E’ con emozione che oggi  ci ritroviamo qui  quest’anno,  tutti insieme,  a festeggiare il 25 aprile e la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, in una rinnovata unità antifascista.

Quando, esattamente un anno fa abbiamo deciso di ricostituire lbrindisi-contatti/">’ANPI a Brindisi lo abbiamo posto come obbiettivo  primario,  certi che  nel cuore di tutti voi che oggi siete qui,  vi fosse la voglia di ritrovare insieme,  in piazza, in questo giorno particolare , sotto la lapide  che ricorda un concittadino partigiano,  uniti gli uomini e le donne che si riconoscono negli ideali della sinistra , dell’antifascismo, della democrazia .

Oggi questa richiesta di unità  antifascista la pongono in migliaia in tutte le parti e piazze  d’Italia alle associazioni Partigiane e a quelle che curano la memoria storica dell’antifascismo e del movimento operaio e popolare italiano e noi, come ANPI, ce ne facciamo carico.

Ce lo chiedono i giovani che vogliono conoscere e comprendere quali fossero le molle ideali, che spinsero uomini come Vincenzo Gigante  a sacrificare la propria vita,  coinvolgendo nel loro destino quello delle loro stesse famiglie, a combattere senza tregua, senza paura di soffrire la prigione, il confino,  l’esilio, se non addirittura la tortura e la morte, affinchè si affermasse in Italia una società più libera da quella che offriva il fascismo o quella che in precedenza aveva portato al grande massacro di proletari nelle trincee d’Europa, la prima Guerra Mondiale.

Oggi ci chiedono i giovani: “Ma ne è valsa la pena?”

Ce lo chiedono i giovani disoccupati e coloro che  vivono una realtà precaria e  in cui l’impossibilità di costruire una famiglia  mina la stessa fiducia nella nostra società , che diciamo esser nata dalla Resistenza al Fascismo .

Ce lo chiedono innanzitutto le fasce più deboli di popolazione del nostro Meridione che, ancor oggi, come al tempo di Gigante,   sono costrette a lasciare gli affetti , i luoghi di nascita per trovare un lavoro,  per non essere tra quello spaventoso trenta per cento di disoccupazione giovanile che affligge il nostro SUD.

Per questo oggi ricordiamo Vicenzo,  non solo come partigiano ma anche come  lavoratore migrante.

Gigante muove i suoi passi di organizzatore e sindacalista  socialista  prima  e poi  di militante comunista,  da emigrato,  a Roma, lavorando in cantieri edili  simili a quelli che ancor oggi subiscono quell’offesa al nostro art 1 della Costituzione con la piaga delle morti sul lavoro.

Oggi in un’Italia in cui i germi dell’ imbarbarimento sociale , sfociano nel qualunquismo, nel populismo e che a loro volta divengono  culla di ben peggiori mostri, come il razzismo,

quale è il nostro compito di eredi di Vincenzo Gigante,  se non ricordare che quei migranti che oggi fanno i lavori più umili e faticosi, se non addirittura ridotti a semischiavitù,  sono simili a quei Vincenzo Gigante che 80- 90 anni fa  e poi ancora negli anni 50-60 cercarono una vita migliore,  andando a lavorare al Nord,  ma che portarono una ventata di combattività di freschezza ad una classe politica  e sindacale di una sinistra  che si avvitava  ormai su se stessa?

Gigante esule politico

Come non ricordare il fatto che Vincenzo dovette  fuggire all’estero insieme a tanti altri comunisti, socialisti, repubblicani, liberali, anarchici, cattolici mentre nel suo paese si imponeva il fascismo con la violenza, l’omicidio ed il carcere?

Quanti Gigante sono tra coloro che ritroviamo tra gli esseri umani in fuga che approdano quasi quotidianamente nel nostro paese?

Per questo motivo l’ANPI è al fianco di tutte le associazioni e ai movimenti antirazzisti, per questo motivo oggi richiediamo che la vergogna dei centri di segregazione per migranti che si chiamino tendopoli di Manduria (Ta)  o Cie come quello di Restinco (Br) vengano cancellati.

La nostra società non sarà più sicura costruendo più carceri o più  militari per le strade ma solo se essa potrà essere solidale , giusta e partecipativa.

L’ANPI in difesa della Costituzione e contro il ritorno di qualunque fascismo.

Gli attacchi alla Costituzione  e alle istituzioni repubblicane che provengono  continuamente da esponenti del Governo, sono l’antitesi di questo tipo di società, ne prefigurano un’altra, che continuando di questo passo non potrà non portare al ritorno di un regime autoritario e quelle che sembrano essere solo proposte isolate, frutto di  qualche mente malata, quelle dell’abolizione del reato di apologia del fascismo ne sono l’anticamera.

L’ANPI su questo è irremovibile: la lotta al fascismo, al nazismo non è terminata il 25 aprile  del 1945 , essa è nel cuore della nostra Costituzione ed essa deve essere infusa a tutte le nuove generazioni che non hanno vissuto direttamente quella tragedia e noi di questo,  come ANPI, chiediamo che tutti voi ve ne facciate carico.

Recita il comunicato di insurrezione del Comitato di Liberazione Alta Italia diffuso in queste ore, il 25 aprile di sessantasei anni fa : “… contro i fascisti nessuna, nessuna, pietà se non getteranno le armi e si arrenderanno …”

Quell’ordine non nasceva da pura voglia di vendetta, esso partiva dal desiderio di cancellare per sempre il fascismo e i lutti e le sofferenza che aveva imposto all’Italia,  esso nasceva dalla voglia di riscattare il sangue di coloro che erano morti per mano degli sgherri fascisti e nazisti, nelle carceri di Via Tasso, alle fosse Ardeatine, a Marzabotto, o nei lager come la Risiera di San Saba dove il nostro Vincenzo Gigante  fu torturato fino alla morte.

Gigante partigiano

Un Gigante che dopo aver subito il carcere per decenni,  nel settembre del 43  si libera dalla  prigione e con i suoi compagni raggiunge le formazioni partigiane che nelle Venezie avevano iniziati la lotta armata partigiana molto tempo prima che essa fosse lanciata come parola d’ordine dai partiti antifascisti italiani.

Proprio,  lì nelle terra in cui slavi e italiani convivevano e dove le atrocità fasciste e le pulizie etniche avevano seminato l’odio antitaliano  ebbene un meridionale, un brindisino, Vincenzo che prende il nome di battaglia UGO,  riceve dal Comitato Centrale del partito Comunista l’incarico di questo difficile compito di coordinare le brigate partigiane, un compito difficilissimo a cui lui , che non vedeva moglie ed una figlia da dodici anni, non sa dire di no , un esempio di dedizione alla causa della libertà e dell’antifascismo  senza limiti.

Quanti di noi oggi sarebbero capaci di simile sacrificio?

Eppure Vincenzo non è  il solo in quegli anni a simili eroismi, sono centinaia di migliaia gli eroi che danno la vita per questi ideali e ai quali oggi …sì possiamo farne omaggio ricordandoli il 25 aprile, portandogli una corona d’allora  e dedicando un bel discorso ma… oggi non basta più!

Oggi tutto ciò non basta più,   perché occorre ricominciare  a parlare e praticare l’antifascismo nei fatti, facendo resistenza ogni volta che vi è una violazione dei diritti, quando si perpetrano stragi sul lavoro o  ambientali e si attenta alla salute, quando si viola il diritto ai giovani di  avere un reddito , un lavoro per mettere su famiglia  e gli si nega un futuro, quando si perpetrano pratiche razziste contro migranti e disabili, quando bande di fascisti o neonazisti cercano di avere spazio per seminare le loro idee aberranti o  peggio,  come è successo e continua a succedere,  si attenta direttamente alla vita di antifascisti come nel caso di Dax e di tanti altri o,  come a Genova, nella caserma di Bolzaneto,  agenti in divisa  insultino dimostranti incarcerati al canto di inni fascisti o come è accaduto anche in queste ore,  simboli e luoghi della Resistenza siano danneggiati o violati.

L’ANPI al fianco dei popoli in lotta per la democrazia e la libertà.

Ma essere antifascisti oggi è anche essere accanto ai Movimenti democratici che oggi stanno dando vita e speranza ai popoli che si affacciano sul Mediterraneo; contro di essi le forze della restaurazione, le polizie segrete di regimi autoritari,  con metodi fascisti e nazisti, si accaniscono ma, nonostante tutto,  anche lì il germe della Resistenza e della lotta per la libertà e per la democrazia si sta diffondendo. Noi siamo con loro!

Come gli operai , i proletari, i democratici di tutto il mondo  durante la lotta al nazismo parteggiarono per gli eroi e i martiri di Stalingrado , oggi gli antifascisti sono accanto ai martiri di Misurata, delle piazze del Cairo o di Damasco, di piazza Tien a Men o quelle del lontano Tibet, o di quel carcere a cielo aperto che è la striscia di GAZA

Siamo idealmente con loro, augurandoci un mondo in cui la parola guerra sia abolita perché essa è solo fonte di morte per le classi più povere e di ricchezza per i venditori di armi.

Per questo motivo come ANPI siamo accanto ai movimenti che lottano per la Pace ma anche ai popolo che si ribellano ai loro dittatori.

Per una nuova etica della politica

Ma affermare ciò basta per sentirsi degni di onorare Vincenzo Gigante , i partigiani e tutti i combattenti per la libertà?

Occorre riprendere e far proprio il concetto di etica  della politica vista come servizio al bene comune, combattendo ogni forma di corruzione, clientelismo, trasversalismo affaristico che mina la fiducia dei cittadini nei partiti che dovrebbero loro rappresentare. Un’etica che i nostri padri fondatori della Costituzione portavano con sé e alla quale chi amministra la vita  pubblica dovrebbe fare riferimento.

Per questo motivo siamo contro tutti i tentativi di evitare  che non vengano sottoposti al giudizio della magistratura  gli uomini politici indagati per reati di qualunque natura, in violazione dei principi costituzionali dell’uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge.

Termino con le parole che pronunziò  Terracini dinanzi questa lapide al momento della sua posa:

Quando la Costituzione italiana afferma che la nostra Repubblica  e la sua democrazia sono fondate sul lavoro che altro dice  infatti se non che  al lavoro devono ispirarsi le nostre leggi, ai suoi diritti , alle sue conquiste?

E che altro mira il socialismo se non fondare  la vita associata degli uomini sui principi giuridici e morali cui il lavoro  dà giustificazione ed avvallo?

Vincenzo Gigante  è  morto per il socialismo e per un’Italia rinnovata alla luce degli ideali che da esso traggono  motivo e forza. E se noi amiamo questa Repubblica , se noi ne difendiamo la Costituzione, è anche perché sentiamo scorrere in essa , ispiratore, il pensiero di Vincenzo Gigante, è perché essa può vivere e operare e progredire solo facendosi custode ed erede delle glorioso patrimonio di virtù e affetti che animò in tutta la sua azione di operaio, organizzatore e di partigiano.

 

VIK Arrigoni , partigiano della pace

Ma oggi questa cerimonia vogliamo dedicarla ad un altro partigiano della pace a poche ore dei funerali : è il nostro compagno ed amico comune Vittorio Vik Arrigoni,di cui ricordiamo la sua esemplare difesa dei diritti umani e le sue denunce delle violazioni che perennemente si perpetrano ai danni della popolazione palestinese di Gaza, nel silenzio del mondo intero.

Il suo slogan RESTIAMO UMANI  è un invito a tutti sulla linea da seguire affinché si possa costruire un futuro di pace e civile convivenza tra i popoli.

Vittorio è stato dalla parte degli oppressi,  dei deboli, praticando la non violenza. Vittorio è morto nel segno di quei valori che hanno caratterizzato la Resistenza al fascismo e al nazismo  e che lui riteneva simile alla lotta di Resistenza del popolo palestinese.

Ti salutiamo VIK con le parole  lette ieri al tuo funerale dal poeta palestinese Ibraim Nasrallah:

Per te caro VIK,  ti sia buono il mattino.

 

Ti ricorderemo accanto a tutti i partigiani, ogni 25 aprile,  VIK, partigiano della pace, non ti dimenticheremo mai !

VIVA IL 25 APRILE, VIVA L’ITALIA ANTIFASCISTA E DEMOCRATICA, VIVA TUTTI I COMBATTENTI PER LA LIBERTA’

Il comitato Provinciale dell’ANPI di Brindisi

Brindisi 25 aprile 2011


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