per “Prova di Democrazia” II^ edizione della mostra documentaria Vento da Sud con una sezione dedicata a Antonio Vincenzo Gigante

l’ANPI  e l’Archivio di Stato di Brindisi  hanno organizzato la II° edizione della mostra documentaria “Vento da Sud” con la sezione inedita “Vincenzo Gigante nelle carte  della Questura di Brindisi – Schedario politico”

l’iniziativa è presso la Sala mostre dell’Archivio di Stato – piazza Santa Teresa, 4, per il periodo dal  22 febbraio sino al 20 marzo 2012, con l’orario di apertura dalle 9.00 alle 12.30 (escluso i festivi)

 La mostra è nell’ambito del progetto “Prova di Democrazia”, iniziativa promossa dall’ANPI provinciale nelle scuole di Brindisi per l’anno scolastico 2011- 2012, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Brindisi e con il patrocinio della provincia di Brindisi.

 “Prova di Democrazia” è incentrata sulla memoria della rinascita della democrazia in terra di Brindisi e degli uomini e le donne che vi contribuirono, a partire da Vincenzo Gigante, brindisino, partigiano, medaglia d’oro al valor militare.

 

 
 
 
 
 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

                           

 

Viene  riproposta la mostra documentaria e fotografica VENTO  DA  SUD, realizzata nel 2004 dall’I.T.C “G. Marconi” di Brindisi e da istituti scolastici di altre regioni, per l’“Italia liberata – Scuole in rete”, con il coordinamento del prestigioso Istituto “Albe Steneir” di Torino. Il percorso espositivo presenta gli avvenimenti che si susseguirono nell’Italia del sud dall’8 settembre 1943 al giugno1944, quindi dallo sbarco degli alleati in Sicilia alla liberazione di Roma. Gli oltre 300 documenti selezionati, proposti in tredici pannelli, raccontano la guerra, le condizioni difficili delle popolazioni meridionali, le atroci rappresaglie e l’orrore delle stragi di civili commesse dai tedeschi in ritirata, ma anche i momenti di lotta e di diffusa attività anti tedesca e antifascista, come le azioni di resistenza lungo la strada che da Taranto portava a Bari, a Barletta, a S. Severo, fino alla difesa del porto barese e alla celebrazione, nel gennaio del 1944, del 1° Congresso del Comitato di Liberazione Nazionale, nel teatro Piccinni di Bari.

La sezione di documenti e fotografie Vincenzo Gigante nelle carte della Questura di Brindisi – Schedario politico, a cura dell’Archivio di Stato, propone documentazione rinvenuta nell’archivio storico della Questura di Brindisi, depositato presso l’Istituto e attualmente oggetto di ordinamento ed inventariazione.

 Il fascicolo dello schedario politico su Gigante contiene la corrispondenza, le foto segnaletiche, gli atti amministrativi e giudiziari, spediti dalle altre questure a quella di Brindisi e consente una ricostruzione della vita e delle persecuzioni subite dall’antifascista.

Antonio Vincenzo Gigante, nato a Brindisi nel 1901, dove aveva iniziato la sua formazione politica, a vent’anni si era trasferito a Roma per lavorare come muratore cementista. Era diventato sindacalista e sostenitore delle lotte degli edili, aveva poi aderito al partito comunista, divenendone organizzatore in clandestinità. Arrestato nel 1934, veniva condannato a vent’anni di reclusione e poi confinato a Ustica. Dopo l’8 settembre partecipava alla resistenza, al comando di formazioni partigiane nel Friuli Venezia Giulia, ma arrestato dai tedeschi, per una delazione, veniva torturato e poi ucciso nella Risiera di San Sabba.

Il nucleo più significativo della sezione documentaria è costituito dalle copie delle lettere che Vincenzo Gigante inviava alla madre Concetta, residente a Brindisi e qui costantemente controllata dalla questura, e ad altri socialisti brindisini, come Beniamino Andriani. Vengono presentate, inoltre, una lettera autografa della moglie Wanda e le foto originali della cerimonia di commemorazione, svoltasi a Brindisi nel 1952, alla presenza di Umberto Terracini.

L’ANPI di Brindisi,  in occasione della Mostra che riporta una serie di fotografie del 7  dicembre 1952 ( data della inaugurazione della lapide commemorativa di Vincenzo Gigante in Piazza Vittoria) ha chiesto alla figlia Miuccia Gigante una memoria  che riportiamo:

“Venni a Brindisi la  prima volta nel dicembre 1952 in occasione della posa della lapide in memoria di mio padre: avevo 20 anni. Il discorso commemorativo l’ha tenuto Umberto Terracini, un amico che si era impegnato, una volta finita la guerra , nella ricerca di notizie su Gigante che aveva conosciuto intorno agli anni ’20 a Roma e poi rivisto in carcere a Civitavecchia.

