato c sottoscritto.

F/to Avv. Vittorio Palermo
F/to Delle Canne Antonio – Commissario di P.S.
** ALLA R. QUESTURA DI BRINDISI

AL COMANDANTE LA PIAZZAFORTE MIL. MARITTIMA – BRINDISI
Il Comitato Prov. di Liberazione Nazionale (già Comitato Prov. del Fronte Naz. di
Azione), composto dai cinque partiti storicamente costituiti, unitamente ai singoli rap-
presentanti di rutti i Comitati Comunali

Presa visione

della diffida fatta, in data 6 novembre u.s., da questa R. Questura al Segretario del Comitato Prov. — Avv. Vittorio Palermo —, mentre affermano la loro completa solidarietà al loro Segretario diffidato

Protestano

energicamente avverso tale gesto, da qualsiasi fonte proveniente e da qualsivoglia motivo originato, in quanto tende a colpire non solamente il loro compagno — noto e sano elemento antifascista — ma, e soprattutto, il Comitato Prov. di Brindisi nella persona del suo Segretario che, per ottemperare alla sanzione, non dovrebbe svolgere i lavori inerenti un’attività di carattere squisitamente antifascista, e perciò stesso nazionale.

Si domanda

pertanto, che tale diffida sia rimessa, in armonia con le direttive di natura democratica
a cui dichiara di esprimersi l’attuale Governo, non ostando alla richiesta ne il comportamento del diffidato, né, altresì, la condotta seguita dal Comitato stesso, improntati l’uno e l’altra a senso di disciplina e zelo patrio, svoltisi in un ambiente — questo
Capoluogo — in cui, per l’ancora vigente stato di assedio (!), esso Comitato viene costretto, e malvolentieri alla completa rinunzia di esercitare qualsivoglia diritto derivante
dalle nuove provvidenze delle quali fruiscono, diggià, gli altri Comitati dell’Italia Libera.
Brindisi, 28 novembre 1943

 

Il Comitato Prov. di Liberazione

 

 

Brindisi, 4 febbraio 1944 doc 21

COMITATO DI LIBERAZIONE DEL COMUNE DI

S. Pietro Vernotico – Torchiarolo – Torre S. Susanna – S. Vito dei Normanni – Carovigno – Ostuni – Fasano – Cisternino – Mesagne – Ladano – OriaFrancavilla FontanaCeglie Messapico.

Questo Comitato prov. convoca i singoli segretari dei Comitati Comunali in assemblea straordinaria per il giorno 10 corr. alle ore 14,30 in Brindisi, corso Garibaldi, 73, onde assistere alla esposizione ed alle eventuali discussioni sul seguente ordine del giorno:

1°) – Relazione politica sul Congresso Interpartiti tenuto in Bari il 28-29 (Relatore Palermo)

2°) – Relazione sindacale sul Congresso per la costituzione della Confederazione Generale del Lavoro tenuto in Bari il giorno 29 u.sc. (Relatore Lamacchia)

3°) – Varie.

La necessità di adeguare ed armonizzare la conoscenza e la condotta politico-sindacale della nostra provincia alla generale opera di ricostruzione a cui saranno chiamati sempre più intensamente tutti i partiti antifascisti vi indichi l’assorbente dovere di rispondere all’appello con l’inviare i vostri segretari che possono essere accompagnati da tutti quegli elementi che sono iscritti ad uno dei cinque o sei partiti del Fronte Antifascista.

Cordiali saluti.

Il Segretario del Comit. Prov. di Liberazione

 

Brindisi, 12 febbraio 1944 doc 22

FRONTE NAZIONALE D’AZIONE

COMITATO PROVINCIALE

BRINDISI

Al Segretario Provinciale del Partito ..

Lo scrivente, nella sua qualità di Segretario del Comitato Provinciale di Liberazione, rendendosi interprete della istanza chiaramente manifestata da parte dei rappresentanti intercomunali nella seduta del 10 u.s.;

considerando la necessità di attivizzare l’opera del Comitato prov., specie dopo il Congresso di Bari;

riconoscendo giusta la lamentela che questo Comitato non svolge concreta
opera collettiva dal 15 Dicembre u.s.;

ritenendo opportuna la richiesta di investire dell’incarico di membri del Comitato elementi che possano disporre di libertà di tempo oltre che di capacità concrete

Invita

le singole Federazioni prov. dei partiti antifascisti ed antimonarchici interessate ad intervenire alla seduta straordinaria che si terrà in Brindisi presso la sede del Comitato prov. di Liberazione, sita al Corso Garibaldi, numero 73, alle ore 9,30 di sabato 19 corrente, onde procedere alla ricostituzione del nuovo Comitato.

Nella riunione, oltre alla designazione dei due rappresentanti locali per ogni singolo partito, sarà discussa anche la possibilità di designare un membro — per ogni partito — da attingere dai comitati comunali, il quale membro entrerà a far parte di diritto del Comitato provinciale.

Si dà incarico ad ogni singola federazione di rendere noto, alle singole sezioni comunali quanto sopra.

Distinti saluti,

Il Segretario del Comit. Prov. di Liberazione

 

 

Brindisi, 27 febbraio 1944 doc 23

Il Comitato Provinciale di Liberazione di Brindisi costituito dai Sigg. Avv. Antonio Caiulo, Ferdinando Simonetti e Dottor Benedetto Barnaba: per il Partito d’Azione; dall’Avv. Giovanni Stefanelli, Arturo Sardelli e Prof, Angelo
Amato: per il Partito Socialista; dall’Avv. Vittorio Palermo, Giuseppe De Tommaso e Santo Semeraro: per il Partito Comunista;

Riunito nella seduta ordinaria del 25 u.s.;

rendendosi interprete dei voti unanimi espressi da tutti i Comitati dei singoli Comuni della provincia;

considerata la necessità di indicare ai tiepidi e ai ritardatari il senso di dovere che ogni buon cittadino, sollecito delle sorti della Patria democratica, deve sentire coll’apprestare la sua opera rivolta al beneficio della ricostruzione nazionale, avulsa dalla vergogna e dalla rovina procacciata dal malgoverno ventennale del passato regime;

mentre deplora l’assenteismo praticato dal Comitato Provinciale del Partito Demo-cristiano, il quale dopo aver segnalato due suoi rappresentanti, non ha mai partecipato ai lavori di questo Comitato antifascista,

Invita i rappresentanti dei Partiti Liberale (crociano), Demo-sociale (Democrazia del Lavoro) e Demo-cristiano acche — previa accettazione e solenne impegno (scritto) di aderire ai deliberati già espressi in seno ai Comitati di Liberazione, nonché a quello consacrato nel Congresso di Bari del 28-29 gennaio — contribuiscano,
in armonia di intendimenti e di condotta, ad arricchire con la loro sincera collaborazione la fatica severa e limpida che investe questo Comitato rivolta nel supremo interesse della Patria, proteso sempre più verso le libertà esplicitamente democratiche che la Storia ed il progresso umano gli assegnano.
Brindisi, 27 febbraio 1944

Il segretario del Com. Prov. Di Liberazione

Avv. Vittorio  Palermo

 

 

Brindisi lì 5 maggio 1944 doc 24

A S.E. il Prefetto di BRINDISI
e p.c.

Al Ministero degli Interni – SALERNO

 

Questo Comitato Provinciale di Liberazione, riunito in seduta straordinaria, la sera del quattro maggio corrente, dopo di aver esaminata la situazione odierna del capoluogo e della provincia alla stregua delle direttive conclamate dall’attuale Governo — promanatone dei singoli Comitati provinciali di concentrazione antifascista e nazionale — confortato dal convincimento di rappresentare e interpretare — attraverso i suoi numerosi organizzatori — gli interessi ed il voto della maggioranza della popolazione;

Con l’auspicio che S.E., nuovo dell’ambiente, voglia raccogliere, in sincerità di intendimenti ed in concretezza di opere, l’unanime voto popolare

La esorta

di non prestarsi a manovre di pochi, ma ben nutriti, elementi castellani, ormai chiaramente noti al popolo, secolari iugulatori delle sacrosante aspirazioni democratiche e progressiste, perenni imperversatori — nel nostro meridione — di ogni clima politico, solleciti solo ad accaparrarsi, con corretto stile sanfedista e giolittiano, i posti delle singole amministrazioni provinciali e comunali a mezzo della loro clientela vieppiù corrotta e corruttrice in quanto esclusivamente sposata alla causa di voler realizzare gli interessi particolari ed antipopolari dei loro mandati. E mentre

Lamenta

l’inadeguato criterio seguito nelle risoluzioni dei problemi di interesse pubblico,…

Deplora

il resultato inadeguato con cui si è conclusa l’opera di epurazione nel nostro capoluogo; nonché l’assenteismo dimostrato dalle Autorità locali, preposte all’ordine pubblico, di fronte all’atteggiamento fascista e provocatorio di sbarrare con nerofumo i vari manifesti affissi dai singoli partiti in occasione del 1° Maggio ed il lancio clandestino di scritte vaticinanti il ritorno dell’infausto « Duce »; episodi che, corani populo, sono attribuiti alle sezioncelle del partito « d’Unione » sfacciato ricettacolo di molti loschi pregiudicati comuni ed ex « mazzieri » fascisti, come Ella può facilmente rilevare dagli elenchi di quelle sezioni già costituite in provincia

Rivendica

il diritto, proveniente dal nuovo clima democratico e dalle direttive dell’attuale Governo, di esprimere il suo parere nella scelta dei Sindaci e delle Giunte Comunali nonché del Presidente della Deputazione Provinciale, elementi tutti che non possono essere vagliati né designati con i morti sistemi di natura feualistica e, ancor peggio, gendarmesca; ed infine

Esprime

il voto unanime della provincia di vedere assunti presso gli Uffici principali (Prefettura, Sepral, Consiglio Economia, Ufficio delle Imposte, ecc.) delle Commissioni di consultazione i cui membri siano designati da questo Comitato.

Brindisi lì 5 maggio 1944

Il Comitato Provinciale di Liberazione

 

Per il Partito Liberale f/to: Avv. Conti

Per il Partito d’Azione f/to: Avv. A. Caiulo

Per la Democrazia del Lavoro f/to: Avv. A. De Francesco

Per il Partito Socialista f/to: Sig. Arturo Sardelli

Per il Partito Comunista f/to: Avv. V. Taormina*

Il Segretario del Comitato Prov. di Liberazione
(F/to: Avv. Vittorio Palermo)

 

* Nel verbale a piè di pagina il nome dell’avv. Taormina appare affianco a per il Partito Comunista. Si tratta chiaramente di un errore essendo all’epoca l’avv. Taormina
segretario della democrazia cristiana – N.d.C,

 

 

MEMORIALE PER IL GOVERNO    doc 25

del Comitato Provinciale di Liberazione

 

La Provincia di Brindisi — per effetto della prolungata permanenza, nel suo capoluogo, del monarca, circondato dalle figure più note della reazione — è venuta a trovarsi in condizioni gravi e particolarmente facili (sic) a dare ingresso al neo-fascismo che in forma apparentemente meno violenta, sostanzialmente più subdola e diffusa, è penetrato agevolmente in profondità.

Il Prefetto Pontiglione, che ha retto le sorti della Provincia sino a tutto il marzo scorso, abulicamente legato alla cricca delle ex Autorità, funzionari e feudatari qui sempre imperanti, non volle o non seppe adattare la sua mentalità ai tempi mutati, sicché manifestamente continuò ad improntare la sua attività ai vecchi deprecati sistemi lasciandosi sorreggere e sorreggendo precisamente i responsabili dello sconvolgimento e della depressione della vita politica sociale ed economica del territorio affidato alla sua tutela.

Succeduto a lui il Prefetto Guasco, questi sia per le difficoltà del momento, sia per il suo temperamento decisamente conservatore ed autoritario, ha negletto la voce di protesta ed il grido di allarme elevato concordemente e solennemente dai partiti del fronte di liberazione.

Ci riportiamo al memoriale, qui allegato, del 5 maggio 1944, presentato al
Prefetto di Brindisi ed al ministro Togliatti e ….

 

Doc. 26

FRONTE NAZIONALE D’AZIONE

COMITATO PROVINCIALE   Brindisi 7 maggio 1944

BRINDISI

Alla Sezione della DEMOCRAZIA CRISTIANA di Brindisi
e per conoscenza

Alla DIREZIONE REGIONALE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA di Bari

Riscontriamo la Vs/ lettera del 5 u.s. e, nell’atto di esprimere il ns/ compiacimento ad avere, quanto prima, in seno a questo Comitato Provinciale anche i Democristiani, teniamo a dichiararvi che, per amore ed ossequio all’ideale ed al programma con cui sono sorti gli ex Fronti Nazionali di Azione — ora Comitali Provinciali di Liberazione — riteniamo indispensabile si chiarisca la posizione politica che anima l’attuale Democrazia Cristiana della ns/ provincia.

È noto a tutti, infatti, l’atteggiamento di dissidenza da Voi assunto (specialmente a mezzo della voce del Vostro Avv. Vincenzo Taormina), nel passato.

Di tal che è opportuno che Voi, dopo di aver presa visione dell’ordine del giorno votato da questo Comitato Interpartiti il 27 u.s. e pubblicato nel numero 8 di « RISVEGLIO » di cui è direttore l’ottimo ns/ amico Dott. Natale Loiacono di Bari, ci facciate comunicazione di accettare, senza riserve, quanto è contenuto nel precitato o.d.g……

Intanto vi ossequiamo

Per il Comitato Prov. di Liberazione
Il Segretario Avv. Vittorio Palermo

 

 

Doc. 27

PARTITO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA
Al Comitato Provinciale di Brindisi

Brindisi, 11 maggio 1944

Al Comitato Provinciale di Liberazione – Brindisi
e, per conoscenza:

A1 Comitato Regionale della Democrazia Cristiana – Via Beatillo, n. 8 – Bari
Alla Segreteria Meridionale della Democrazia Cristiana – Via Roma, n. 106 – Napoli

Ci è pervenuta la vostra lettera del 7 corrente, e ci affrettiamo a rispondere. Il nostro Comitato Provinciale ha sempre partecipato, sia al Fronte Nazionale, sia al Comitato Provinciale di Liberazione, così come si è praticato nei singoli Comuni della Provincia.

Il nostro Comitato ha anche, com’è noto, partecipato al Congresso di Bari, delegando, per quell’Assise, il proprio Segretario Avv. Vincenzo Taormina.

È superfluo che qui si precisi e si confermi che i Democratici Cristiani sono stati e sono sempre severamente antifascisti ed aspirano ad una reale riforma democratica delle nostre Istituzioni.

È perfettamente esatto che i Democristiani di questa Provincia, specialmente a mezzo dell’avv. Taormina, hanno sostenuto, nelle Assise del proprio partito, una tendenza spiccatamente antifascista e per ciò stesso democratica, asserendo che le pregiudiziali di Bari costituivano soprattutto un grave ed ingiustificato impedimento alla ripresa della vita democratica del popolo italiano.

Il nostro punto di vista, del resto, risultò, poi, conforme, nello spirito e nella forma, alla risoluzione del Partito Comunista Italiano e più particolarmente alle dichiarazioni di S.E. Togliatti.

Così come il Partito Comunista Italiano ebbe a modificare sostanzialmente il proprio indirizzo, dopo Bari e per l’intervento di S.E. Togliatti, altrettanto noi, democristiani di Brindisi, siamo stati lieti di aver contribuito alle deliberazioni del nostro convegno interprovinciale del 15 marzo a Napoli, e alla deliberazione della Giunta Esecutiva Provinciale, per la formazione di un governo schiettamente democratico.

La nostra lettera del 5 maggio, scritta in assenza del nostro Segretario, voleva significare una intensificazione dei nostri rapporti con i rappresentanti degli altri partiti antifascisti, e, tendeva, quindi, alla più intima collaborazione nostra nel Comitato Provinciale di Liberazione, specialmente a seguito della risoluzione della crisi politica.

Non sembra che l’ordine del giorno del 27 febbraio cui si accenna nella lettera cui si risponde possa essere oggi oggetto di nostre deliberazioni, perché la situazione di fatto, ed anche di diritto, è completamente diversa da quella considerata in quell’occasione ed è diversa per il mutato indirizzo del Partito Comunista Italiano, nel senso proprio da noi sostenuto, ed al quale hanno aderito tutti gli altri gruppi che prima, col detto Partito Comunista Italiano, ritenevano di dover insistere su pregiudiziali alle quali i Democristiani, non solo di Brindisi ma di numerose altre Provincie, non attribuivano importanza eccessiva,

Ciò premesso, si comunica che, per essere rientrato in sede il nostro Segretario Provinciale, la rappresentanza di questo Comitato Provinciale in seno al Comitato di Liberazione nazionale sarà assunto dal Segretario stesso Avv.Vincenzo Taormina, in collaborazione con l’avv. Giorgino di Francavilla Fontana. Si indica quale supplente di uno dei due il dott. Vincenzo Loiacono.

……

Si prega, infine, di segnalare in quali giorni ed ore avranno luogo le adunanze del Comitato perché i nostri delegati possano parteciparvi.
Con distinti ossequi.

Il  Segretario Provinciale
f/to Avv. Vincenzo Taormina

 

Doc. 28

CITTADINI!

È la prima volta che la cittadinanza, per concessione delle Autorità, dopo oltre vent’anni di dittatura mussoliniana, è chiamata a potersi riunire liberatamente per proclamare la sua esecrabile condanna all’iniquo regime e ai suoi complici, che hanno condotto l’Italia alla catastrofe; e ad esprimere la sua tenace volontà di partecipare alla lotta di liberazione e rinnovazione nazionale.

È indetta, pertanto, UNA GRANDE MANIFESTAZIONE PUBBLICA, per Domenica 19, alle ore 10,30 – ex Teatro Arena – piazza Cairoli, durante la quale parleranno oratori dei partiti antifascisti.

BRINDISINI!

siete invitati ad intervenire in massa e disciplinati, — come l’ora comporta, — per manifestare la vostra solidarietà verso i nostri fratelli dell’Italia occupata e per protestare, in maniera solenne, anche voi contro il nazifascismo palese ed occulto che cerca di impedire il sorgere della nuova Italia democratica.
Brindisi, 18 marzo 1944

Il Comitato prov. di Liberazione
e

La Camera prov. del Lavoro

 

Doc. 29

FRONTE NAZIONALE D’AZIONE

COMITATO PROVINCIALE Brindisi, 19 marzo 1944

BRINDISI

Per la prima volta, dopo l’imbonimento del monotono e bolso stile ventennale, la cittadinanza brindisina è accorsa numerosa — nell’ex Teatro Arena di piazza Cairoli — ad esprimere, in maniera solenne e dignitosa, la sua condanna al fascismo vecchio e nuovo ed a congiungere la sua alle altre voci dell’Italia liberata nel conclamare il diritto del popolo italiano a crearsi un governo democratico di concentrazione antifascista e popolare, l’unico che sia capace di poter rompere, in questa tragica situazione, l’atonia e la diffidenza che circondano l’attuale governo del re fascista; e che possa realizzare da un canto la partecipazione in massa alla guerra antinazifascista e dall’altra porre inizio alla gravosa opera di ricostruzione nazionale in tutti i settori.

La dimostrazione (sia pure affrettata a causa del permesso avuto solo alla vigilia) è stata organizzata dal Comitato prov. di Liberazione con l’appoggio della ricostituita Camera prov. del lavoro.

Presidente, per voto unanime, il segretario della Federazione prov, del P.C.— Sante Semeraro, che ha illustrato brevemente ma efficacemente, i motivi della riunione —, hanno parlato, applauditi dalla folla vibrante di sano entusiasmo, il sig. Beniamino Andriani per la Camera prov. del Lavoro, l’avv. Antonio Caiulo per il partito d’Azione, l’avv. Giovanni Stefanelli per il partito Socialista e l’avv. Vittorio Palermo per il partito Comunista.

Il presidente, dopo aver letto le adesioni pervenute dalle Federazioni Prov. del partito Liberale e dalla Democrazia del Lavoro, ha presentato l’ordine del giorno precedentemente votato dal Comizio tenuto a Napoli il 12 u.s. riscuotendo la solidarietà del voto unanime della folla.

La dimostrazione, in armonia con le direttive impartite dal Comitato organizzatore, si è sciolta nella più sana e dignitosa compostezza, indice di maturità politica del rinato popolo italiano.

 

 

Doc. 30

VERBALE DI RIUNIONE DEL COMITATO PROVINCIALE
DI LIBERAZIONE DI BRINDISI

L’anno millenovecentoquaramaquattro il giorno 20 maggio nella sede del Partito d’Azione al Corso Umberto I°, 134 sono presenti:

avv. Vittorio Palermo e Semeraro Sante per il Partito Comunista
avv. Giovanni Stefanelli e Sardelli Arturo per il Parlilo Socialista
avv.  Mario Conte dott. Mario Marino Guadalupi per il Partito Liberale

crociano

avv. Taormina Giuseppe e Lojacono Vincenzo per il Partito Democratico cristiano

l’avv. Antonio Rosario De Francesco per la Democrazia del Lavoro

avv. Antonio Caiulo e Ruggiero Donato per il Partito d’Azione

il prof. Amati Francesco socialista in rappresentanza del Comitato di Liberazione comunale di Francavilla

il dott. Barnaba Domenico per il Comitato di Liberazione di Ostuni

il sig. Leoci Gregorio per il Comitato di S, Vito.

Ad unanimità viene designato il dott. Barnaba a presiedere la riunione.

Il prof. Amati chiede, prima di passare all’ordine del giorno che comprende la designazione dei componenti la Deputazione Provinciale nonché della Giunta Comunale e del Sindaco per la città di Brindisi oltre all’esame di altre designazioni fatte dai Comitati Comunali, che l’ora delle riunioni venga anticipata alle ore 15.50 per dare agio ai componenti il Comitato che provengono dalla provincia di ripartire in tempo con i treni della sera. Il Comitato provinciale all’unanimità accoglie tale proposta.

Subito dopo si passa alla designazione dei componenti la Deputazione Provinciale. L’avv. Caiulo fa osservare, a tale proposito, che almeno quanto membri effettivi vengano riserbati alle seguenti zone:

1°) = Fasano Cisternino

2°) = Ostuni e paesi limitrofi

3°) = S. Pietro Vernotico e paesi limitrofi

4°) = Francavilla Fontana e paesi limitrofi.

La proposta viene accolta ed il Presidente invita i vari capi-partito a fare le loro designazioni e precisamente due nomi per ogni partito.

Per il Partito d’Azione vengono designati l’avv. Asciano Francesco di Ostuni ed il prof. Argentina Pietro di Francavilla.

Per il Partito Comunista: il dott. Sansone Giovanni di Ostuni e il sig. Semeraro Sante di Mesagne.

Per il Partito Socialista: il dott. Trane Pasquale e il rag. Zaccaria Guido.
Per la Democrazia Cristiana: il sig. Fischietti Paolo e l’avv. Tamburini Guglielmo.

Per il Partito Liberale crociano: l’avv Amati Luigi fu Nicola e il dott. Basile Saverio.

Per la Democrazia del Lavoro: il dott. Cavaliere Annibale ed il sig. Brescia Odorisio.

L’avv. Mario Conti chiede a questo punto la parola e presenta l’opportunità che per le zone già appartenenti alla Provìncia di Bari, che non hanno mai avuto un rappresentante in seno all’Amministrazione Provinciale, sia riserbato un posto nella nuova Deputazione Provinciale ed indica a rappresentante l’avv. Luigi Amati fu Nicola. Tutta l’assemblea si trova di accordo nel ritenere giusta la richiesta dell’avv. Conti il quale dichiara, in conseguenza, per facilitare il compito delle designazioni, di ritirare il nome del dott. Basile dalla rosa dei designandi.

Per Ostuni vengono in discussione i due nomi del dott. Giovanni Sansone e dell’avv. Francesco Asciano.

Semeraro dichiara, a questo punto, di revocare, in nome del proprio partito la propria designazione e prega che per Ostuni venga designato il dott. Sansone.

Per solidarietà il Partito d’Azione ritira la designazione dell’avv. Asciano ed il dott. Sansone resta il designato.

L’assemblea si trova poi di accordo sulla designazione del dott. Annibale Cavaliere e del prof. Argentina Pietro nonché del prof. Teofilato Cesare e del dott. Antonio Muscogiuri. I due membri supplenti vengono all’unanimità lasciati alla città di Brindisi e concordemente vengono designati l’avv. Palermo Vittorio e l’ing. Serio Severino. Rimane da designare il Presidente ed il Comitato all’unanimità designa l’avv. Stefanelli Giovanni. Sicché la lista è composta nel modo seguente:

Presidente:            avv. Stefanelli Giovanni, socialista

Membri effettivi:      avv. Amati Luigi fu Nicola: lib. croc. dott. Sansone Giovanni: omunista
dott. Cavaliere Annibale: dem. lavoro
prof. Argentina Pietro: part. d’azione
prof. Teofilato Cesare: socialista
dott. Muscogiuri Antonio: dem. cris.

Membri supplenti:     avv. Palermo Vittorio: comunista ing. Serio Severino: part. d’azione

 

Chiede la parola Semeraro Sante il quale invita il Comitato a pronunziarsi fin d’adesso sulla condotta da tenere in vista di un rifiuto da parte del Prefetto di accettare integralmente le liste che il Comitato presenterà. Interviene Palermo il quale tiene a portare a conoscenza dei componenti il Comitato prima che questi si pronunzino sulla richiesta Semeraro che le liste di coloro che saranno designati alle Giunte comunali ed alla deputazione provinciale dovranno essere dal Prefetto sottoposte all’approvazione della Commissione Alleata di controllo. L’avv. Taormina chiesta ed ottenuta la parola, osserva che indubbiamente è questo un nuovo elemento che si inserisce nella situazione e propone che il Comitato oltre che al Prefetto consegni e  discuta eventualmente, le liste alla Commissione di Controllo. L’avv. Caiulo accetta l’osservazione dell’avv. Taormina ed insiste per una presa di posizione netta e decisa nei riguardi del Prefetto.

Semeraro fa osservare che per molti segni e ormai evidente che il Prefetto non solo non intende appoggiarsi al Comitato di Liberazione ma addirittura lo osteggia e propone, pertanto, che rappresentanti del Comitato stesso si rechino a Salerno onde prospettare ai Ministri competenti la grave situazione in cui si trova il Comitato Provinciale di Liberazione di Brindisi, anzi egli lamenta che tale passo non sia stato fatto a tempo, quando cioè il Prefetto dimostrò apertamente di volersi appoggiare ad elementi non solo monarchici ma che avevano
addirittura avuta aperta connivenza con il fascismo.

L’avv. Stefanelli, chiesta ed ottenuta la parola, ricorda, a conforto di ciò che ha detto Semeraro, che non appena giunto a Brindisi, uno dei primi gesti che il Prefetto compì fu quello di invitare nel suo gabinetto esso avv. Stefanelli, l’avv. Caiulo e l’avv. Palermo ai quali, rimenandosi alla spontanea agitazione della massa operaia verificatasi pochi giorni prima (sic) li avrebbe ritenuti responsabili di qualsiasi eccesso.

L’avv. Caiulo conferma il giusto riferimento fatto dall’avv. Stefanelli.

Chiesta ed ottenuta la parola l’avv. De Francesco fa osservare che, trovandoci ormai in regime di democrazia non bisognerebbe trascurare le minoranze e gl’indipendenti e che occorrerebbe lasciare al Prefetto una certa elasticità di azione, in limiti molto ristretti, s’intende, nella compilazione delle liste.

L’assemblea unanimemente respinge il punto di vista dell’avv. De Francesco.

Il Presidente dott. Barnaba riassume la discussione ed osserva che inopportuno gli sembra il gesto suggerito dall’avv. Taormina di recarsi cioè con le liste anche alla Commissione di controllo e considerato che anche naturalmente il Prefetto deve intervenire nella formazione delle liste propone che all’atto della presentazione di queste, si dica al Prefetto che eventuali dubbi debbano essere risolti con il Comitato in modo che le liste siano di pieno gradimento del Comitato. L’atteggiamento futuro del Prefetto suggerirà la linea di condotta da tenere.

Messa ai voti tale proposta viene approvata all’unanimità.

Si passa all’esame della lista inviata dal Comitato di Francavilla e si riprende la discussione sul nome dell’avv. Abbadessa Giuseppe alla designazione del quale l’avv. Palermo per il partito comunista pone il veto per il passato fascista del designato.

L’avv. Taormina presenta una lettera del prof. Teofilato Cesare, socialista, il quale giustifica il passato dell’Abbadessa, il quale, prima di accettare una carica in seno alla Segreteria politica del fascio di Francavilla si rivolse a lui per consiglio. Raccomanda, inoltre, la designazione dell’Abbadessa anche per le sue capacità personali. I rappresentanti del partito socialista intervengono dichiarando che quella del prof. Teofìlato è una opinione personale che il partito non intende avallare.

A questo punto l’avv. Taormina per i demo-cristiani acconsente a ritirare la designazione dell’Abbadessa sostituendola con quella di Bungaro Antonio.

Si passa all’esame della lista di S. Vito e il dott. Mario Guadalupi per i liberali fa osservare che il nome di Carbotti prof. Vincenzo, indipendente, non può essere approvato perché in questi ultimi tempi il Carbotti ha dato chiari segni di tendenze filofasciste.

Si passa alla designazione della giunta e sindaco per la città di Brindisi.

Sardelli dichiara che bisogna far posto prima di tutti a coloro che hanno sofferto carcere e confino come antifascisti e designa per il partito socialista Andriani Beniamino.

Semeraro per i comunisti dichiara di non avere elementi che uniscano la competenza al requisito richiesto da Sardelli.

Le designazioni per la Giunta sono le seguenti:
Socialista: Andriani Beniamino
Comunista: Dott. Caldarulo Teodoro di Giuseppe
Liberali: Dott. Bruno Giuseppe
Demo Cristiano: Dott. Provenzano Gaetano
Dem. Lavoro: Selicati Vito
Azione: Dott. Nicola Graziuso.
Semeraro designa come sindaco l’avv. Vittorio Palermo facendo osservare che tale carica spetta di diritto al Partito comunista come partito di massa.

Lojacono per i democristiani risponde che il suo partito ha più iscritti che il partito comunista.

L’avv. Vittorio Palermo dichiara di accettare la designazione.
L’avv. Caiulo fa osservare che la giunta nel suo complesso non è tale da soddisfare le esigenze del momento e propone di aggiornare la riunione.

Accettata la proposta si stabilisce una nuova riunione per il 23 corr. Alle ore 15,30.

 

Doc. 31

VERBALE DI RIUNIONE DEL COMITATO DI LIBERAZIONE

DI BRINDISI

L’anno 1944 il giorno 23 del mese di maggio nella sede del Partito d’Azione al Corso Umberto 134
Sono presenti:

Avv. Vittorio Palermo e Semeraro Sante per il Partito Comunista

Avv. Giovanni Stefanelli e Beniamino Andriani per il Partito Socialista

Avv. Mario Conti e Dr. M. Marino Guadalupi per il Partito Lib. Crociano

Avv. Taormina Giuseppe e Lojacono Vincenzo per il Partito Demo. Cristiana

Avv. Antonio Caiulo e Ruggero Donato per il Partito d’Azione

Dott. Barnaba Domenico per il Co. di Liber. di Ostuni

Sig. Leoci Gregorio per il Co. di Liber. di S. Vito dei Normanni.

Ad unanimità viene designato il Dr. Barnaba a Presiedere la Riunione.

Il Presidente dichiara che in virtù delle deliberazioni prese nella precedente riunione sente il dovere di richiamare l’attenzione di tutti sulla grande importanza che in questo momento ha la persona del Sindaco e della Giunta la quale assume tutta la responsabilità verso il popolo dei complessi problemi cui è chiamata ad assolvere.

Chiede la parola l’avv. Stefanelli, il quale a dirimere pregiudiziali sulla persona del Dr. De Castro Teodoro discussa nella precedente riunione, chiarisce tale pregiudiziale e tutti i Componenti il Comitato aderiscono nel ritenere il Dr. De Castro il più indicato alla designazione per la carica di Sindaco del Capoluogo.

A richiesta del Sig. Sante Semeraro l’avv. Conte dichiara che il dr. De Castro è iscritto al Partito Liberale Crociano.

L’avv. Taormina e il sig. Semeraro propongono che a componenti la Giunta Comunale vengano designati tutti i maggiori esponenti dei vari Partiti e precisamente quelli già concordati.

Con tale proposta, accettata all’unanimità, rimane annullata la precedente lista dei candidati alla Giunta e pertanto le nuove designazioni vengono così stabilite ed approvate:

Partito d’Azione – avv. Caiulo Antonio

Democrazia Cristiana – avv. Taormina Vincenzo

Partito Socialista – avv. Giovanni Stefanelli

Partito Comunista – avv. Vittorio Palermo

Democrazia del Lavoro – ing. Ferdinando Cancro

Liberale Crociano – Rollo Oreste fu Salvatore.
Il Sig. Semeraro chiede che in seno alla Giunta vengano nominati due supplenti e precisamente due compagni che abbiano sofferto carcere e confino e pertanto propone i compagni Andriani Beniamino (socialista) e De Tommaso G. (comunista) che vengono approvati.

Gli avv. Caiulo e Conte fanno presente che la presentazione delle liste all’Ecc. Prefetto sia accompagnata dalla pregiudiziale che i nominativi della Deputazione Provinciale e quelli del Sindaco e della Giunta Comunale del Capoluogo siano accettati senza discriminazione alcuna, mentre per quei nominativi delle Giunte Comunali che dovessero essere discussi la Prefettura dovrà interpellare il Comitato di Liberazione.

L’avv. Palermo aggiunge che copia delle liste sia inviata agli Alleati per evitare eventuali ritardi.

Le due proposte sono approvate da tutti i presenti.

L’avv. Palermo fa noto che, nell’eventualità che l’attuale Prefetto sia trasferito, sarebbe opportuno che una Deputazione del Comitato si recasse a Salerno per insistere per la nomina di una personalità pugliese quale Prefetto della Provincia di Brindisi.

La mozione è rinviata per l’esame alla prossima riunione.

Gli avv. Conte e Taormina pregano il Comitato acciocché sia disposto che nei Comuni ove non abbiano partecipato, per la formazione delle Giunte, partiti di nuova costituzione (sempre dei 6 Partiti riconosciuti), possano essere sentiti anche tali Partiti perché loro rappresentanti facciano parte delle Giunte e alla votazione per la nomina del Sindaco.

L’avv. Palermo risponde che già sono state date disposizioni conformi.

A tal proposito il Sig. Semeraro ritiene opportuno che un rappresentante dei Partiti intervenga presso il Comitato dei Comuni ove si verificano tali discrepanze per dirimere i contrasti.

Il Comitato approva e nomina l’avv. Conte, l’avv. Palermo e il Sig. Lioci.

A seguito la richiesta dell’avv. Conte e Taormina l’avv. De Francesco insiste che sia presentata la lista nota dal Comune di Oria circa la nomina del Sindaco e della Giunta e d’informarsi circa il nominativo del Presidente del Comitato Comunale di Liberazione.

La lista non può essere esibita perché l’avv. Palermo dichiara di non averla potuta produrre al momento della consegna delle pratiche al nuovo Segretario del Comitato e pertanto la questione viene rinviata alla prossima tornata per la discussione.

Prende la parola il Presidente invitando il Comitato a svolgere energica azione contro le manovre che nel Comune di Ostuni svolgono alcuni elementi fuori partiti affiancati ad alcuni democristiani circa la nomina del Sindaco, che artatamente dichiarano non essere quello designato dal Comitato; per cui raccolgono firme per appoggiare altro nominativo.

E pertanto è opportuno richiamare il Partito Demo-Cristiano e per diffidare coloro che svolgono tale opera.

A questo punto il dott. Barnaba lascia la riunione e prende posto alla Presidenza l’avv. Caiulo.

L’avv. Stefanelli prende la parola e dichiara che per motivi inerenti la sua attività professionale non può accettare la carica di componente la Giunta Comunale e quindi egli propone che sia sostituito dal sig. Sardelli Arturo considerato che il Sardelli è il capo del Partito Socialista della Provincia.

Si oppone l’avv. Caiulo, il quale fa noto che condizione assoluta nella composizione della Giunta, già concordata e votata, è che i nominativi scelti a componenti la Giunta non siano variati con altri nominativi.

I rappresentanti il Partito Comunista accettano la tesi dell’avv. Stefanelli e propongono che l’avv. Stefanelli rimanga nella Giunta, mentre rivendicano il diritto della candidatura dell’avv. Palermo, quale Presidente della Deputazione provinciale pur rimanendo nella Giunta.

Si associa ai Comunisti l’avv, Conte del Partito Liberale e i rappresentanti dei Socialisti.

A questo punto l’avv. Caiulo, come protesta contro tale discussione in contrasto con quanto precedentemente proposto e deliberato, si allontana dalla riunione.

Assume quindi la Presidenza l’avv. De Francesco.

L’avv. Palermo chiede che, avendo avuto notizia sul momento che il dott. De Castro non sia iscritto al Partito Liberale Crociano, si inviti il dott. De Castro a dichiarare nel Comitato di appartenere a tale Partito.

Si oppone il sig. Leoci e fa presente che è sufficiente la dichiarazione resa al capo del Partito Liberale Crociano e quindi la richiesta dell’avv. Palermo è superflua.

Il comitato decide che il Partito Liberale Crociano presenti dichiarazione per iscritto della appartenenza al suo Partito del dott. De Castro.

Si riprende quindi la discussione circa quanto esposto dall’avv. Stefanelli e tutti sono concordi nel confermare l’avv. Stefanelli nella carica di Presidente della Deputazione mentre nella carica di assessore viene sostituito dal sig. Sardelli.

I rappresentanti del Partito d’Azione si astengono dal voto.

II sig. Lioci chiede, che dal momento che l’avv. Stefanelli viene sostituito nella Giunta dal Sig. Sardelli venendo così meno al compromesso convenuto con gli altri Partiti, il nome dell’avv. Caiulo venga eventualmente sostituito da altro nominativo dopo aver interpellato il suo Partito.

A questo punto la riunione è sciolta e rinviata a sabato 27 corr.

 

 

Doc. 32

Brindisi, li 3 Giugno 1944

Lista per la designazione del Sindaco e della Giunta Com. di Brindisi

DI BRINDISI

Sindaco:               Avv. Vittorio Palermo fu Giuseppe (Comunista)
Giunta:                 Dr. Vito Antico (Liberale Crociano)

Cav. Paolo Fischetto (Democratico Cristiano)

Sig. Donato Ruggero (Partito d’Azione)

Sig. Tommaso Sardelli (Socialista)

Sig. Vito Selicato (Democrazia del Lavoro)

Rag. Giuseppe La Macchia (Partito d’Azione)
Supplenti:            Sig. Beniamino Andriani (Socialista)

Sig. Giuseppe Ruffini (Comunista)

 

Designati alla Deputazione Provinciale
Presidente:           Avv. Giovanni Stefanelli fu Luigi (Socialista)
Membri                Avv. Luigi Amati fu Nicola da Fasano (Lib. Crociano)
effettivi:               Dr. Giovanni Sansone da Ostuni (Comunista)

Dr. Annibale Cavaliere da Mesagne (Dem. Lavoro)

Prof. Cesare Teofilato da Franc. F. (Socialista)

Dr. Antonio Muscogiuri da Torre S. S. (Dem. Cristiana)

Prof. Pietro Argentina da Frane. F. (Part. d’Azione)
Membri supplenti:   Rag. Guido Zaccaria fu F/sco da Brind. (Socialista)

Ing. Severino Serio da Brindisi (Part. d’Azione)

 

 

Doc. 33

Il Comitato Provinciale di Liberazione, nella seduta del 7 settembre 1944;

ribadita l’assoluta necessità che i rappresentanti dei partiti in seno al Comitato siano uomini di sicura fede antifascista, e, in ogni caso, non compromessi in alcun modo col fascismo;

riconosce che, pur avendo i singoli partiti libertà di reclutamento politico, non e compatibile con la partecipazione al comitato di concentrazione antifascista, l’assorbimento di alcuni degli elementi più screditati del fascismo che da qualche partito si è compiuto e si va compiendo, e, ancora meno, l’attribuzione ad essi di funzioni direttive nei partiti stessi, e si riserva, consapevole di difendere in tal modo le ragioni ed i diritti essenziali dell’antifascismo per la tutela e lo sviluppo dei quali il comitato è sorto;

di esprimere il proprio giudizio sui casi più clamorosi di assorbimento in seno ai partiti antifascisti di persone irrimediabilmente compromesse nella politica e nelle speculazioni del fascismo.

Accettato ad unanimità.

Il funzionante Segretario
fto Beniamino Andriani

Doc. 34

COMITATO PROVINCIALE DI LIBERAZIONE
Seduta del 14 Novembre 1944

Presenti: Caiulo, Palermo, Stefanelli, Ruggero, Taormina, Liguori, Scanni,
Libardo, Spina, Rollo, Andriani e Avv. Giorgino.
Presiede la seduta l’avv. Antonio Caiulo.
Funge da Segretario l’avv. Vittorio Palermo.

 

Primo capo

1°) Preliminarmente il Dr. Giovanni Libardo del Partito d’Azione sottopone all’attenzione del Comitato due copie di telegramma anonimamente spedite al Partito d’Azione in cui l’avv, Taormina, della Democrazia Cristiana, in occasione dell’11 u.s. — S. Martino — esprime, a suo nome ed a nome di altri amici, voti augurali e solidali al re Vittorio Emanuele III ed al Ministro della real casa — Lucifero — per il genetliaco.

2°) L’avv. Palermo, della Federazione Provinciale Comunista, propone che la cosa, per essere stata operata da un membro componente il Comitato Prov. (Avv. Taormina), deve essere discussa in seno al Comitato stesso e alla presenza di tutti i membri alcuni dei quali, nella seduta odierna, sono assenti, (manca del tutto la rappresentanza della Democrazia del Lavoro).

3°) L’avv. Stefanelli, della Federaizone Provinciale Socialista, entrando nel merito, — dopo di aver fatto presente che, pur essendo stata rinviata a fine guerra la decisione sulla forma futura del Governo Italiano, tuttavia la concentrazione antifascista e nazionale espressa nei Comitati di Liberazione si basa, fra l’altra, sulla storica ed esplicita condanna alla persona del re irrimediabilmente  legato alla responsabilità fascista ed antinazionale – deplora il gesto dell’avv. Taormina (che ha dichiarato di riconoscere la paternità dei due telegrammi) e, in conseguenza, chiede che il Comitato sospenda ogni sua attività se non prima abbia presa decisione sulla questione.

4°) Caiulo e Palermo, richiamata l’attenzione sul danno che potrebbe derivarne dalla inattività del Comitato, insistono sull’approvazione della pregiudiziale Palermo e pregano Stefanelli, che aderisce.

 

Secondo capo

1°) Il Segretario f. Palermo, data lettura di una mozione inviata dalle Sezioni Socialista, Comunista e d’Azione di S. Pietro Vernotico che deplora come alla direzione della Sezione del Partito Liberale del luogo sia stato posto l’Ing. Giovanni De Simone fu Alcide — ex centurione della defunta milizia fascista — e alla direzione della Sezione Democristiana il Prof. Arturo Valletta — ex capo manipolo della stessa milizia — propone che, sull’argomento sia applicata la mozione Patrono del 7 settembre scorso — che unanimemente approvata — in virtù della quale sia l’uno che l’altro elemento dovrebbe essere invitato, dalle singole direzioni dei Partiti interessati a dimettersi dalle cariche.

2°) Il  Dr. Spina e Rollo, della Direzione Provinciale del Partito Liberale, assumono incarico di provvedere in conformità della mozione Patrono, mentre

3°) L’avv. Taormina, per la Democrazia Cristiana, nega che il Prof. Valletta sia stato ufficiale della milizia fascista, ma bensì ufficiale della gil; e afferma che, sul punto, il Comitato si fosse già pronunziato discriminando il Valletta, in altra seduta.

4°) Palermo, contrasta la veridicità della menzione fatta dal Taormina e propone il rinvio della risoluzione del caso Valletta al ritorno del Segretario Sardelli, detentore dei verbali delle sedute precedenti.

Si approva.

 

Terzo capo

1°) Il Segretario f. Palermo, dopo di aver letto una segnalazione della Provinciale Democrazia Cristiana con la quale — a parziale modifica — si designa come membro effettivo da rappresentare la Democrazia Cristiana stessa in seno al Comitato interpartiti l’Avv. Francesco Giorgino al fianco del riconfermato Taormina, si rimena al deliberato della seduta del 7 novembre scorso nella quale seduta, essendo stato esaminato l’atteggiamento Giorgino in contrasto coi deliberati del Comitato Comunale di Francavilla Fontana (per avere il Giorgino accettato la carica di Sindaco in quel Comune dalle mani dell’ex prefetto Guasco — era arrestato in Roma per il suo eminente passato politico — e ciò in ispregio con gli impegni democratici liberamente assunti) viene espresso un voto di biasimo all’avv. Giorgino, da allora (luglio scorso) e tuttora espulso dal Comitato di Francavilla —, per la qualcosa il funzionante Segretario Palermo propone di respingere la candidatura del Giorgino in ossequio alle deliberazioni democratiche accettate.

2°) Taormina sostiene la designazione Giorgino.

3°) L’avv. Taormina espone le ragioni — da un suo particolare punto di vista — che lo indussero ad accettare dalle mani del Guasco la carica di Sindaco, (citando la circolare Aldisio del 4 aprile 1944).

4°) Caiulo pur ricordando il passato politico antifascista dell’Avv. Giorgino lo invita a desistere dal voler creare nuove difficoltà tra il Comitato Provinciale e il Comitato di Francavilla che, insieme, votarono l’ordine del giorno del giorno 7 novembre avverso la condotta antidemocratica del Giorgino.

5°) Palermo, insistendo sulla deliberazione del 7 novembre, pone ai voti la sua precedente proposta che viene accettata all’unanimità, ad eccezione della Democrazia Cristiana, parte in causa.

 

Quarto capo

1°) L’Avv. Caiulo, dopo di aver fatto conoscere le rimostranze di S.E. Cavalieri, attuale Prefetto di Brindisi, per un voto di sfiducia che sarebbe stato espresso (?) da un membro del Comitato Prov. nei riguardi del Prefetto stesso riporta alla memoria dei componenti che nulla — in merito — c stato mai espresso in seno al Comitato, e biasimando l’insinuazione anonima ed ufficiosa, propone che il Comitato Prov. voglia dichiarare solennemente al Prefetto Cavalieri la sua solidarietà e la sua fiducia per la condotta democratica da lui seguita fino ad oggi.

2°) L’Avv. Palermo, appoggia la proposta Caiulo e, ribadendo il dovere che ogni buon democratico deve sentire nel l’esprimere esplicitamente il suo giudizio politico su questioni fondamentali come quella in discussione, aggiunge la proposta che la dichiarazione Caiulo sia vergata in una ufficiale mozione in doppia copia di cui una da presentare a S.E. il Prefetto e l’altra da inviare al Governo Nazionale, in modo da non permettere alcuna manovra di  chicchessia avulsa dalla volontà e dagli intendimenti ufficiali del Comitato Provinciale.

La proposta, accettata all’unanimità, chiude la seduta.

Il f. Segretario

 

 

 

Doc. 35

COMITATO PROVINCIALE DI LIBERAZIONE

BRINDISI

COMUNICATO AL GOVERNO ED ALLA STAMPA

Il Comitato Prov. di Liberazione di Brindisi, edotto dei gravi incidenti verificatisi in Francavilla Fontana la notte del 9 maggio scorso — mentre li deplora profondamente — addita come causa determinante degli incidenti stessi la mancata epurazione dei più compromessi elementi fascisti.

E, nel biasimare ancora una volta le deficienze e la imprevidenza davvero gravi delle Autorità
Provinciali che erano già a conoscenza della tesa situazione delineatasi in Francavilla fin dal 26 marzo scorso.

Rileva

l’insufficienza delle forze dei Comandi di Polizia e dei Carabinieri, l’inopportunità del provvedimento preso dalla Magistratura di Brindisi per l’escarcerazione di elementi fascisti senza preventiva comunicazione agli organi di Polizia.
E, conseguentemente,

richiede una adeguata inchiesta onde accertare chiaramente le responsabilità e suscitare
i provvedimenti atti a garantire l’ordine — nella giustizia e nella libertà — tanto necessario al consolidamento della democrazia. Brindisi, 11 maggio 1945

Il Comitato Prov. di Liberazione

N.B. – Si dia la massima diffusione del precedente comunicato che, a cura di codesto Comitato, deve essere particolarmente dattilografato ed inviato a ciascuna Sezione dei Partiti della Concentrazione Antifascista, per l’affissione nelle singole sedi.

 

Doc. 36

COMITATO PROVINCIALE LIBERAZIONE NAZIONALE BRINDISI
VERBALE DEL 22 FEBBRAIO 1946

Sono presenti: DE CASTRO per il Partito Liberale; Palermo e Caldarulo per il partito Comunista; Caiati per la Democrazia Cristiana; De Simone per la Democrazia del Lavoro; Andriani e Tollemedo per il Partito Socialista. Assente il Partito d’Azione.

PRESIEDE ANDRIANI BENIAMINO
I membri della Democrazia Cristiana, Liberale e Demolaburista presentano il seguente Ordine del giorno:

ORDINE DEL GIORNO

QUESTIONE S. VITO – La Democrazia Cristiana, la Democrazia del Lavoro ed partito liberale considerata incompatibile la loro presenza nel Comitato Provinciale di Liberazione ai fini della loro dignità nelle forme consentite dalla legalità e dalla normale procedura dei Comitati stessi;

Rilevato che l’atteggiamento del Sig. Prefetto contrasta nettamente con i voti espressi e ribaditi dal CCL. di S. Vito e dal C.P.L. aggiungendo nuovi elementi di disgregazione alla pur limitata funzione dei Comitati stessi;

Riconosciuto che tale atteggiamento esaspera non solo i partiti in oggetto ma tutta la popolazione di S. Vito;

Ritrovando in questa crisi Amm.va elementi nuovi ed inequivocabili di un atteggiamento tutt’altro che imparziale

DELIBERANO

di uscire dal C.P.L., astenendosi dal partecipare alle relative attività ed esonerandosi da ogni responsabilità e conseguenza.

I rappresentanti dei partiti Socialista e Comunista, preso atto delle  dichiarazioni espresse dai rappresentanti dei su tre citati partiti di volersi ritirare dal C.P.L. in conseguenza del rifiuto apposto dal Prefetto di non voler raccogliere, cioè, il voto espresso dalla maggioranza sia del C.P.L. che del C.C.L. per la destituzione del Sindaco e della Giunta Amm.va di S. Vito, dichiarano:

1°) essere sproporzionata ed intempestiva la decisione presa dai suddetti tre partiti;

2°) essere altresì, dovere di detti partiti — che pure han fatto parte ufficialmente del C.P.L. — il voler considerare la necessità politica di conservare fino all’ultimo la concentrazione antifascista e democratica espressa dal CLN.

3°) essere necessario, infine, richiamare l’attenzione dei rappresentanti i partiti uscenti a voler considerare che la funzione ed i limiti dei C.L.N. sono di natura soltanto consultiva; e che, perciò, non può essere addebitato al C.P.L. — come organo — la responsabilità degli atti compiuti dalla autorità provinciale, nel caso, dal Prefetto il quale — sull’episodio in questione — si è avvalso, a torto od a ragione, dei criteri giuridici a lui provenienti dalla legge Aldisio
del 6 Aprile 1944, tuttora in vigore in materia di nomina sostituzione o destituzione delle amministrazioni Comunali.

4°) E che pertanto, alla stregua di quanto è esposto nei tre numeri precedenti, i rappresentanti socialisti e comunisti sollecitano — ancora una volta — i partiti uscenti a voler desistere dal loro proposito appellandosi alla loro sensibilità politica e democratica tuttora espressa — sia pure parzialmente — dai C.L.N.

Il rappresentante della democrazia del Lavoro fa rilevare che la crisi della amministrazione di S. Vito rimonta a circa un anno; e le conclusioni del Prefetto si sono rivelate assolutamente contrastanti con la promessa fatta di accettare le proposte della maggioranza del C.P.L. subordinatamente alla ricomposizione del C.C.L. di S. Vito cui era devoluto l’incarico di designare la nuova amministrazione. Tali promesse furono dallo stesso Prefetto formulato alla presenza di tutti i componenti il C.P.L. ai quali, a richiesta della Democrazia Cristiana, del Partito del Lavoro, del Partito Liberale e del Partito d’Azione, dichiarò anche di trovarsi nella assoluta impossibilità di inviare sul posto, sia pure per pochi giorni, un Commissario per mancanza di funzionari.

I rappresentanti Socialisti e Comunisti — restando nell’ambito della competenza dei C.L.N. e, perciò, senza entrare nel merito dell’episodio in questione — ribadiscono il concetto che la rimostranza espressa dai partiti uscenti dovrebbe essere rivolta, se mai, al Ministero degli Interni per la ricerca della eventuale responsabilità del Sig. Prefetto; e non a danno della vitalità o esistenza stessa del C.P.L. organo di concentrazione squisitamente politica ed antifascista cui tutti i democratici ed antifascisti devono sentire il dovere di dare alimento con la loro partecipazione.

Il Segretario II Presidente

B. Andriani

 

Il Partito d’Azione, presa visione del verbale antistante, pur deplorando il contegno del Sig. Prefetto nel non aver accolto il deliberato unanime del C.P.L. in merito alla crisi di S. Vito dei Normanni, relativa all’Amministrazione Comunale, ritiene sproporzionata ed inopportuna la decisione presa dai partiti Liberale, Democristiano e Democratico del Lavoro; e dichiara di rimanere  solidale coi partiti Comunista e Socialista nella concentrazione democratica antifascista tuttora espressa nei C.L.N.

Inoltre, propone che il partito Repubblicano, a similitudine dei C.L.N.A.I., entri a far parte del C.P.L. di Brindisi.

Brindisi, 22-2-946

II Segretario
f.to illeggibile

Doc. 37

Mesagne, 9 settembre 1943
AI Segretario del Comitato Provinciale del Fronte Nazionale d’Azione – Brindisi
Egregio Segretario,

ho il piacere di portare alla vostra conoscenza che nella riunione del 5 settembre 1943, da me convocata — in seguito a vostro diretto incarico — si è deciso la costituzione del locale Comitato di Fronte Nazionale d’Azione. (Mesagne)

Fanno parte di detto Comitato:
Per il partito Socialista Italiano: Semeraro Pietro – ingegnere
Per il Partito Socialista Italiano: Facecchia Emanuele – giardiniere
Per il Partito Comunista Italiano: Semeraro Sante – capitano di lungo corso
Per il Partito Comunista Italiano: Ostuni Pietro – artigiano
Per il Partito Demo-cristiano: Zaccaria Giulio – agricoltore
Per la Ricostruzione Liberale: De Francesco Antonio – avvocato
Per il Partito d’Azione: Montemurro Cataldo – commerciante
Per il Partito d’Azione: Leone Francesco – impiegato

Tanto i demo-cristiani che la Ricostruzione liberale si sono riservati il diritto di nominare i supplenti.

Per la Segreteria è stato incaricato il sottoscritto.

Cordiali saluti,

f.to Sante Semeraro

 

 

Doc. 38

Al Comitato del Fronte Nazionale di Azione – Brindisi
(Avv. Palermo)

Presa visione dell’Ordine del giorno pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno n. 261 del 19-9-43 si costituisce in Ostuni il Sottocomitato del Fronte Nazionale d’Azione.

Il su nominato Sottocomitato si impegna ad intensificare l’attività coordinata per la restaurazione della Libertà e della dignità della Patria.

I membri componenti il Comitato sono i seguenti:
(f.to) Dott. Barnaba Benedetto – Via Mazzini 29 (P. d’Az.)
Prof. Romualdo Menconi – Via Lotesorieri 17 (D.L.)

Cav. Gaetano Sansone – Via Mazzini 49 (D.C.)

Dott. Giuseppe Ayroldi Carissimo (D,L.)

Dott. Camillo Tanzarella (Monarc.)

Cap. Angelo Melpignano – Via Calatafimi, 10 (P. d’Az.)

Ins. Otello Tanzarella fu Onofrio – Via Bovio 3 (Monarc.)

Giraci Biagio fu Luigi – Via A. Pomes (Soc.)

Ayroldi Felice fu Alessandro – Via Pietro Vincenti 20 (D?)

Rosati Giovanni – Prof. Elettrotecnica – Via Vittorio Emanuele 207 (Soc.)

Allegretti Francesco fu Michele (Com.)
Sede provvisoria: Sezione Associazione Mutilati dì Ostuni,
Nota: I partiti di appartenenza segnati in parentesi si riferiscono ad annotazioni fatte a matita — probabilmente in sede di comitato provinciale —-

 

 

 

 

Doc. 39

Al Comitato Provinciale di Fronte Nazionale – Brindisi.

Comunico a Cotesto Comitato che in data 19 settembre alla presenza dell’avv. Palermo dopo un breve scambio di idee è stato deciso di costituire il Comitato Comunale del Fronte Nazionale della nostra Città.

Esso è composto dai seguenti membri:
Partito d’Azione: La Neve Pompeo – Carabotti Domenico
Ricostruzione Liberale: Notaio Argentieri Giovanni – Greco Nicola
Partito Socialista: Avv. Elia Michele – Annese Paolo
Partito Comunista: Ricci Francesco – Spina Rocco
Democrazia Cristiana: Ins. Gaietta Domenico – Gaietta Rocco

L’Avvocato Elia è stato incaricato quale Segretario del Comitato.

Il Presidente: (f.to) Ricci Francesco

Ceglie Messapico. 21 settembre 1943

Doc. 40

Prot. 1 S. Pietro Vernotico 26 settembre 1943

AL COMITATO DI FRONTE NAZIONALE IN BRINDISI

1°) Riferimento vs. proposta verbale per la istituzione di un Sottocomitato di Fronte Nazionale in San Pietro Vernotico.
2°) I sottoscritti, interpellati in merito, accettano di far parte del su nominato Sottocomitato, secondo la qualifica a fianco indicata:

 

1*) – Spedicati Carlo – dr. di lettere e filos. – in rappresentanza della Democrazia Cristiana

Presidente
2*) – Lucifera Emanuele – Democratico nazionale

3*) – Manfredi Teodorico – mutilato – Socialista
3* bis) – Miceli Tommaso – Liberale
4*) – Rucco Francesco – Socialista
5*) – Enrico Solazzo – Socialista
6*) – Esposito Rosario – Comunista
7*) – Melli Pietro – Democratico Liberale
3°) Si resta in attesa della Vs approvazione; con preghiera di voler comunicare precise e sollecite disposizioni.

f.to Dr. Spedicati Carlo
Lucifera Emanuele
Manfredi Teodorico
Miceli Tommaso
Rucco Francesco
Solazzo Enrico
Esposito Rosario
Melli Pietro

 

 

 

 

Doc. 41

FRONTE NAZIONALE

COMITATO DI FRANCAVILLA FONTANA (Brindisi)

 

Verbale della prima seduta

L’anno 1943, addì 3 ottobre, all’ore 17, nella casa di Tommaso Camassa, fu Camillo, in Francavilla F. si sono riuniti i membri della concentrazione politica del Fronte Nazionale, i quali, fin dallo scorso luglio, hanno lavorato alla formazione del blocco antifascista, prendendo contatto con i Comitati di Bari, Taranto, Brindisi e Lecce.

Presiede la riunione l’avv. Vittorio Palermo del Comitato Provinciale di Brindisi, assistito dal Sig. De Tommaso.

 

Il Comitato di Francavilla, che riafferma la sua fiducia nel Governo del Maresciallo Badoglio, risulta così costituito:

 

Calò Domenico fu Generoso
Camassa Francesco fu Camillo
Camassa Tommaso fu Camillo
Carrieri Carlo di Giovanni
De Stratis Crocifisso fu Francesco
Fanizza Cosimo (Assente giustificato)
Galasso Cosimo fu Carlo

Gargaro Giovanni fu Cataldo (Assente giustificato)

Incalza Giuseppe

Ingusci Luigi fu Salvatore

Orlando Giuseppe (Assente giustificato)

Palazzo Agostino di Francesco

Resta Giuseppe (Assente giustificato)
Teofilato Cesare

 

Il Comitato procede alla nomina delle Cariche, che sono affidate ai seguenti membri:

 

Teofilato Cesare, Segretario
Camassa Francesco, Cassiere
La raccolta dei primi fondi di cassa dà la somma di L. 660,
La seduta si chiude affidando all’avv. Palermo varie segnalazioni. Gli si rac-
comanda nuovamente la liberazione dei nuovi detenuti antifascisti del luogo e
le pratiche già consegnategli nello scorso agosto.

 

Il Segretario
(f.to) C Teofilato

(dall’originale)

Doc. 42

Verbale di Costituzione del Comitato Comunale del Fronte Nazionale di Azione di Cisternino

L’anno millenovecentoquarantatre il giorno tre del mese Ottobre, si sono
riuniti i signori:

1) D’Aversa Felice di Luigi – di anni 38 – impiegato

2) Todisco Pasquale di Giovanni – di anni 20 – Studente universitario

3) Perrini Salvatore fu Giosuè – di anni 45 – ebanista

4) Lorusso Martino Nicola fu Oronzo – di anni 63 – ebanista

rappresentanti rispettivamente: il primo, il Gruppo di Ricostruzione Liberale;
il secondo, il Partito di Azione; il terzo il Partito Socialista; il quarto, il Partito
Cristiano Sociale; per costituire il Comitato Comunale del Fronte Nazionale di
Azione.

Il suddetto comitato si collega a quello di Brindisi perché tutte le energie
siano volte ad un unico fine: Una patria forte ed un popolo libero da qualsiasi
forma di tirannia esterna ed interna.

(f.to) Felice D’Aversa
Todisco Pasquale
Perrini Salvatore
Lorusso Martino

 

 

Doc. 43

FRONTE NAZIONALE DI AZIONE
COMITATO COMUNALE

CAROVIGNO Carovigno, lì 4 ottobre 1943

AI Fronte Nazionale di Azione Comitato Provinciale Brindisi

Protocollo n° 1

 

I membri del locale Comitato nella loro riunione inaugurale, prima di iniziare il lavoro, inviano un deferente omaggio alla Maestà del Re, al Capo del Governo ed alla Missione Militare Alleata.

Presa in esame la situazione interna di Carovigno, ove nulla è mutato con la caduta di un regime di triste e deprecata memoria, i componenti il Comitato in pieno accordo ,dopo un accurato esame, propongono la sostituzione dell’attuale Podestà fascista con il Sig. Brancasi Gaetano di Emilio, che riscuote le simpatie della maggioranza della cittadinanza.

In seguito questo Comitato invierà una dettagliata relazione sulla situazione politica del paese, proponendo altri emendamenti essenziali.

Cordiali saluti

(f.to) Martini Aurelio
Saponaro Carlo
Cesaria Giuseppe
Totaro Erminio
Cellie Luigi
Ditiamo Cosimo
Antelmi Salvatore
Pagliara Rocco
Cretì Salvatore
Zurlo Angelo

 

 

 

 

Doc. 44

FRONTE NAZIONALE DI AZIONE
COMITATO DI BRINDISI

Verbale di costituzione del sottocomitato di Torre S. Susanna
L’anno millenovecentoquarantatre addì dieci del mese di ottobre, allo scopo di procedere alla costituzione del Sottocomitato del Fronte Nazionale di Azione n Torre S. Susanna, si sono riuniti:

1°) Dottore Antonio Muscogiuri fu Raffaele medico chirurgo

2°) Dottore Luigi Cervellera di Vincenzo ingegnere

3°) Chiarelli Nicola fu Pasquale impiegato

4°) Bellanova Tommaso di Cosimo capitano marittimo

5°) Pranzo Pietro fu Luigi industriale

6°) Caputi Giuseppe fu Francesco – calzolaio

7°) D’Andria Antonio fu Antonio industriale
8°) Priore Antonio fu Salvatore insegnante elementare
9°) Epifani Vincenzo di Michele segretario comunale
10°) Trincherà Antonio di Vincenzo studente in lettere
11°) Dottore Giuseppe Proto fu Beniamino R. Notaio
12°) Dottore Pasquale Cerveìlera fu Battista ingegnere
13°) Cerveìlera Vincenzo fu Vitantonio agricoltore
14°) Vitale Vito fu Settimo sarto

15°) Epifani Cosimo di Michele studente in giurisprudenza
Assume la Presidenza provvisoria il componente più anziano Dottore Antonio Muscogiuri e le funzioni di segretario il componente più giovane Trinchera Antonio.

Premesso che i Dirigenti del Comitato di Brindisi, giorni or sono, conferirono incarico verbale a Epifani Vincenzo per procedere alla costituzione del Sottocomitato di Torre S. Susanna;

visto che a tale costituzione aderiscono tutti gli intervenuti;

considerato che, prima di ogni altro, occorre procedere alle nomine dei dirigenti del Sottocomitato e precisamente del Presidente, Componenti, Cassiere e Segretario;

ad unanimità di voti si dichiara costituito il sottocomitato in parola e si nominano:

 

1*) Pranzo Pietro Presidente (ric. lib.)

2*) Epifani Vincenzo Componente (soc.)

3*) Belianova Tommaso Componente (soc.)

4*) Cerveìlera Luigi Componente (ric. lib.)

5*) Caputi Giuseppe Componente (com.)

6*) Trincherà Antonio Segretario (ric. lìb.)

7*) D’Andria Antonio Cassiere (ric. lib.)
Letto e confermato si sottoscrive come segue:

(f.to) Dr. Antonio Muscogiuri
Vincenzo Epifani
Antonio Priore
Trinchera Angelo Antonio
Tommaso Bellanova
Ing. Luigi Cervellera
Caputi Giuseppe
Antonio D’Andria
Pranzo Pietro
Vincenzo Cervellera
Nicola Chiarelli
Giuseppe Proto
Epifani Cosimo
Vitale Vito

Pasquale Cervellera

 

I partiti di appartenenza segnati in parentesi risultano da annotazioni fatte a matita, probabilmente in sede di comitato provinciale – N.d.C.

 

 

 

Doc. 45

L’anno millenovecentoquarantatre, il giorno ventiquattro ottobre in Latiano,
si sono riuniti i signori:

1°) – Sac. Parabita Cesare fu Giovanni, in rappresentanza del Partito Democratico Cristiano

2°) – dott. Parlati Luigi fu Ferdinando, in rappresentanza del Partito d’Az.;

3°) – dott. Rubino Luigi di Tommaso e Montanaro Achille fu Francesco in rappresentanza del Partito Socialista;

4°) – Maggio Francesco e Sarli Ariosto fu Raffaele in rappresentanza del Partito Comunista, i quali tutti, unanimemente, dichiarano di costituire, come formalmente costituiscono, per il comune di Latiano, il COMITATO ANTIFASCISTA ADERENTE AL FRONTE NAZIONALE DI AZIONE.

A tal fine conferiscono, al dott. Rubino Luigi, il mandato di rimettere, un originale del presente processo verbale, al Comitato Provinciale di Brindisi del Fronte Nazionale perché sia riconosciuta regolare la costituzione del Comitato del Pronte Nazionale dì Azione nel Comune di Latiano, nelle persone sopra nominate.

Questo verbale è stato redatto in quattro originali che sono firmati nel modo che segue:

(f.to) Sac. Cesare Parabita
Luigi Parlati
Luigi Rubino
Montanaro Achille
Maggio Francesco
Ariosto Sarli

 

 

Doc. 46

Il giorno 24 ottobre 1943 a Torchiatolo si è costituito un comitato di « Fronte Nazionale di Azione », i cui membri sono:

il prof. Crocefisso Gravilli dell’Unione democrazia, il dott. Rollo Fernando del partito socialista, Gravilli Antonio democratico socialista, Delle Gemme Alfredo, democratico socialista, Universitario Antonio Zecca del Partito d’Azione, Carmelo Sardelli, socialista Ufficiale.

Presenziava la riunione Arturo Sardelli del Comitato Provinciale di Brindisi, il quale ha riferito sulle finalità che si ripromette il « Fronte Nazionale d’Azione » tra cui particolarmente la collaborazione più piena al Governo Badoglio, cui nel particolare e delicato momento sono affidate con fiducia le sorti della travagliata patria. Tra i convenuti c’è stata perfetta identità di vedute intesa a liberare, non appena le contingenze del momento lo permettano, il suolo sacro
della Penisola da qualsiasi straniero nemico o amico egli fosse; ad instaurare il ripristino della « Libertà », nel senso lato della parola, coartata dalla tirannia di una fazione che espresse un governo nominato « fascista » sempre aborrito dall’autentico e sano popolo italiano, in odio al quale unico responsabile delle sciagure della Patria, il « Fronte Unico » si è costituito al di là delle singole finalità che ogni partito si propone in seguito di perseguire. Il nostro « Fronte »
non sarà strumento di reazione miope alla stregua fascista a meno che imperiose necessità del momento non costringessero ad intervenire allo scopo di reprimere qualsiasi ritorno all’antico regime che ci impegnarne di confinare ormai tra « nefasti » della storia d’Italia, e che hanno costituito la fosca ed ingrata parentesi lungo il cammino sulla via luminosa del Risorgimento Nazionale.

Firmato: Gravilli Crocefisso – dott. Rollo Ferdinando
Gravilli Antonio fu Raffaele – Antonio Zecca
Carmelo Sardelli – Delle Gemme Alfredo
Serinelli Enzo di Francesco

 

 

 

 

 

Doc. 47

Fasano, 19 novembre 1943

Al Comitato Provinciale del Fronte Nazionale di Brindisi

Spett/le Comitato vogliate prendere conoscenza dell’atto costitutivo che vi alleghiamo.*

I componenti, scienti dello spirito democratico che li anima, si ripromettono di allargare con altri elementi di sicura fede antifascista, il Comitato stesso.

Distinti saluti,

(f.to) Nobile Pietro di Marco – Comunista
Palmisano Stefano di Vito – Socialista
Putignano Nicola – Liberale Democratico
Scarciglia Celestino – Socialista
Bianco Luigi di Ignazio – Partito d’Azione

 

 

* V. allegato.

 

 

Doc. 51

Carovigno 14 dicembre 1943

Carissimo Compagno Avv, Palermo

Motivi di salute m’impediscono presenziare al convegno, però affido a mio figlio l’incarico (nessuno meglio di lui mi potrebbe rappresentare) al quale posso solamente aver fiducia.

Circa il Comitato, permetti la mia sincerità. Il Comitato di Carovigno è fortemente incrinato, motivo l’ostilità che sempre ha contrastato il nostro movimento, o meglio la forte reazione di quelli di sempre ,e che sempre rimangono a posti di comando. Pare che tutti siano convinti, specie qui a Carovigno, che nulla si è mutato, né un solo provvedimento è stato preso, e parlandone di Comitato, quasi, quasi l’abbiamo stancati, perché nulla di concreto il popolo,
quel popolo che molto aspettava dai comitati ha mai visto e, suppongo che la figura sostenuta sin adesso, non è tanta soddisfacente, siamo considerati di nessun valore, e con occhi sopra molto peggio del passato.

(La sola fiducia che mi resta è sempre sulla rossa nostra bandiera).

Saluti comunisti
compagno
Cretì Salvatore

(Con facilità il Comitato dovrà sciogliersi)

 

 

Doc. 52

Bari, 16 novembre 1943

Carissimo Vittorio,

ti presento l’avv. Arduino Cerutti di Venezia, che ora fa parte del nostro Comitato di Liberazione. Egli ti esporrà a voce la situazione. Io sintetizzo:

1) Ci siamo costituiti in Comitato di Liberazione.

2) Abbiamo votato gli ordini del giorno di cui ti inviamo copia.

3) Cerchiamo di prendere adeguatamente contatto con la Commissione di controllo.

4) Invitiamo voi di Brindisi e gli amici di Lecce e Taranto, per il tuo tramite, a far altrettanto.

Occorrono al massimo chiarezza, fermezza e rapidità.

Ti abbraccio. Saluto tutti gli altri amici di Brindisi. Auguri.

Tuo Michele Cifarelli

 

 

Doc. 53

— Ordine del Giorno —

I rappresentanti dei Comitati Provinciali di Bari del Partito Socialista Italiano, del Partito Comunista Italiano, del Partito d’Azione, presa visione dell’ordine del giorno votato in Roma il 16-X-1943 dai Partiti liberale, democratico cristiano, comunista, socialista e d’Azione, riuniti in Comitato Centrale di Liberazione Nazionale e pubblicato sul n. 3 de « L’Italia del Popolo » in Bari 1’11/11/1943; nonché della dichiarazione dell’analogo Comitato di Napoli in
data 12 novembre 1943 con la quale si chiede la formazione di un governo democratico, con la rimozione di tutti gli ostacoli che vi si oppongono;

ne prende atto aderendovi e deliberano di costituirsi in Comitato Provinciale di Liberazione dichiarando di voler uniformare la propria azione a detti deliberati.

Deliberano inoltre di comunicare il presente ordine del giorno a tutti i Comitati del Fronte Nazionale dell’Italia liberata, invitandola a costituirsi in Comitati di Liberazione ed a stabilire al più presto opportuni contatti con Bari al fine di creare un organo esecutivo centrale, nel quale dovranno anche inserirsi i rappresentanti dei rappresentanti dei partiti antifascisti dell’Italia occupata, a cominciare da quelli oggi presenti in Bari.

Bari, 13/11/943 Il Segretario Cifarelli

 

 

 

Doc. 54

FRONTE NAZIONALE D’AZIONE COMITATO PROVINCIALE BRINDISI. Brindisi, 17 novembre 1943

Caro Michele,

I – Mi rendo conto perfettamente della tempestività del vostro atteggiamento; ed io, personalmente, in sede di riunione intercomunale, tenuta ieri in casa dell’Avv. F. Assennato, sostenni vivacemente le tesi scaturenti dalle mozioni di Roma, Napoli e Bari (attinte dai giornali) in contrasto con alcune tarde ed inadeguate voci tendenti a piatire — ancora — bricciche di pseudo collaborazione col Governo attuale!…

II – Stamane, subito dopo l’arrivo del collega Cerutti, avrei convocato il Comitato Provinciale se non fossero stati assenti quasi tutti i suoi membri: Cafiero a Bari, Assennato forse a Lecce, etc. Lo farò domani.

III – Intanto spedirò a Lecce, questa sera stessa a mezzo di un amico, una copia dattilografata dei due ordini del giorno che mi hai mandato. Eguale cosa mi riprometto di fare domani per Taranto.

Purtroppo se non fossi costretto a tenere casa mia a disposizione del mio Partito e del Comitato (il locale interpartiti, come sai, ci fu requisito) potrei muovermi più agevolmente ed andare, di persona, in quelle due città.

Riterrei opportuno che provvedeste a ciò voi stessi.

IV – La Commissione di Controllo — mi dicono alcune Autorità Anglo-americane — non è ancora qui giunta.

Aggiornatemi sempre.
Ti abbraccio

Vittorio Palermo

 

 

 

Doc. 55

COMITATO PROVINCIALE DI LIBERAZIONE

BARI

Esaminata la situazione politica, per l’evidente necessità di coordinare in unico ed efficiente movimento tutte le iniziative dei singoli Comitati Provinciali di Liberazione, questo Comitato è venuto nella determinazione di indire qui a Bari per mercoledì 24 Novembre 1943 alle ore 10 una riunione dei rappresentanti dei Comitati Provinciali di tutta la Puglia affinché essi possano esprimere in comune la volontà di energica azione in questa ora tutto grave per
l’Italia.

In tale riunione saranno discussi, e condensati, se possibile, in pratici deliberati, gli orientamenti già fissati a Roma dal Comitato di Liberazione Nazionale nell’ordine del giorno approvato il 16 Ottobre 1943 e già pubblicato sul numero 3 dell’Italia del Popolo.

Si invitano pertanto i singoli Comitati Provinciali a determinare in modo sicuro il proprio orientamento e a inviare a Bari per la data suddetta rappresentanti capaci di esprimere  pensiero e volontà dei singoli Comitati.

Saluti cordiali

Il Segretario
f.to M. Cifarelli

 

Doc. 56

Il convegno interprovinciale riunito in BARI il 24 novembre 1943;

Esaminata la situazione Politica e tenuto presente le diverse opinioni espresse dai Rappresentanti dei Comitati Provinciali di Bari, Foggia, Lecce, Brindisi e Taranto nonché dei Rappresentanti dell’Italia Centrale e Settentrionale presenti in Bari

DELIBERA

che un Rappresentante per ciascun Comitato Provinciale ed un Rappresentante dell’Italia Centrale e Settentrionale, si rechino a Napoli in data da fissarsi a cura del Segretariato Provinciale di Bari per far presente al Comitato Provinciale di Napoli la necessità di convocare tutti i Rappresentanti dei Comitati di Liberazione dell’Italia Meridionale allo scopo di esprimere ed orientare unitariamente l’opinione pubblica Italiana mediante apposito organo.

Il Segretario
(f.to) M. Cifarelli

 

 

Doc. 57

COMITATO PROVINCIALE DI LIBERAZIONE BARI

CIRCOLARE                                                 Brindisi per conoscenza

 

Il divieto del Congresso di Napoli e la solenne protesta ai Capi delle Nazioni Unite con la conseguente ampia risonanza interna ed internazionale, si pongono di fronte all’assoluta necessità di organizzare e tenere il divisato Congresso dei Comitati Provinciali di Liberazione, in modo tale che riesca una splendida affermazione della democrazia italiana.

Malgrado qualsiasi difficoltà non è da dubitare che ciascun componente dei Comitati Provinciali di Liberazione, sentirà il dovere morale e politico di dare piena partecipazione a questo Congresso che astutamente si e voluto rinviare a sminuire, ma che invece contro ogni manovra deve dare al mondo intero una prova irrefutabile della maturità politica del nostro paese e a tutti gli italiani sofferenti la confortante certezza dell’efficienza, della concordia, della chiaroveggenza dei partiti politici, nei quali si organizza il popolo italiano.

Conscio della grave responsabilità che gli incombe nella qualità di Comitato organizzatore, questo Comitato Provinciale di Bari invita tutti gli altri Comitati a preparare, mediante la compilazione di precise relazioni sugli argomenti posti all’ordine del giorno e la designazione di capaci oratori, l’utile apporto di ciascuno alla discussione del Congresso.

Il 29 Gennaio 1944, inoltre, si svolgerà in Bari un grande Congresso Sindacale per la ricostruzione della Confederazione Generale del Lavoro e questo sarà certo un elemento propizio per la maggiore solennità e risonanza dei Comitati di Liberazione.

Per opportuna norma si precisa:
1) Giusta gli accordi presi dal Comitato Napoletano di Liberazione con le Autorità Alleate di Napoli, al Congresso dovranno partecipare i Comitati Provinciali di Liberazione, costituiti per ciascuna provincia da un rappresentante per ciascun dei grandi partiti ed organizzazioni nazionali, già compresi nel Fronte Nazionale d’Azione e cioè: Ricostruzione Liberale – Democrazia Cristiana – Partito d’Azione – Partito Socialista – Partito Comunista – Democrazia del Lavoro. Altre persone potranno rappresentare la stampa e gli uffici di Segreteria dì ciascun Comitato.

2) Ogni partecipante dovrà essere fornito di delega da parte del Comitato Provinciale di cui è componente, nonché di tessere del Partito a cui appartiene.

3) I rifugiati politici dell’Italia Settentrionale e Centrale potranno partecipare al Congresso purché presentati da un Comitato Provinciale di Liberazione. Ogni Comitato Provinciale, però potrà presentare soltanto quei rifugiati che nelle province di origine già siano stati componenti delle direzioni provinciali dei partiti o dei Comitati Provinciali del Fronte Nazionale d’Azione. Parteciperanno inoltre al Congresso le seguenti personalità, alle quali questo Comitato farà tenere apposito invito: Benedetto Croce, Carlo Sforza, Giulio
Rodinò, Ercoli, On. Zaniboni.

4) Ogni Comitato provvederà per permessi di viaggio ed i mezzi per raggiungere Bari in prò dei propri componenti.

5) Gli alloggi in Bari per i Congressisti e, possibilmente, la mensa per gli stessi saranno curati da ogni partito per i compagni delle altre province, per i Congressisti appartenenti alla Democrazia del Lavoro, mancando finora in Bari una Sezione dello stesso Partito, provvederanno gli altri partiti. Le sedi di questi sono le seguenti: Partito d’Azione Via P. Amedeo, 70 – Partito Socialista Via Dante Alighieri 114 – Partito Comunista Piazza Roma 18 – Democrazia Cristiana Via De Rossi 30 – Partito Liberale presso Libreria Laterza.

6) Tutti i Congressisti dovranno raggiungere Bari in tempo utile perché la segreteria di partecipazione del Congresso possa verificare le deleghe e rilasciare le tessere di partecipazione al Congresso. All’uopo la segreteria funzionerà nei giorni 25-26-27 gennaio (nonché durante tutta la durata del Congresso per le eventuali informazioni) dalle ore 14 alle ore 18 presso la sede del Comitato di Liberazione in Piazza Roma 18 e così pure il 28 Gennaio dalle ore 6 alle 10.

7) 11 Congresso avrà inizio il 28 Gennaio 1944 alle ore 10 e svolgerà i suoi lavori in detto giorno e ai successivo. Sarà bene che ciascun partecipante impronti sempre a brevità le manifestazioni del proprio pensiero, giacché la snellezza delle discussioni sarà alquanto giovevole per il felice svolgimento del Congresso.

8) Se su alcuno degli argomenti posti all’ordine del giorno un Comitato prepari una relazione scritta di una certa ampiezza, sarà opportuno che ne prepari un congruo numero di copie (almeno 26) perché la segreteria possa farne distribuzione fra i Congressisti.

9) Al Congresso saranno invitati Ì rappresentanti della stampa italiana ed estera.

10) Si ricorda che l’ordine del giorno è rimasto così fissato:

a) – Situazione politica interna (Rei. Prof. Arangio Ruiz)

b) – Volontari italiani (Rei. Eugenio Reale)

c) – Problemi economici e sindacali (Rei. Avv. Arduino Cerutti e Rag. Eugenio

Laricchiuta).

 

Bari, 7/1/944

p. 11 Comitato Provinciale di Liberazione
Il  Segretario
(Avv. Michele Cifarelli)

 

 

 

Doc. 58

da « Il popolo »

settimanale politico A. I, n. 1 – Brindisi 26 Febbraio 1944
dall’articolo di Vincenzo Taormina « Incominciando »

Desideriamo, anche noi, partecipare alla libera discussione per la ricostruzione morale e materiale della nostra diletta Patria, ed in questo giornale esporremo le nostre idee e formuleremo le nostre proposte.

È bene avvenire subito che, per ora, tutta la nostra indagine e tutto il nostro studio saranno volti ai due essenziali problemi dell’ora: guerra di liberazione e ripresa della vita normale.

Ed è altrettanto bene avvertire che il nostro presupposto, per una utile discussione dei problemi politici, sociali ed economici connessi con i due predetti obiettivi, consiste nel rispetto che desidereremmo si avesse dalla generalità dei cittadini verso la Carta costituzionale del Regno d’Italia. Partendo dall’ordine, dalla legge fondamentale per la convivenza dei cittadini, siamo sicuri di poter proseguire nella nostra fatica, con ordine e con legalità, in modo da conseguire Ì maggiori possibili risultati senza creare scosse e senza violare il diritto di chicchessia.

Con noi — ed è motivo di nostra vivissima soddisfazione — è una notevole parte dei Democristiani che non intendono aderire alla deliberazione del Congresso di Bari dei Comitati di Liberazione Nazionale e che vogliono separare la propria responsabilità politica da quella dei rappresentanti del Partito della Democrazia Cristiana, i quali, non ostante la decisione adottata unanimemente nel Convegno dei Comitati provinciali, cedettero conveniente sottoscrivere l’ordine del giorno dei sei partiti antifascisti, così impegnando disciplinarmente i delegati delle singole provincie a consentire in una deliberazione che non esitiamo a definire antidemocratica e per ciò spietatamente fascista. Il nostro giornale non è, quindi, un organo del Partito della Democrazia Cristiana; ma è la palestra per la diffusione di idee democratiche e cristiane insieme, con particolare riguardo alla grave ora che la Patria attraversa.

Ci auguriamo che il movimento delle nostre idee, che sono il risultato del nostro meditato convincimento politico, possa far prevalere, nella prossima Assise del Partito della Democrazia Cristiana, il più scrupoloso rispetto della sovranità del popolo, al quale non può confiscarsi, neanche con l’etichetta antifascista, il sacrosanto diritto di decidere, liberamente e solennemente, tutte le questioni fondamentali relative all’ordinamento dello Stato.

Ci auguriamo che la nostra fatica possa essere utile per la rinascita della nostra Patria.

v. t.

 

 

Doc. 59

da « Il popolo »

settimanale politico A. If n. 1 – Brindisi 26 Febbraio 1944

dall’articolo di Vincenzo Taormina « Il Congresso di Bari e la Democrazia»

I Democratici cristiani della provincia di Brindisi, e sono circa ventimila, tutti regolarmente iscritti nelle Sezioni dipendenti dal Comitato provinciale desiderano che sia pubblicamente precisato il punto di vista del nostro movimento in ordine all’argomento della politica interna del nostro Paese e particolarmente in relazione alla deliberazione del Congresso dei Comitati di liberazione nazionale di Bari. E mi permetto, per aderire a tale invito, intervenire nella discussione, anche perché il pensiero degli amici di Brindisi è identico a quello della maggioranza degli amici di tutta la Puglia ed è conforme all’ordine del giorno approvato all’unanimità nel Convegno dei Comitati provinciali del partito della Democrazia Cristiana tenutosi a Bari alla vigilia del Congresso dei Comitati di liberazione nazionale.

II nostro pensiero è il seguente: la Democrazia Cristiana è, per la stessa enunciazione del suo nome, un Partito politico eminentemente democratico, e quindi antifascista. Democratico, perché riconosce nel popolo il potere sovrano delle deliberazioni e quello di eleggere liberamente i suoi governanti in tutte le pubbliche amministrazioni; ed antifascista perché nega la possibilità di ogni dittatura di persone o di uno o più partiti politici, con esclusione degli altri partiti politici quali che essi siano. La Democrazia Cristiana ha partecipato ai Comitati di liberazione nazionale, in quanto ha ritenuto che, pur dovendosi escludere dai Comitati stessi i Partiti non democratici, l’attività dei Partili aderenti ai Comitati dovrebbe essere rivolta alla realizzazione della guerra nazionale — la guerra contro i teutonici ed i fascisti — e dovrebbe segnare una tregua nella lotta per la diffusione delle idee programmatiche dei singoli Partiti.

Ognun vede la posizione veramente nazionale della nostra concezione politica dell’ora; concordia attiva dei più organizzati Partiti democratici per la valorizzazione delle nostre forze all’unico scopo della liberazione del sacro suolo della Patria dall’invasione nemica; e concordia altrettanto attiva nell’attuazione di un canone fondamentale democratico, quale è quello di restituire al popolo la piena libertà di farsi governare da uomini di sua fiducia.

Proprio per il rispetto al popolo italiano, che noi esigiamo illimitato e convinto, allorché il conte Sforza — con quel senso di opportunità che distinse la diplomazia alla quale appartenne — prospettò un problema istituzionale, noi tutti insorgemmo chiedendo che ogni discussione al riguardo venisse rinviata a quando l’Italia sarà liberata dall’invasione teutonica e dalla oppressione fascista, a quando cioè tutti i cittadini, anche quelli che ora sono assenti per necessità, potranno manifestare la propria volontà.

Né da questo convincimento credemmo di poterci spostare allorché la questione istituzionale fu ridotta alla questione della permanenza sul trono di Vittorio Emanuele III. Noi non potevamo associarci alla richiesta di abdicazione, perché sapevamo che non avevamo, per la legge fondamentale dello Stato, il diritto di poter formulare tale richiesta; né potevamo associarci nel pretendere una eventuale successione al trono in modo diverso da quello legale, per la stessa considerazione. Potevamo soltanto, e non esitammo a farlo, auspicare che il Sovrano, nella Sua saggezza, considerasse la situazione nazionale ed internazionale ed adottasse, anche nel tempo, la risoluzione più opportuna, quella cioè che, a Suo modo di vedere e di intendere, corrisponderà agli interessi della Nazione.

Vale qui la pena di precisare che questo nostro atteggiamento procede da una duplice considerazione: giuridica l’una, politica l’altra. Giuridicamente noi riteniamo che debba vigere sempre lo Statuto del Regno, finché non sarà abrogato e meglio finché sussisterà il voto del popolo in favore di esso, espresso coi solenni plebisciti del Risorgimento. E riteniamo, politicamente, che le sciagure della Patria derivino prevalentemente dalle deviazioni che il fascismo seppe imporre all’osservanza della Carta costituzionale. In virtù dello Statuto la condotta del nostro Sovrano non è suscettibile di censure; e d’altra parte, se è vero che Egli negò la Sua firma ai provvedimenti del 1922, non può certo negarsi che, allora, tutto il popolo — o meglio quella parte del popolo che partecipava alla vita pubblica — approvava le iniziative di Mussolini; ed è certa cosa che, non appena si presentò la possibilità di liberare il popolo dalla tirannide fascista (25 luglio 1943), il Re non esitò a non conformarsi ai suggerimenti del Gran Consiglio del Fascismo.

Non è l’ora, questa, della discussione del problema istituzionale della Nazione; e non è neppure l’ora per formulare un giudizio, che sarebbe manifestamente affrettato e partigiano, sulla posizione morale del Re, intorno al quale — perché rappresenta la nostra Patria — dobbiamo ora più fiduciosi che mai raccoglierci per concordare tutte le nostre forze verso la guerra nazionale.

L’enunciazione di questo nostro pensiero risulta conforme all’ordine del giorno 27 gennaio approvato dal Convegno dei Comitati provinciali della Democrazia cristiana delle provincie liberate; ed è, ripetiamo, il pensiero della grande maggioranza dei democristiani dell’Italia meridionale ed insulare.

Ciò posto, è bene che sia chiarito — con franchezza — il perché i rappresentanti della Democrazia cristiana, al Convegno dei Comitati di Liberazione nazionale, collaborarono alla formulazione di un ordine del giorno comune dei sei partiti antifascisti.

Questa collaborazione, come del resto ha reso noto l’on. Rodinò in una sua intervista apparsa sulla «Gazzella del Mezzogiorno», fu data in vista di una concezione, che io personalmente non esito a giudicare errata, della necessità di mantenere, ad ogni costo, l’unità e la concordia nei partiti inclusi nei Comitati di liberazione nazionale. Allorché furono proposti i due ordini del giorno, l’uno strettamente rivoluzionario (perché mirava ad investire il Congresso di poteri costituenti) e l’altro nettamente antidemocratico (in quanto mirava a creare la dittatura Sforza-Croce), i capi del nostro movimento vollero evitare che i due ordini del giorno avessero l’onore di una votazione, e consentirono perciò nei tre punti della deliberazione, a malgrado dell’intonazione e dell’ispirazione squisitamente antidemocratica di essi. Consentirono, cioè, nella formulazione di un giudizio di responsabilità del Re, violando il diritto del popolo al quale soltanto compete la facoltà di pronunciarsi, consentirono nella creazione di un Governo composto di uomini tratti dai soli sei partiti rappresentati al Congresso e con esclusione quindi dei rappresentanti degli altri partiti politici che pure non possono essere ignorati e per la organicità dei loro programmi e per il numero controllabilissimo dei loro aderenti; e consentirono, infine, nella convocazione di una Assemblea nazionale costituente, prima ancora che il popolo italiano si fosse pronunciato sul mantenimento o meno dello Statuto del Regno.

Questo intervento — che da noi non è approvato — fu determinato dalla supposizione della necessità di mantenere, per la suprema salute pubblica, la vitalità dei Comitati di liberazione nazionale, e dalla supposizione che, rompendosi l’unione dei sei partiti, sarebbe scoppiata la rivoluzione. Niente di meno vero, perché i sei partiti, o meglio la maggior parte di essi, non hanno ancora una propria organizzazione nel Paese e le persone che li rappresentano non hanno avuto ancora la consacrazione del mandato liberamente espresso dai propri elettori; e perché la rivoluzione e praticamente impossibile e non potrebbe essere fatta dal popolo italiano che, se è stato sventurato, conserva sempre una immensa dose di buon senso che gli fa percepire la deviazione dalla retta via cui si esporrebbe se seguisse le demagogiche ed antidemocratiche idee di taluni contraffattori di sistemi dittatoriali.

Il popolo italiano, e le categorie democristiane in particolare aspirano ad una sola realizzazione: la guerra nazionale; e desiderano che, per ora, non si discorra affatto di repubblica o di monarchia, di abdicazione o di successione al trono. Desiderano soprattutto che sia ripristinato il più scrupoloso rispetto dello Statuto del Regno, perché sono consapevoli della forza di coesione che la nostra Carta costituzionale ha avuto ed ha ancora.

Il popolo italiano e le categorie della Democrazia Cristiana, piuttosto che sacrificare lo Statuto del Regno, sono pronti a rinunciare alla collaborazione nei Comitati di liberazione nazionale che, rispetto alla finalità della guerra nazionale, si sono addimostrati elementi di perturbazione e non di coesione morale e materiale.

Il popolo italiano e le categorie della Democrazia cristiana vogliono dare agli Alleati un effettivo contributo nella guerra contro i tedeschi e non desiderano adatto farli assistere alle farse delle tipiche competizioni antidemocratiche di tempi ormai tramontati per sempre.

I Democratici cristiani vogliono in particolare conservare l’unità della loro organizzazione politica, che è destinata a dare un notevole contributo all’instaurazione del Governo democratico in Italia, e non intendono sacrificare la loro stessa serietà per l’unità dei Comitati di liberazione nazionale.

Vincenzo Taormina

 

 

Doc. 60

Brindisi, 28 febbraio 1944
Al Segretario del Comitato Provinciale di Liberazione di Bari Avv. Michele CIFARELLI

 

Carissimo Michele,

Ti accludo due ordini del giorno che abbiamo interesse massimo siano pubblicati, quam celerrime, innanzi tutto sulla Gazzetta del Mezzogiorno e poi sull’Italia del Popolo.

L’interesse investe tutto il Comitato e — com’è ovvio — anche i rappresentanti del tuo Partito. Le ragioni (che affiorano dal testo) mi porterebbero via molto tempo ad esprimerle. Il « Popolo » nuovo organo ufficioso della Democrazia Cristiana brindisina (di cui ti invio copia) ha tutta l’aria di sostituire la sospesa « Unione »! Va bene? …. A tal proposito avendo io sentito dalla radio e letto sulla Gazzetta che è vostra intenzione di pubblicare i lavori del
Congresso del 28-29 e i nomi dei votanti, sarebbe opportuno escludere quello di un tal sedicente Avv. Vincenzo TAORMINA estensore e Direttore del « Popolo », il quale, — poco correttamente —, riuscì a strappare la solidarietà dei democristiani di Bari onde poter partecipare al Congresso per, indi, fare il giorno dopo una …..commendevole dichiarazione sull’ « Idea Liberale »; e poi creare il giornale dei vari conti, principi e baroni del Salento ….. stop!

Vittorio Palermo

 

 

Doc. 61

Bari, 5 marzo 1944

Carissimo Vittorio,

ho ricevuto gli ordini del giorno e ne ho dato comunicazione al Comitato Provinciale di Liberazione di Bari; ne ho mandato anche le copie rispettivamente alla « Gazzetta », che però non lo ha pubblicato ancora, e all’« Italia del Popolo », che era già uscita. So che l’ordine del giorno viene anche pubblicato dal « Risveglio », per opera del nostro ottimo Natale Lojacono, uomo degno di rispetto e molto diverso dai varii Taormina, di badogliana simpatia. Quanto alle insinuazioni del « Popolo », risponderò, soprattutto mettendo in rilievo che Taormina ….. venne al Congresso e ne votò il deliberato, essendo il 44° nell’appello nominale che si fece. Il suo nome figurerà egualmente nel volume degli atti del Congresso, che sta per uscire: ciò perché occorre che questi siano assolutamente fedeli, anche se debbono far ricordare poi il nome di un uomo di tale specie.

Mi compiaccio per l’alacre lavoro che fate costà; non è escluso che venga a trovarvi. Certo l’atmosfera sarà divenuta migliore per la dipartita degli organi governativi………..

 

Michele Cifarelli

 

 

 

Doc. 62

DEMOCRAZIA CRISTIANA

Segreteria Politica Provinciale di Terra di Bari    Bari li 9 marzo 1944
281 prot.

Carissimo Palermo

rispondo con ritardo alla tua del 28 che ho ricevuta insieme alla copia del « Popolo ».

Povero « Popolo » di Donati in quali miserabili mani sei caduto. Ti ho servito pubblicando l’ordine del giorno sul numero 8 del « Risveglio » che spero ti sia pervenuto.

Attendo da te dettagliate notizie sul messere in questione per convincere i responsabili ad usare finalmente l’indispensabile pulizia.

In prov. di Brindisi si sta fortunatamente formando una concezione Democristiana più ortodossa. Spero arrivi presto a prendere il sopravvento.

Grazie in ogni modo del concorso che mi dai nell’opera epuratrice e ti abbraccio paternamente.

 

Natale Lojacono

 

Doc. 63

PROT. N. 14 Napoli, 16-2-944

AI COMITATI DI LIBERAZIONE NAZIONALE DEI COMUNI DELL’ITALIA LIBERATA

 

È fondamentale e indispensabile necessità non perdere il contatto e il controllo delle masse popolari, non perché masse aforme da forgiare, ma per intenderne i patimenti e le esigenze e farsene assertori e difensori contro ogni colpevole resistenza palese ed occulta.

È fondamentale ed indispensabile che il popolo senta e riconosca nei Comitati di Liberazione i suoi legittimi e sinceri organi di rappresentanza e di difesa, specialmente nella fase attuale di estrema delicatezza e gravità della situazione generale del paese.

Perdurando la mentalità e la struttura politica e sociale instaurata dal fascismo, rimanendo ancora vincolata ed inceppata ogni attività del paese all’arbitrio delle Prefetture e di tutti gli organismi da esse dipendenti, occorre che i Comitati di Liberazione rivendichino il dovere ed il diritto di intervenire direttamente nelle Amministrazioni Comunali per controllarne il reale funzionamento, a garanzia degli interessi delle popolazioni stremate, affamate, vessate dal prepotere della licenza disgregatrice e sovvertitrice dei più elementari rapporti umani, e per provvedere, nei limiti del possibile, alla soluzione dei più angosciosi e urgenti problemi dell’ora, in modo particolare quello degli approvvigionamenti e della disoccupazione.

I Comitati di Liberazione dei singoli Comuni prendano le misure e gli accordi necessari con gli attuali Commissari Prefettizi locali, e promuovano la costituzione delle Giunte Comunali, perché inizino seriamente ed energicamente e senza ulteriori colpevoli indugi, l’era di risanamento morale, politico ed economico dei comuni stessi.

Dai supremi poteri dello stato agli ultimi organi periferici si stende una catena di complicità e di congiure ai danni del Popolo Italiano. È dovere di tutti operare senza riserve per spezzare questa catena, se non vogliamo che si perpetui la servitù della Nazione.

La Giunta Esecutiva è al lavoro per assolvere i compiti assegnatile dal Congresso di Bari: ma il suo lavoro rimarrebbe sterile vaniloquio senza il consenso vivo e operante del popolo e dei Comitati di Liberazione.

La Giunta ha già notificata, in data 9 febbraio 1944, a Vittorio Emanuele i deliberati del Congresso chiedendogli l’immediata abdicazione. La notificazione è rimasta senza risposta, per cui occorre considerare il re ribelle alla volontà unanime del popolo italiano, onde ogni vincolo tra il popolo e Vittorio Emanuele è spezzato.

Accludiamo esemplari della Circolare n. 1 * perché i Comitati di Liberazione dei singoli Comuni li consegnino, a nome della Giunta Esecutiva, alle autorità locali (commissari prefettizi, stazioni carabinieri, commissariati di P.S., guardie di finanze, polizia urbana, scuole, ecc.) assicurandosi dell’avvenuto recapito.

È bene che siano distribuiti gli esemplari anche alle Associazioni Combattenti e mutilati, alle banche, ai sindacati ecc.

I Comitati di Liberazione Nazionale dei Capoluoghi di Provincia faranno pervenire le circolari ai Prefetti, Questori, Comandi Militari ecc.

Il tutto ripetiamo, eseguito, in nome della Giunta Esecutiva, dai Comitati di Liberazione di ogni Comune.

Ai Comitati Comunali è fatto obbligo inoltre di vigilare perché le disposizioni della Circolare siano rigorosamente applicate dal personale di quei corpi, enti, ecc. ai quali furono consegnati e di segnalare le eventuali inadempienze.

Comincino così i Comitati di Liberazione Comunali ad esercitare una azione di controllo attivo della vita locale.

 

La Giunta Esecutiva

* CIRCOLARE N. 1

 

Napoli, 16 febbraio 1944

AI FUNZIONARI ED AL PERSONALE DI TUTTE LE AMMINISTRAZIONI, CORPI, ENTI, ORGANISMI CIVILI E MILITARI DELLO STATO

Nell’ottobre 1922, il re consegnò il potere e l’Italia ad una banda di avventurieri rompendo così il patto sancito dai plebisciti tra popolo e Corona.

Nel 1924, dopo l’assassinio del Deputato al Parlamento Giacomo Matteotti, vani e sterili riuscirono tutti i tentativi fatti dai vari rappresentanti della Nazione, presso il monarca, per ottenere pace, giustizia e il ritorno alla violata costituzione.

La dittatura, sotto l’egida della corona, sviluppò « e perfezionò » il suo imperio e condusse successivamente il paese in una serie di imprese e di avventure esterne ed interne che culminarono con la disfatta militare, la vergogna, la rovina, il sovvertimento di ogni rapporto civile, sociale, giuridico.

La Costituzione violata e lacerata, l’Italia ridotta alla fame e lasciata in balia di forsennati nemici, il re in fuga non gloriosa da Roma, dopo i cinque mesi dall’armistizio, il paese non riesce ad avere un governo che inizii con rettitudine ed energia la tremenda opera di riorganizzazione ed epurazione della vita della Nazione.

E la Nazione, stanca ormai della colpevole inerzia e resistenza dei supremi poteri dello stato, per mezzo dei suoi rappresentanti riuniti in Congresso a Bari il 28 e 29 gennaio 1944, ha chiesto l’immediata abdicazione di Vittorio Emanuele III.

La Giunta Esecutiva Permanente, eletta dal Congresso, ha notificato in data 9 febbraio 1944, i deliberati del Congresso stesso a Vittorio Emanuele III il quale, non abdicando, si ribella apertamente alla Nazione.

Data questa situazione, la Giunta Esecutiva Permanente, invita i funzionari e il personale di tutte le Amministrazioni, Corpi, Enti, organizzazioni Militari e civili dello Stato a non parteggiare per la ribellione del re e dei suoi complici.

Nessuno si presti alle manovre intimidatrici del neofascismo monarchico. Attendano tutti fiduciosi al proprio lavoro, allo scrupoloso adempimento del proprio dovere, al servizio esclusivo della Nazione, rientrata nello esercizio dei suoi poteri sovrani. Coloro che si lasciassero indurre a manomettere comunque questo sacro diritto della Nazione, ed usciranno dai limiti legali del loro potere per intimidire ed ottenere consensi e complicità con i metodi sciaguratamente usati nel ventennio fascistico, sappiano che saranno un giorno non lontano chiamati a rispondere delle loro azioni e degli eventuali abusi di potere di fronte ai Tribunali.

I Comitati di Liberazione Nazionale della provincia e dei singoli Comuni, rappresentanza vera ed unica della reintegrata sovranità del popolo, sono incaricati di notificare alle Amministrazioni, Corpi, ecc. di cui sopra la presente circolare.

 

 

 

 

Doc. 64

GIUNTA ESECUTIVA                                                                     Napoli, 10-3-1944

 

AI COMITATI DI LIBERAZIONE DELLE PUGLIE

 

Riguardo alla lettera « Ai Comitati di Liberazione dei Comuni dell’Italia Liberata » n. 14 di prot. del 16 febbraio ad evitare incertezze nella sua interpretazione, precisiamo che gli accordi e le misure necessarie da prendere con gli attuali Commissari Prefettizi per la costituzione delle Giunte Comunali, non devono essere tali da sottomettere e asservire i Comitati all’arbitrio dei Commissari stessi e delle Prefetture, ma vogliono e devono essere il ritorno e la reintegrazione della vita amministrativa comunale alle forme democratiche
distrutte dal fascismo.

Una volta costituite le Giunte Comunali, queste procederanno al risanamento morale, politico ed economico della vita locale, e ove occorra, cominciare l’epurazione proprio rimuovendo gli attuali Commissari Prefettizi che non fossero di gradimento della cittadinanza.

Occorre farla finita con gli istituti del fascismo, negatori di libertà e di democrazia; senza violenze, ma con dignità e con fermezza.

Mettetevi subito all’opera e teneteci informati della vostra attività e di ogni avvenimento della vita locale.
Saluti.

La Giunta Esecutiva

 

 

 

 

Doc. 65

4/5/44

Caro Palermo

ti scrivo per confermarti quanto già è stato oggetto di una lettera del Comitato di Lib. al vostro comitato provinciale circa la visita del Prefetto Vasco. Era la prima volta che veniva e le sue parole avevano quindi un valore particolare.

Ha iniziato con un lungo e sperticato elogio della vecchia Destra. Poi ha parlato dell’unità e della collaborazione. Ha detto: sul terreno ideologico contrasti e varietà di indirizzi; sul terreno pratico ordine concordia nessun attacco o lotta a persone o enti. Molto bene. Ha però dimenticato di dire che l’unità è l’unità « antifascista », che la concordia è concordia «antifascista ». Questo aggettivo non è nemmeno una volta uscito dalla sua bocca. Ha con enfasi curialesca dichiarato nemico della Patria e traditore chiunque inciti alla lotta; ma ha dimenticato che esiste una lotta contro il fascismo i fascisti la corruzione e via dicendo. In breve il succo era questo: ordine a tutti i costì e che nessuno si muova. Inoltre parlando di concordia e di unità non ha nemmeno nominato i partiti.

Ha del tutto ignorato l’esistenza di un locale Comitato di Liberazione che pur qui è rappresentato da degnissime persone ed ha operato compatto ed unito dal primo giorno.

Ha elogiato con enfasi la rettitudine l’onestà e via dicendo della locale amministrazione. Ti basti sapere che dalla caduta del fascismo qui nulla o quasi nulla è stato mutato.

Ha detto che il mercato nero è il mercato normale (sic), che egli è nemico delle repressioni, che alla repressione bisogna ricorrere solo in « estremissimissimi » casi. Ti basti sapere che qui c’è gente che nello spazio di mesi ha accumulato milioni.

Ha dimenticato di dire che egli rappresentava un governo democratico antifascista nato da un mirabile accordo delle forze antifasciste.

Ha dimenticato o ritenuto non opportuno dire che scopo dell’attuale collaborazione è lo sforzo bellico: non ne ha nemmeno fatto cenno.

Ha pronunciato innumerevoli volte la parola « io», ma nessuna volta quella di «democrazia ».

Parlando, a proposito della Giunta, delle correnti politiche le ha nominate solo incidentalmente e senza specificarle e l’impressione generale è che egli non le degni di troppa considerazione.

Ha saputo invece dilungarsi a lungo sull’equilibrio del popolo italiano e sul fatto — ha tenuto a ripeterlo — che in Italia non ci sono state e non ci saranno mai rivoluzioni. La ragione era questa: gente facilmente individuabile gli avevano prospettato il paese (che ha trentamila abitanti} come conservatore e contrario ai partiti in genere ed a quelli « famigerati » di sinistra in specie.

Ha ignorato l’esistenza di un problema di epurazione e di moralizzazione.
A chi lo ascoltava poteva sembrare che egli ignorasse l’esistenza di un periodo della nostra storia: il periodo fascista. Chiedergli di intendere come questo periodo si riallacci a quello precedente sarebbe forse troppo.

Le impressioni che ti comunico non sono personali. Sono pienamente condivise da compagni socialisti e comunisti e dagli amici del Partito d’Azione.
L’impressione provata dagli altri è più o meno simile. Qualcuno — questo te lo comunico per malignità — è rimasto sorpreso che la riunione non fosse terminata con il « saluto al duce ».

Chi è? Da dove viene? e meglio ancora: chi sono questi prefetti ed a che giuoco si giuoca?

Ostuni 4/5/44

tuo Nino Sansone

 

 

 

Doc. 66

da « La lanterna »

numero unico a cura della Fed. Prov. Comunista
Brindisi, 9 settembre 1944

Tramonti ed albe

L’alto Commissario aggiunto all’epurazione, Scoccimarro {vice Segretario del Partito Comunista Italiano) ha disposto l’immediata rimozione dall’incarico del signor Guasco (prefetto di Brìndisi dal 31 marzo ai 23 agosto 1944) zelante funzionario della giustizia militare,., fascista, collaboratore per la formazione del codice penale.,, fascista, revisore delle sentenze dei Tribunali speciali per la difesa dello Stato… fascista, propugnatore indefesso — all’epoca dei primi gabinetti badogliani — di un Governo monarchico -militarista, anfanante oppositore del Congresso di Bari, in combutta con i «Naldi», con gli Acquarone, gli «Innocenti », ecc., longa manus degli elementi più reazionari ed anti-democratici militari e civili ancora incuneati qua e là tra i gangli delle nostre amministrazioni meridionali.

 

Il metodo sostanzialmente da lui usato, nei suoi cinque mesi di malgoverno, sia nel campo politico che in quello più propriamente amministrativo e sindacale, — dove egli, ad una inadeguata competenza, faceva rispondere un facile linguaggio pseudo -legalitario, paternalistico ed ampolloso, — aveva fatto sentire su tutti gli onesti, il peso della sua origine autocratica ed antipopolare che si era accentuato via via che egli, rinfrancato dall’iniziale successo, era passato al deodorato sistema del fascino e delle clientele onde riuscire a sgretolare, intorbidando ed affievolendo, le rifiorenti forze antifasciste.

Sono ancora nell’aria i voti di protesta delle cittadinanze di Francavilla Fontana, di Oria, di S. Vito, di Carovigno dove, alle segnalazioni democraticamente espresse dalle forze sane dell’antifascismo rappresentate nei Comitali Comunali di Liberazione di quelle cittadine, egli rispondeva con l’imposizione di Giunte Comunali in cui all’ex segretario politico nominato sindaco e presentato sotto la comoda etichetta dell’indipendente (Oria), affiancava il sindaco spergiuro e l’assessore rimestone (Francavilla) o il criminale (S. Vito) o il profittatore del
vecchio e nuovo Governo (Carovigno), plaudenti tutti — i beneficiati — « alla saggezza ed alla autorità del nuovo uomo mandato, fra loro dalla Provvidenza ».

Abbacinando gli immemori o i tiepidi o i solleciti di immediati successi con la concessione di una qualche giunta piuttosto democratica, inquinando prevalentemente la maggior parte delle altre, sfaldando con una attesa quadrimestrale le forze di quei comuni a cui non concedeva ancora le invocate amministrazioni (S. Pietro Vernotico, Latiano, Torre S. Susanna, Cellino S. Marco, Villa Castelli, ecc.) egli stava per raccogliere i più cospicui frutti del suo metodo
deleterio quando il concerto delle proteste, convogliando armonicamente, gli tolgono la maldestra maschera e lo rigurgitano nell’anonimo dell’esautoramento.

Sono ancora nell’aria, inoltre le tracce delle sue violentazioni e manipolamenti consumati ai danni delle libere organizzazioni sindacali, allorché alla circolare di fare assorbire gli uffici di collocamento per la mano d’opera dai singoli commissari prefettizi contro la nascita e lo sviluppo delle Leghe e delle Camere dei Lavoro, accoppia nomine arbitrarie o sospensioni di insediamenti liberamente scaturiti da Congressi ed elezioni sindacali.

Le migliori cure del Guasco (dinamico spolettatore da un castello all’altro) erano rivolte a perpetuare il sistema delle saldature e delle connivenze con la feudalistica cricca reazionaria dei duchi, dei principi, dei marchesi e dei latifondisti che, nel nostro sud, hanno la medesima responsabilità dei grandi banchieri e degli alti industriali del nord all’avvento ed al consolidamento del fascismo.

Noi, sensibili alle aspirazioni del popolo, avevamo più volte presentato a cotal prefetto le legittime richieste di questo o quel comune, di questa o quella organizzazione; ma invano.

Ora che il Signor Guasco (zelante funzionario della giustizia militare… fascista, ecc. ecc.) viene epurato dal nostro Governo democratico, noi e tutto il popolo sano della nostra provincia, gli tendiamo — non per acrimonia né per triti orizzonti campanilistici — il pollice verso, come lo tenderemo a tutti coloro che, come lui, cercano e cercheranno di adottare sistemi fraudolenti ed antidemocratici.

La nostra generazione, tutte le generazioni dei post-fascisti e dei post-nazisti, hanno gli occhi terribilmente spalancati sulla tragica realtà dell’ora; e, pur non disperando di ricostruire il nuovo mondo — quello del popolo libero per il bene dei popolo — sono implacabilmente restie a fare immischiare fra le loro interminabili file di senza tetto, o senza pane, o senza amore, o senza sorrisi… elementi che, per vecchie e nuove colpe, non possono seguire il ritmo di un passo storico: quello dell’avvenire per un mondo libero, democratico, progressista.

 

Vittorio Palermo

 

 

 

Doc. 67

Carovigno 15 Maggio 1944

 

Caro Compagno Avv. Vittorio Palermo,

Superare le molte difficoltà dell’ambiente di Carovigno non è facile; noi abbiamo adottati tutti gli espedienti, ma non siamo riusciti a nulla; sosteniamo e riconfermiamo la ns. del 12 ult. s. Non possiamo assolutamente impegnarci nel dare nomi (Sindaci) che possono procurarci sorprese di delusione o d’incapacità.
Nel limite del nostro possibile, possiamo sforzarci solamente a nominativi di Giunta. — Non siamo secondi a nessuno, sta bene, — ma fare dei miracoli è impossibile.

Sul mio nome non fatevi illusioni; potrei rilevarmi d’indiscussa fedeltà, ma che mi fà difetto la capacità amministrativa, ed i tanti requisiti non corrispondenti ad idoneità per una simile carica. Il giudizio sul compagno Cretì, è come segue: « Debole; forte solamente nell’idea, le sue energie fiaccate, il carattere indebolito per le molte vicende ed i non pochi contrasti nella difficile vita quotidiana. La non sentita vocazione, e la contrarietà alle passioni d’ambizione. La giurata fedeltà al partito sino al raggiungimento finale della causa (s’intende come membro). E di sfatare l’egoismo personale — Non ambire a cariche, ma vivere per il partito Comunista il solo in cui trova la sua vita! Che sia solo un compagno non un dirigente». Per questo mio caro simpaticissimo compagno scusatemi!
Non sento in me le risorse di un capo, e di quella poca (dovrei dire molta) esperienza della vita, mi faccio consiglio di due grandi amatori della quiete, cioè del Pascoli: «  sfuggire gli occhi prossimi…..accorato che niuno m’avesse guardato!» – Ed infine del Bertacchi; –  …« dimenticar degli uomini la storia, fino a trovarmi semplice pastore». Vi ho già chiesto scusa di tanta debolezza; sono i miei nemici (gli anni) che mi riducono in questo stato, ed i miei amici (gli apolitici) che mi tradiscono e mi accasciano. — Riconosco con tale portamento di essere in contrasto con i sentimenti rivoluzionari di Marx-Lenin, ma cosa volete, non sono adatto a mentire. Fisicamente sono vinto – Moralmente no!
Il morale rimane quello che sempre è stato, elevato, se pur sbarrato e minato; ma speriamo che lo scoppio non avvenga.

Quanto vi ho riferito si trova all’opposto dello spirito comunista; ma che si trova nella sincerità e chiarezza della vera voce del cuore di fervente comunista. Alla mia sensibilità mancava un altro colpo di tallone; e sarebbe il riconoscimento da parte alleata del partito fascista (pardon Unione) compagno Palermo. Questo è il colmo! — Saluti ad Apellius. Saluti a Stivens saluti pure a Coletti e F. La Guardia, e compagno Togliatti.

Son venuti per calmarci o per beffarci? La situazione è caotica ma bisogna riconoscere ch’è una vera Beffa; ed i beffati siamo gli antifascisti o meglio i comunisti, ed i compagni patrioti dell’altra Italia.

Gli alleati, i prefetti, i comandi hanno la loro parola d’ordine, che spesso passa di orecchio in orecchio.

Il canto di giovinezza viene tollerato come nel 1919, mentre per i comunisti vi è sempre quello sguardo in cagnesco e la frase di Manzoniana memoria: — «Va’ povero untorello, non sarai tu che spianterai Milano».

Compagno, poveramente scrivo molto: mi potrei dilungare, ma per non stancarvi, è necessario smettere – scusatemi, e pensate di me come volete; ma è la verità.

Sempre in linea moralmente comunistica, integra mantenendo la sua fede.
Tanti saluti dal compagno:

 

Cretì Salvatore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La strategia della tensione e le sue origini, le stragi neofasciste e le trame golpiste  nell’Italia repubblicana.


Tra il 1968 e il 1974 in Italia sono stati  compiuti 140 attentati neo fascisti, tra i quali quello più rilevante a piazza Fontana a cui bisogna aggiungere la strage di Bologna avvenuta nell’anno 1980.  Stragi collegate a quella che fu poi chiamata la“strategia della tensione” che ebbe il coinvolgimento di corpi e servizi deviati dello Stato e dell’utilizzo di questi assieme a varie formazioni neofasciste (ordine Nuovo, Rosa dei venti, Avanguardia Nazionale e altre formazioni minori).


Alcune delle tristi stragi neofasciste sono di seguito elencate:

 

In particolare, la strage di piazza Fontana viene diffusamente considerata come l’inizio della cosiddetta strategia della tensione.

Milano, 12 Dicembre 1969 – Piazza Fontana  Morti 17- 18 con Giuseppe Pinelli, Feriti 88


Treno Freccia del Sud il 22 luglio 1970 a Gioia Tauro: 6 morti e 54 feriti;


L’uccisione dei carabinieri a Peteano il 31 maggio 1972. 3 morti e 3 feriti;


Strage alla questura di Milano il 17 maggio 1973:4 morti e 46 feriti;

Il 28 maggio 1974 a Brescia, nella centrale piazza della Loggia. Una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo.  Morti 8, Feriti 102;

4 agosto 1974 ITALICUS a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna. Morti 12, Feriti 48;

Il 2 Agosto del 1980 alla Stazione di Bologna una delle più grandi stragi della storia democratica del nostro Paese ci furono 85 morti e 200 feriti .

Complessivamente per mano degli attentati dell’estremismo nero neofascista e per i soli atti terroristici sopra elencati perdono la vita 136 persone e 541 rimangono ferite.

Mirco Dondi  nel testo scrive : “L’eco del boato- storia della strategia della tensione 1965- 1974: “Sul piano della memoria lo stragismo nero è stato relegato in una zona d’ombra, con uno svuotamento di significato che ha teso a rimuovere il coinvolgimento dello Stato in queste vicende. Gli studi scientifici sul terrorismo rosso sono di gran lunga prevalenti, mentre la fase della strategia della tensione è stata sinora studiata in minor misura e lamenta un’incompiuta elaborazione

Sempre Mirco Dondi asserisce:“Gli attentati sono una forma di riequilibrio degli assetti di potere. Più precisamente, come affermano i terroristi neri, le stragi diventano uno strumento di lotta politica, per costringere lo Stato a far approvare leggi di emergenza. Il fenomeno rientra in un’articolata trama definita strategia della tensione.  L’espressione Strategy of tension compare sul settimanale britannico “The Observer”, in un articolo uscito all’indomani della bomba di Piazza Fontana”. […] “Il  termine “strategia della tensione” si diffonde con il best seller del giugno 1970, la strage di Stato. La locuzione entra poi nel linguaggio giuridico ed è ripresa dai giudici che indagano sugli episodi stragisti. Nella sentenza istruttoria sui fatti di Peteano. La strategia della tensione è definita come una “strategia di  condizionamento” nel rapporto “tra sistema politico e ambiente sociale”. Un alterazione degli eventi che induce a scelte che altrimenti non sarebbero state compiute. Al contempo, l’atto criminale punta anche a modificare gli orientamenti dell’opinione pubblica. Con questa definizione i giudici recepiscono l’espressione nel suo significato più ampio. Gli apparati di sicurezza sono coinvolti nelle vicende stragiste e nei tentati colpi di Stato, contribuendo a innalzare il livello d’intensità della violenza politica e provocando scontri interni allo Stato.”

 

 

Continua poi Mirco Dondi: “La costante presenza di referenti internazionali (Cia e Nato) sulle vicende stragiste ha un’origine storica che ne spiega le capacità di controllo e ne ispira le forme delle strutture direttrici. La guerra fredda ha inizio nel 1946 dalla competizione tra Stati Uniti e Unione Sovietica per il dominio mondiale. In Italia la guerra fredda è stata la principale scusante ai comportamenti illegali degli apparati e ha fornito una patente di impunità a coloro che, in suo nome, hanno avallato azioni criminose contro un supposto nemico interno, al di là di un’oggettiva condizione di necessità. Una distorta concezione della sicurezza ha saldato, in una trama continua, il segreto con l’illegalità.

L’Italia, più di ogni altro Paese dell’Europa occidentale, ha avuto una vita politica profondamente condizionata già dalla metà degli anni Quaranta. Gli Stati Uniti hanno creato le premesse verso percorsi obbligati, per controllare più agevolmente uno Stato cardine nello scacchiere mediterraneo. La classe dirigente italiana ha accettato questo condizionamento essendo funzionale alla sua permanenza al governo.”

Per comprendere appieno quegli anni è necessario risalire alla seconda parte del conflitto mondiale in Italia.  là  si trovano le radici della «prosecuzione della guerra sotto altre forme» che ha segnato in modo indelebile un lungo periodo del secondo dopoguerra italiano. La “strategia della tensione” ha queste radici antiche Il giudice Giovanni Tamburino la fa risalire a quel periodo l’origine della “guerra non ortodossa” e della “strategia della tensione” . Le tesi sono contenute  in un suo recente libro: Dietro tutte le trame .

Sino agli anni novanta del secolo scorso l’Italia è stata il confine sud tra Europa occidentale e l’area orientale dell’Europa  appartenente al blocco sovietico. Per tale ragione nel nostro Paese si è sviluppata una guerra sotterranea chiamata in tanti modi per citarne alcune: “guerra non ortodossa”, “guerra a bassa intensità”, “guerra per procura “, “guerra (contro)rivoluzionaria”. È in questa chiave che bisogna leggere il secondo dopoguerra, e in particolare i decenni dal ‘40 al ’90.


È stata una  guerra che ha avuto varie denominazioni ed è stata combattuta in molti modi. Parte di questa guerra  è stata affidata  a formazioni combattenti clandestine costituite da corpi paramilitari o corpi misti composti da militari e civili, tutelati al più allo livello di segretezza e non tutti leciti. Per la nostra Costituzione (all’articolo 18, seconda parte) «Sono proibite le associazioni che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare». Le  formazioni combattenti clandestine, al contrario, erano giustificate  per la lotta mondiale al comunismo.

 

Sostiene Mirco Dondi: “Il controllo dei sindacati e delle agitazioni sociali nel primo trentennio di vita repubblicana è il perno delle manovre politico-legali e sotterranee per il contenimento del Partilo comunista. Rispondono a questa logica le stragi siciliane del 1947 contro i lavoratori (a Portella della Ginestra il 1° maggio e a Partinico il 22 giugno) e l’uccisione di dieci  sindacalisti dal novembre 1946 al novembre 1947. È uno schema che assomiglia a quello della strategia della tensione per l’assenza di giustizia e per le coperture tornite ai mandanti . Alcuni dei nobili siciliani, ispiratori della strage di Portella della Ginestra, risultano coinvolti nella congiura golpista della Rosa dei venti nel 1973. “


Dello stesso tenore  sono le cose scritte dal giudice Tamburino, egli  ricorda i molti e vari  scritti, i documenti, le sentenze della magistratura, le confessioni, le ammissioni e le testimonianze dei diretti protagonisti,le opere di autori sia militari sia civili che confermano e dimostrano l’esistenza di una  «guerra preventiva» in Italia. La strategia  è stata lungamente condivisa dagli Stati maggiori italiani, è stata  imposta al nostro servizio segreto ed alcuni aspetti della guerra preventiva  sono stati persino resi pubblici.

 

Si fa riferimento alla strage di  Portella della Ginestra del il 1° maggio 1947, compiuta dalla banda di Salvatore Giuliano contro braccianti e lavoratori siciliani come la generatrice della «guerra preventiva» . Emerge come protagonista principale e per la prima volta il nome del palermitano Giovanni Francesco, detto Gianfranco, Alliata di Montereale, che vantava titoli di nobiltà principesca. L’Alliata in realtà per decenni è stato l’ esponente della massoneria più importante sino a sopravanzare Licio Gelli.

La ricerca del giudice Tamburino ripercorre la vicenda a ritroso dal 1974 dove emerge per la prima volta  la figura di Alliata nel processo «Rosa dei Venti». In seguito dopo la morte del principe, venuto  a conoscenza che erano stati versati all’Archivio storico della Camera documenti raccolti in un apposito Fondo il giudice ebbe modo di  consultare carte e documenti inaspettati.

La documentazione del Fondo rileva in particolare le ricorrenti e sistemiche «deviazioni» della massoneria e dei gruppi paramassonici e i loro collegamenti con realtà criminali, mafia e “ndrangheta”. L’Alliata si riconosceva in quella massoneria che considerava il comunismo il «mortale nemico» e che talune logge, facenti capo a Circoli  siciliani  e frequentate da diversi mafiosi e merge che la a figura di Alliata funge da collegamento per tentare una rilettura del tema dei mandanti della strage e della più volte affermata (ma non accertata da nessuna Sentenza e nemmeno negata da un accertamento giudiziale definitivo) sua complicità come mandante  di quel massacro che segna con un marchio a fuoco l’origine del  primo massacro della Repubblica, l’origine antica della strategia della tensione.


 

a Francavilla Fontana la mostra di ANPI Brindisi e dell’Archivio di Stato Sovversivi 1900-1943

 

 

 

 

 

 

 

20 ottobre 2021 : Inaugurata finalmente a Francavilla Fontana la mostra di ANPI Brindisi e dell’Archivio di Stato Sovversivi 1900-1943, con il patrocinio del Comune. Con il presidente della sezione ANPI di Francavilla, Alessandro Rodia, il sindaco Antonello Denuzzo, il direttore dell’Archivio di Stato, Corradino De Pascalis, il presidente del Comitato provinciale ANPI Brindisi, Donato Peccerillo e visite guidate di Elena Lenzi. Presente l’assessore alla Cultura, Maria Angelotti. Un lavoro bellissimo di ricerca e di memoria antifascista. Studenti, docenti, ricercatori, cittadini sono tutti invitati a visitarla. A Palazzo Imperiali la mostra sarà aperta sino ai primi mesi del 2022.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 26 gennaio 2021  a Trieste è stata posata  la Pietra d’Inciampo in via Pacinotti  n°5 per ricordare  l’antifascista e partigiano brindisino Vincenzo Gigante, ucciso nella Risiera di Trieste. L’individuazione dell’ultimo domicilio a Trieste è merito della presidente dell’ANED di Trieste, la professoressa e storica Dunja Nanut che, con i suoi studi presso l’Archivio di Stato triestino, ha colmato questo vuoto sulla tragica vicenda di Vincenzo Gigante che, sulla base delle ricerche della studiosa, dopo essere stato fermato, fu tenuto per  un  mese in prigione al Coroneo (il nome del carcere della città).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come è noto le Pietre d’Inciampo, ideate dall’artista  Gunter Demnig, sono un mosaico per la Memoria, Un progetto monumentale europeo per tenere viva la Memoria di tutti i deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti che non hanno fatto ritorno alle loro case. In Europa ne sono state installate già oltre 70.000. In Italia le prime pietre d’inciampo furono posate a Roma nel 2010.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Antonio Vincenzo Gigante note biografiche

Antonio Vincenzo Gigante nacque a Brindisi il 5 febbraio del 1901 in via Seminario s. n. da Concetta Gigante e da padre ignoto. Da giovane iniziò a lavorare come operaio edile, aderì nel 1919 al circolo giovanile socialista di Brindisi. Nel 1920 fu fermato per la prima volta per aver partecipato ad una manifestazione di protesta contro la guerra. Aderì nel ’21 al PCd’I e nello stesso anno si trasferì a Roma con la madre e i due fratelli, Ettore e Italo, dove lavorò come operaio nell’edilizia, diventando un importante dirigente sindacale della categoria. Si distinse per l’organizzazione di agitazioni e scioperi. Quello più importante e riuscito fu del I° maggio del 1923. Subì un’aggressione fascista il 28 ottobre del 1924. Dopo il delitto Matteotti e le seguenti leggi speciali con le quali Mussolini soffocò la vita democratica dell’Italia, ricercato dagli squadristi, fu costretto a lasciare l’Italia. Trovò riparo prima in Svizzera e poi in Russia dove dal ’25 al ’26 frequentò la scuola di formazione del Comintern. Al ritorno, in Svizzera entrò in contatto con il centro estero del PCd’I che lo incaricò di occuparsi della Confederazione Generale del Lavoro e della gestione dei militanti fuoriusciti. Tra 1927 e 1929 la sua presenza fu segnalata in Svizzera, Belgio, Germania e Lussemburgo. Fu arrestato e trattenuto per un breve periodo con Palmiro Togliatti e Pietro Secchia a Basilea nel gennaio del 1929. In Italia Gigante fu costantemente ricercato dalla polizia fascista, il 28 febbraio del 1930, venne emesso il mandato di cattura dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato con l’imputazione di aver partecipato alla ricostituzione del Partito comunista italiano. Gigante all’epoca era componente del comitato centrale del PCd’I come responsabile dell’ufficio “tecnico” che aveva il compito di risolvere i vari aspetti logistici della clandestinità come la ricerca di sedi sicure.

In Svizzera, il 23 aprile del 1931 sposò a Lugano Wanda Fonti, pittrice, di famiglia e di tradizioni antifasciste, con la quale condivise un breve periodo di vita, tra la Svizzera, Bruxelles e Lussemburgo. Dal matrimonio nacque l’unica figlia, Miuccia, a Lugano il 21 settembre 1932.

Nel 1931, al IV congresso del PCd’I di Colonia, Gigante non condivise la decisione, ispirata dal Comintern, con cui il Partito Comunista italiano avrebbe dovuto essere pronto alla “svolta” per preparare un’insurrezione imposta da un presunto e imminente crollo del regime fascista. Il dissenso gli costò per un periodo l’allontanamento dalla direzione del partito e del sindacato.

Il 6 ottobre del 1933, mentre rientrava in Italia per la riorganizzazione del partito, venne arrestato a Milano dall’OVRA. Trasferito a Roma nel luglio successivo, imputato di ricostituzione del disciolto partito comunista, fu processato dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato e condannato a venti anni di reclusione.

Ne scontò i primi nove nel carcere di sicurezza di Civitavecchia dove fece la conoscenza di Umberto Terracini tra gli altri antifascisti.

Con l’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale, le condizioni dei detenuti politici peggiorarono. Nel 1942 Gigante, ritenuto ancora politicamente pericoloso e compreso nell’elenco dei sovversivi più temibili, fu internato nella colonia insulare di Ustica, in provincia di Palermo.

Dopo Io sbarco degli alleati in Sicilia nel 1943 i detenuti politici di Ustica furono trasferiti nel campo di Renicci Anghiari in provincia di Arezzo, uno dei più duri per le condizioni igieniche e sanitarie. Poco dopo l’8 settembre, nel campo di Renicci i detenuti si rivoltarono ed organizzarono l’evasione, Gigante, a capo di un gruppo d’insorti tentò dapprima di dirigersi verso il sud liberato, una volta verificata l‘impossibilità a raggiungere le meta, si diresse verso la Dalmazia assieme a prigionieri slavi con lui liberatisi. Il territorio era sotto il diretto controllo nazista, ma forte era da tempo anche il movimento partigiano slavo. Giunto in quei luoghi, a capo di formazioni partigiane italiane gestì la complicata unità d’azione con i partigiani slavi, per l’obbiettivo principale della lotta contro il fascismo e il nazismo. Per conto della direzione del PCd’I, riceva l’indicazione di occuparsi prima dell’Istria e in seguito, dopo l’arresto di un altro dirigente, della federazione di Trieste.

Il 15 novembre del 1944 venne arrestato dalla Gestapo, in seguito a una delazione, e tradotto in carcere. Trasferito nella Risiera di San Sabba di Trieste, l’unico vero campo di sterminio con forno crematorio creato dai nazisti in Italia, fu crudelmente torturato senza mai denunciare i suoi compagni sino ad essere ucciso. A tutt’oggi non si sa con precisione la data della sua morte presumibilmente avvenuta tra novembre del ’44 e il febbraio del 1945.

 

La sezione ANPI “Vincenzo Antonio Gigante” di Brindisi

 

Riferimenti bibliografici:

 

U.Terracini. Vincenzo Gigante, un eroico figlio del popolo. Discorso commemorativo tenuto dal sen. Umberto     Terracini in Brindisi il 7 dicembre 1952, Roma.

 

E. Collotti ,Antonio Vincenzo Gigante , in F. Andreucci, T. Detti (a cura di), Il Movimento Operaio Italiano. Dizionario Biografico, vol.II, Roma , 1976, pp.490-491)

 

C. Pasimeni. Antonio Vincenzo Gigante, in «Aleph», n.2, dicembre 1984

 

V.B. Stamerra-A.Maglio-P. Miano, Vincenzo Gigante dello Ugo. un eroe brindisino, Oria (Brindisi). 2006

 

C. Pasimeni. Lotta al fascismo all’ombra di Stalin. La militanza di Vincenzo Antonio Gigante, Lecce. 2009

 

AS BR-ANPI Brindisi. Antonio Vincenzo Gigante nelle carte dell’Archivio di Stato di Brindisi. Brindisi 2013.

 

 

 

Carovigno ha antichi trascorsi antifascisti:

Prete Pasquale di Vito, Palma Teodoro dì Giuseppe, Cretì Salvatore di Pasquale,  Buongiorno Isaia di Nicola, Normanni Nicola di Vito, Tateo Erminio di Michele, Saponaro Alessandro di Angelo,Iaia Francesco di Cosimo, Antelmi Salvatore di Carmine imputatati perché:

il 13 maggio 1923, dopo di essersi forniti di un papavero rosso, per antagonismo al partito fascista,scesero sulla piazza di Carovigno, gridando a squarciagola: Evviva il socialismo,abbasso il fascismo, in questa manifestazione avevano: disturbato la quiete pubblica con clamori ed in modo da produrre apprensione nel pubblico.

Cretì Salvatore di Pasquale e Cesaria Francesco di Luigi, imputati in  Carovigno il 18 agosto 1924 avevano esercitato la questua pro  erigendo monumento On. Matteotti,  senza esserne autorizzati dall’Autorità di P.S..

Carovigno inoltre ricorda gli antifascisti:

  1. CALIOLO Giuseppe, di Vincenzo e ed Antonia Maria Cisternino. Nato il 5 giugno 1908, a Carovigno e residente a Mesagne. Antifascista. Confinato.  Cfr. CPC; http://www.anpibrindisi.it/scheda-anagrafica/indice-della-memoria/francavilla-fontana/
  2. CARRONE Salvatore. Nato il 13 novembre 1885 a Carovigno e residente a Faenza (RA). Fruttivendolo. Comunista. Ammonito. Cfr. CPC.
  3. CRETI Salvatore. Nato nel 1899 a Carovigno (BR). Calzolaio. Comunista. Cfr. CPC.
  4. DE LUCA Giuseppe, n. a Carovigno, il 18 gennaio 1922. Rinviato a giudizio con sentenza nr. 874 del 1942. Cfr. Dal Pont, Leonetti.P. Maiello P. Zocchi L. Tutti i processi  op. cit. p. 150
  5. EPIFANI Egidio,Nato nel 1903 a Carovigno (BR). Meccanico Comunista. Condannato a 5 anni di confino per “attività antifascista all’estero”. Liberato nell’agosto 1943.Cfr. CPC; A. Dal Pont- S. Carolini, L’Italia al confino, op. cit. pag. 1584;iscritto alla Rubrica di frontiera.
  6. GIACCHETTI Pietro. Nato il 9 febbraio 1914.a Carovigno (BR) e residente a Roma. Violinista. Comunista. Denunciato al Tribunale Speciale speciale e condannato a 9 anni per costituzione del PCI, appartenenza allo stesso e propaganda in base alla sentenza n. 58 del 16 maggio 1940.Cfr. Min. Dif., St. Mag. Es. – Uf. St., T.S.D.S., 1940, p. 407; CPC.
  7. GIANNOTTI Luigi. Nato nel 1902 a Carovigno (BR) e residente a Brindisi. Bracciante. Comunista. Iscritto alla Rubrica di frontiera.  Cfr. CPC.
  8. GRANDE Emilio di Abramo ed Elisabetta Spagnolo. Nato a Carovigno il 7 ottobre 1898 e residente a Brindisi. Manovale. Antifascista schedato.  Condannato a 5 anni di confino per aver percorso “le vie cittadine con un berretto rosso e gridando – abbiamo fame, vogliamo lavoro –” . Prosciolto, con la condizionale, nel dicembre del 1938, viene successivamente internato dalla Prefettura di Brindisi il 12 giugno 1940 e prosciolto con la condizionale il 4 novembre 1942.  Cfr. ANPPIE, op. cit, pag. 156; CPC; A. Dal Pont- S. Carolini, L’Italia al confino, op. cit. pag. 1579;  Cfr. http://www.anpibrindisi.it/scheda-anagrafica/indice-della-memoria/francavilla-fontana/
  9. LANZILLOTTI Cosimo Matteo di Giuseppe ed Aurora Cardone. Nato il 24 febbraio 1895 a Carovigno (BR) e residente a Brindisi. Giardiniere. Socialista. Condannato ad una pena di 4 anni poi commutata, il 6 gennaio 1927, in ammonizione.Cfr. CPC; A. Dal Pont – S. Carolini, op. cit., 1V° vol., p. 1603.
  10. LANZILLOTTI Vito Giuseppe Teodosio. Nato nel 1874 a Carovigno (BR) e residente a Brindisi. Oculista. Repubblicano. Radiato.  Cfr. CPC.
  11. POMES Giovanni. Nato a Carovigno, nel 1907. Impiegato. Comunista. Iscritto alla Rubrica di frontiera. Cfr. CPC.
  12. RUSSO Leonardo. Nato a Carovigno, nel 1895. Ebanista. Socialista. Radiato.Cfr. CPC.
  13. SAPONARO Modesto. Nato nel 1884 a Carovigno (BR). Possidente. Denunciato per offese al Capo del governo. Radiato. Cfr. CPC.

Carovigno  ricorda e onora, i propri figli Internati Militari ei Deportati deceduti nei lager e che hanno detto no al fascismo e alla RSI :

1. DE BIASI Francesco. Nato a Carovigno il 7 aprile 1920. Internato con il numero di matricola 15285 e deceduto presso l’ospedale di Nurnberg / Lanwasser (Germania). Sepolto a Francoforte sul Meno. Uno degli 800.000 italiani (fra civili e militari) che, dopo l’8 settembre 1943, essendosi rifiutati di aderire alla RSI, furono fatti prigionieri e deportati nei campi di concentramento tedeschi dislocati nei territori del Terzo Reich. Cfr. Zamboni Roberto, Dimenticati dallo Stato, in: http://www.robertozamboni.com/p/prova.html, alla voce “Brindisi”, pag. 2.
2. GRECO Antonio. Nato a Carovigno l’8 novembre 1918 e deceduto in Germania il 19 aprile 1944. Uno degli 800.000 italiani (fra civili e militari) che, dopo l’8 settembre 1943, essendosi rifiutati di aderire alla RSI, furono fatti prigionieri e deportati nei campi di concentramento tedeschi dislocati nei territori del Terzo Reich.Cfr. Zamboni Roberto, Dimenticati dallo Stato, in: http://www.robertozamboni.com/p/prova.html, alla voce “Brindisi”, pag. 2.
3. LEO Cosimo. Nato a Carovigno il 1° gennaio 1919 e deceduto in Germania il 9 aprile 1945. sepolto ad Amburgo Cfr. Zamboni R. Cfr. Zamboni Roberto, Dimenticati dallo Stato, in: http://www.robertozamboni.com/p/prova.html, alla voce “Brindisi”, pag. 2.
4. PRIMA Salvatore. Nato il 3 febbraio 1918 a Carovigno. Deportato a Buchenwald il 2 febbraio 1945 e qui deceduto il 28 dello stesso mese per “cause imprecisate”, carrettiere. Cfr. Mantelli Brunello – Tranfaglia Nicola, op. cit., p. 1736.ASLeDm. TA, FF.MM. cl.1918, vol. 520,nm. 3864

Carovigno  ricorda e onora, i propri figli Internati Militari Italiani (IMI)Deportati nei lagher:

1.  ALBERTI Donato. DnL

2.  ANTELMI Luigi, di Antonio. DnL.

3.  ASCIANO Paolo. di Arcangelo. DnL

4.  BACCARO Cataldo, di Sanio. DnL

5.  BASILE Michele di Domenico DnL

6.  BOTTACCI Vito, di Antonio. DnL.

7.  BRANDI Giosuè, di Tommaso DnL

8.  CAMASSA Domenico. DnL.

9.  CARLUCCI Alessandro, di Crocifisso DnL
10.CARLUCCI Giuseppe, di Angelo. DnL
11.GARRONE Angelo, di Vincenzo. DnL.
12.CESARIA Giuseppe, di Francesco. DnL.
13.CONTE Rocco, di Giovanni. DnL.
14.CONTROBIA Salvatore, di Giuseppe DnL.
15.DE GIOVANNI Giuseppe, di Raffaele DnL.
16.DE GIUSEPPE Giovanni, di Giovanni. DnL
17.DEL PRETE Antonio, di Flaminio DnL
18.DEL PRETE Francesco, di Vito DnL.
19.DE PASQUALE Angelo di Giuseppe DnL
20.EPIFANI Giovanni D

21.FILOMENA Gregorio, di Giuseppe. DnL
22.FUSCO Francesco. DnL
23.GALIANO Luigi Martino, di Luigi DnL
24.GRECO Gaetano, di Erasmo DnL
25.LANZ1LLOTTI Cosimo Fedele, di Salvatore DnL
26.LANZILOTTI Andrea, di Teodosio. DnL.
27.LANZILOTTI Giovanni. Dot.
28.LANZILOTTI Giuseppe DnL
29.LANZILOTTI Pasquale, di Antonio. DnL
30.LANZILOTTI Teodosio di Giuseppe. DnL.
3 1.LARUCCI Salvatore, di Santo. DnL,
32.LARUCCIA Francesco di Pasquale. DnL
33.LAVENEZIANA Giovanni, di Bellisario. DnL

34.LEO Giuseppe Raffaele, di Rocco. DnL
35.LOCOROTONDO Angelo, di Giuseppe. DnL

36.LOFINO Giuseppe DnL

37.LUPERTI Antonio, di Vincenzo. DnL

38.LUPERTl Vito. di Cataldo. DnL

39.MAGLI Enrico Vito, di Innocenzo. DnL

40.MARZO Pietro, di Giuseppe DnL

41.MASIELLO Giuseppe, di Rocco DnL

42.MORO Giuseppe Orti

43.PAPALINO Rocco. DnL
44.PRIMA Ferdinando, di Umberto. DnL.
45.SACCHI Pasquale, di Antonio. DnL
46.SACCHI Pasquale, di Antonio. DnL
47.SACCO Francesco DOdD.
48.SAPONARO Luciano, di Manano. DnL
49.SAPONARO Pasquale, di Giovanni DnL
50.SCALIGERI Pietro, di Angelo DnL.
51.SCALIGERI Rocco di Angelo DnL.
52.SEMERARO Oronzo, di Oronzo. DnL
53.SEMERARO Stefano di Francesco DnL.
54.SIMEONE Felice, di Leonardo DnL
55.TATEO Cosimo, di Oronzo. DnL
56.TATEO Vittorio di Felice DnL.

57.TRISOLINI Giuseppe Pasquale Salvatore, di Vincenzo DnL.

58.UGGENTI Pietro, di Donato. DnL
59.VALENTE Giacomo, di Angelo. DnL.
60.ZACCARIA Cosimo, di Domenico DnL
61.ZURLO Cosimo, di Pasquale DnL

 

Carovigno  onora e ricorda  i propri Partigiani:

  1. ANSELMI Alessandro. Nato il 7 febbraio 1923 a Carovigno. Partigiano nella Brg. Sap Vasario. Dal 1° gennaio 1944 al 7 giugno 1945. Benemerito. Cfr. BDPP.
  2. GIOFFREDI Filippo. Partigiano Nato il 1 maggio 1909, a Carovigno.  – Giacomo – Brg. Sap Vassallo, dal 1° gennaio 1944 al 7 giugno 1945. Benemerito. Cfr. BDPP.
  3. LOTTI Salvatore. Nato il 29 marzo 1922, a Carovigno. Partigiano. – Binda. Garibaldini Val Po dal 1 settembre 1943 al 1 marzo 1944, poi nella 100 Brg. Garibaldi fino al 1 dicembre 1944 ed infine nella 48 fino all’8 giugno 1945. Cfr. BDPP.
  4. ORLANDO Cosimo. Nato il 12 febbraio 1911, a Carovigno. Verniciatore. Partigiano. – Franco – Divisione C Gl – Gruppo aeritalia, dall’8 giugno 1944 al 7 giugno del 1945.Cfr. BDPP.
  5. CAMASSA Giuseppe, di Mariano. Partigiano. nato a Carovigno, il 27 luglio 1916. Combatte nelle file partigiane della Div. Garibaldi in Jiugoslavia dall’8 settembre 1943 al 1 luglio 1944. Carpentiere. Cfr. ASLe, Dm.TA,FF.MM.,cl1916, vol499,nm.43914.

  1. MASTROLIA Luigi. Partigiano. nato a Carovigno, il 19 febbraio 1920 da Vincenzo e Cavallo Palma. Combattente nella div. Gramsci, contro i nazifascisti, in Albania dal 9 settembre 1943 al 10 gennaio 1944 e dall’11 ottobre 1944 al 30 novembre  dello stesso anno. Carrettier. Cfr. Liri popullit, op. cit.pag.221. ASLe, Dm.TA,FF.MM.,cl1920, Reg. 556,nm 11330.

 

 

 

 

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