Terracini l’avevo conosciuto a Lugano nel ’43 mi aveva parlato a lungo di mio padre e nelle sue parole sentivo l’affetto e la stima che provava per lui.

Di conseguenza la presenza a Brindisi di Terracini mi era di conforto perché immaginavo non facile questo soggiorno nella città dov’era nato mio padre.

Ero combattuta fra l’orgoglio di figlia nel vere onorata la memoria del padre e temevo di apparire fragile e poco degna di essere figlia di questo uomo considerato da tutti i presenti nella piazza affollata, un eroe.

Ascoltando le parole di Terracini guardavo mia madre come se la vedessi per la prima volta, sentivo di amarla non solo con l’affetto di figlia, ma con il rispetto che si deve a una donna che vede troncare i propri sogni per vivere di una memoria dalla quale non si sarebbe mai allontanata.

Ascoltavo Terracini e vedevo formarsi in me, in maniera sempre più forte e precisa la figura di mio padre, le sue parole entravano in me e arricchivano quello che già sapevo di lui, lo “costruivano” e lo facevano un uomo vivo, forte, coraggioso, ricco di valori …  ed io ero sua figlia.

Mi coglieva anche un altro sentimento, quello di essergli stata vicina solo con il pensiero, di non aver diviso con lui tutte le sue sofferenze, di aver vissuto un’infanzia e una adolescenza  dovve tutti mi circondavano d’affetto mentre lui soffriva solo le più atroci torture sino alla morte.

Ho capito quel giorno, fra tutta quella gente che sentivo così vicina, quanto dovevo essere  orgogliosa di essere la figlia di Vincenzo Gigante.

Miuccia Gigante”

Le foto di quel 7 dicembre ’52:

 

 

 

 

 VENTO da SUD

La mostra  “Vento da Sud”  dà  un rinnovato risalto al carattere specifico e non sempre adeguatamente conosciuto delle vicende storiche della guerra e della Liberazione del  Meridione d’Italia, attraverso la preziosa documentazione dei momenti fondanti della nascita della democrazia nel nostro territorio, con gli episodi di resistenza civile, in senso antitedesco e antifascista, vissuti dalla popolazione locale, che si trasformano in presa di coscienza democratica.

La Mostra parte dallo sbarco degli alleati in Sicilia e arriva alla liberazione di Roma, con lo sguardo volto al Sud del nostro Paese, gli oltre 300 documenti selezionati  raccontano la guerra, le condizioni difficili delle popolazioni  meridionali, le atroci rappresaglie e l’orrore delle stragi di civili, commesse dai tedeschi ,in ritirata, ma anche i momenti di lotta e di diffusa attività anti tedesca e antifascista, a partire dalla vittoriosa insurrezione popolare delle “quattro giornate “di Napoli che liberò la città dai tedeschi, a fine settembre del 1943 o alla rivolta della popolazione di Matera del 21 settembre 1943.

Si pensi poi all’immediata cacciata dei tedeschi dal porto di Taranto all’indomani dell’8 settembre, ad opera di reparti italiani, alle azioni di resistenza lungo la strada che da Taranto porta a Bari, a Barletta, a S. Severo, fino alla difesa del porto di Bari e alla celebrazione proprio qui del 1° Congresso del Comitato di Liberazione Nazionale, con i 120 rappresentanti provenienti in gran parte dal Meridione, alla fine di gennaio 1944.

Il recupero della memoria si rende così possibile per dare ai giovani e agli studenti la possibilità di confronto con gli uomini e le donne che hanno combattuto per la liberazione del paese, per  costruire un futuro di democrazia e di pace, attraverso  le fotografie, i documenti dell’epoca  si nota l’intreccio di azioni di autodifesa e di ribellione sia  civili che militari, accanto ad   esperienze di  dura sopravvivenza .

“Vento da Sud” quindi, con i suoi tredici pannelli, densi di immagini storiche, ci  riconduce attraverso un  viaggio  di scoperta e di ricerca della nostra memoria, anche locale, delle radici di libertà, pace, dignità, uguaglianza, solidarietà,  da cui nasce la nostra Costituzione democratica, che proprio in questo momento presente è più che mai necessario compiere.

 Il Primo pannello della mostra: